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L'Attesa - "tra memoria e rinascita"

Una campagna di
Luca Corona e Davide Carabellese

Contatti

Una campagna di
Luca Corona e Davide Carabellese

L'Attesa - "tra memoria e rinascita"

L'Attesa - "tra memoria e rinascita"

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24%
  • Raccolti € 1.222,00
  • Obiettivo € 5.000,00
  • Sostenitori 33
  • Scadenza 20 giorni rimanenti
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Film & corti
  • Obiettivi
    3. Salute e benessere
    15. Vita sulla terra

Una campagna di 
Luca Corona e Davide Carabellese

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Il Progetto

Il Nostro Progetto 

Quante vite sono state sprecate in attesa dell’attesa?

L’Attesa è l’idea di un cinema che oggi fatica a nascere: un sogno che un tempo si respirava in tutta Italia, alimentato dalla passione e dalla necessità di raccontare una visione personale del mondo.

Siamo due giovani autori che sognano di percorrere la strada tracciata dal Neorealismo e dalla Nouvelle Vague, reinterpretandola con sensibilità contemporanea.

Il nostro film unisce profondità emotiva e forza visiva. Ambientato in una locanda sospesa fuori dal tempo, racconta di Totò, uomo di successo ma vuoto dentro, che torna nella sua città credendo di partecipare a un funerale. Scopre invece che Manuela – la donna che lo ha cresciuto – è viva, e questo incontro impossibile lo trascina in un viaggio di memorie, conflitti e rivelazioni.

Tre linguaggi visivi si alternano: la fissità teatrale degli interni, la fluidità degli esterni e la frammentazione onirica delle visioni. Questa contaminazione accompagna l’evoluzione dei personaggi, dalla rigidità iniziale alla liberazione finale.

I temi – tempo e sospensione, identità e memoria, ferite familiari e redenzione – sono universali, ma oggi assumono l’urgenza della cronaca. L’Attesa non racconta solo una storia: invita a vivere un’esperienza poetica, dove reale e simbolico si intrecciano.

Un anno fa eravamo due sceneggiatori in erba. Poi, una squadra si è unita a noi. Ora siamo a un passo dal girare, con tempi stretti e mezzi raccolti insieme.

Con questo crowdfunding chiediamo di unirvi a noi per completare il comparto tecnico e dare forma alle immagini che oggi vivono nella nostra mente. Sostenere L’Attesa significa credere in un cinema che osa, emoziona e resta nel cuore oltre l’ultimo fotogramma.

L’Attesa – Presentazione

1. Titolo e Logline

🎬 Titolo: L’Attesa

🧩 Logline:

“Quante vite abbiamo trascorso aspettando che la vita iniziasse davvero?”

2. pitch

L’Attesa, non una semplice locanda ma un luogo dove il tempo non scorre, bensì respira. Lì i silenzi parlano più delle parole, e ogni gesto è un rito. Totò torna dopo vent’anni di fuga, credendo di partecipare a un funerale... invece ritrova la vita che aveva lasciato in sospeso.

3. Sinossi

Totò è un uomo di successo, ma vuoto. Quando torna nella sua città natale, Molfetta, per una veglia funebre, scopre che la donna per cui è tornato – Manuela, figura materna e misteriosa – è ancora viva. Questo evento impossibile apre una crepa nel tempo e nella sua coscienza.

Accolto nella locanda simbolica chiamata "L’Attesa", Totò si ritrova sospeso tra presente e passato, visioni e memorie, parole non dette e desideri trattenuti. Accanto a lui: Francesca, l'amore che non è mai stato; Iris, figlia ferita e rabbiosa; l’Esattore, incarnazione del potere e del debito. Infine, un misterioso vicino di casa, un uomo semplice e concreto che, come una brezza leggera, riesce a stemperare per alcuni attimi il tumulto di Totò.

In un paesaggio fatto di silenzi, riti quotidiani e simboli profondi, Totò deve decidere se continuare a fuggire da sé stesso o affrontare il dolore che ha lasciato indietro. Perché a volte, il ritorno è l’unica via per salvarsi.

4. Temi Universali

• Tempo e sospensione

• Identità e memoria

• Ferite familiari e redenzione

• La maternità

• La crisi dell’uomo produttivo

5. I Volti dell’Attesa

• Totò – il viaggiatore interiore

• Manuela – la sacerdotessa del passato

• Francesca – l’amore trattenuto

• Iris – la ferita che lotta

• Esattore – il volto grigio del potere

• Il Vicino/Tonin u fulmin – il custode della pace quotidiana

6. Note stilistiche

REGIA

A. Visione Autoriale

«L’Attesa» si configura come un film d’autore fortemente identitario, in cui la forma è linguaggio e il contenuto è suggerito più che dichiarato. Il progetto lavora sulla sospensione, sul silenzio e sull’allusione, rifiutando il racconto lineare in favore di una narrazione stratificata emotivamente. Il tempo è interiore, la regia mezzo per rendere visibile l’invisibile.

B. I tre Macrostili Registici

Il film costruisce la propria poetica visiva attraverso una dialettica registica che si divide tra tre livelli stilistici principali:

a) Scene all'interno della locanda “L'Attesa”

- Camera fissa, frontale, senza carrelli o movimenti.

- Composizione simmetrica e teatrale, con un’impostazione che richiama il quadro dipinto o il proscenio teatrale.

- Le inquadrature sono statiche, costruite con rigore formale.

- La recitazione è leggermente artefatta, sospesa, con ritmo rallentato.

- I dialoghi vengono eseguiti come partiture drammaturgiche, ma con possibilità di umanizzazione.

b) Scene esterne all’Attesa

- camera fluida, carrelli e movimenti morbidi.

- senso di oppressione e stress, dinamicità che accompagna una recitazione naturalistica.

c) Scene oniriche / flashback / visioni / AntiAttesa

- Montaggio ellittico, jump cut, sovrimpressioni, macchina a mano irregolare.

- Linguaggio visivo che rompe le coordinate spazio-temporali.

C. Contaminazione degli stili

A. Manuela – Portatrice dell’Attesa (Blocco A)

Manuela introduce lo stile statico (macchina fissa, montaggio lento, composizione simmetrica) ovunque compaia. Anche fuori dalla Locanda, la sua energia congela la grammatica visiva e rallenta la scena. Con Totò e Francesca impone rigidità.

Uniche eccezioni:

- le scene con l’Esattore, dove la presenza di lei segna un'apertura emotiva rappresentata dal movimento di lui;

- le scene con Iris in cui la resistenza elettrica e dinamica di lei “resiste” alla forza di Manuela sacerdotessa dell’Attesa.

B. Iris – Vettore del Caos Reale

Iris rappresenta il mondo reale B nella sua forma più disordinata e pura. La Camera in movimento instabile, montaggio più vivo, luce più vibrante. Ogni sua comparsa genera attrito con Manuela e rompe la sospensione dell’Attesa. È un corpo che destabilizza il linguaggio del film, che rappresenta la forza vitale e brutale del mondo reale.

C. Esattore – Fissità come Oppressione

Anche l’Esattore impone macchina fissa e geometria, ma con un effetto opposto a quello di Manuela: controllo, minaccia, inquietudine. La tremenda presenza del potere temporale, il cinico adempimento della burocrazia e la presenza del retaggio del patriarcato vengono rappresentati da grandangoli, inquadrature dissonanti e sghembe. Con Manuela subisce il movimento, invertendo il potere visivo.

D. La Tuttofare – Il Sabotaggio delle Regole

È l’unico personaggio che non rispetta la grammatica cinematografica. Rompe i raccordi, entra ed esce dal quadro senza logica, sfugge alla coerenza dei blocchi. È la crepa fertile, l’elemento che annuncia il collasso visivo finale. Lei è il personaggio a cavallo tra il nostro mondo e quello onirico.

E. Il Vicino/Tonin u fulmin – il custode del normale

Il Vicino è colui che ha deciso di stare. L’uomo del presente, sganciato da ogni possibile traccia di nostalgia e da suggestioni sul futuro. Se Iris è la portatrice de caos del reale, lui è la marea calma del mondo ordinario. La macchina da presa si poggia morbida su di lui, per tutto il tempo necessario a cogliere l’attimo. Totò attraverso i loro incontri trova l’angolo in cui non è necessario riflettere, lavorare od agire per qualche fine.

F. Totò – Il Campo di Battaglia

Totò è attraversato da tutti gli stili. Quando è con Manuela, è ingabbiato nella fissità. Con Iris, si libera e si muove. Nel tempo, assorbe gli stili degli altri, fino a diventare punto d’equilibrio. Nel finale, egli è l’unico in grado di reggere l’immagine ferma senza subirla.

In un processo simile ma non uguale anche Francesca seguirà lo stesso percorso, con la differenza che la sua poetica dolce e sussurrata permetterà un equilibrio meno netto e statico. Concluderà la sua corsa con un movimento lieve e morbido, simulando la sua rivoluzione silenziosa.

G. Finale – Collasso e Rinascita

Nel climax visivo e narrativo, tutti i blocchi estetici si fondono: il caos, la rigidità e la sospensione si contaminano. La regia diventa libera, infedele ai propri codici. Solo nell’ultimo quadro, la macchina torna fissa: ma stavolta non è più costrizione, è pacificazione visiva e simbolica.

D. Interazione Tra Stile, Recitazione E Ambienti

Ogni spazio determina un tipo di recitazione:

- All’Attesa: teatrale, stilizzata ma con umanizzazione.

- All’esterno: naturalistica, viva.

- Onirico: libertà espressiva, frammentazione verbale.

E. Progressione Drammaturgica

Dialoghi più brevi verso il finale.

Scene tra Francesca e Totò passano da lirismo a minimalismo.

Il climax tra Manuela e l’Esattore è gestito per dettaglio, non per retorica.

Il finale è simbolico, visivo, con pochissime parole.

MONTAGGIO

Il montaggio asseconda fedelmente l'impostazione registica:

a) All’Attesa

- Tagli diradati, inquadrature lunghe, piani sequenza statici.

- Tempo congelato, lo spettatore è costretto a restare.

b) Fuori dall’Attesa

- Tagli frequenti, ritmo sostenuto, alternanza crescente verso il climax.

c) Visioni e flashback

- Jump cut, dissolvenze, inserti criptici.

MUSICHE

Musiche tradizionali:

- Marce funebri molfettesi come U Conziasegge usate in modo extradiegetico.

- Funzione liturgica e straniante e mai direttamente narrativa.

Canzone originale:

- Cantata da Manuela a cappella, imperfetta e umana.

- Solo nel finale avrà un accompagnamento musicale.

Finale musicale:

- Unisce reale e simbolico, funzione catartica e poetica.

🎞️ Totò attraversa tutti questi mondi visivi, incarnando il punto d'equilibrio.

7. Destinazione: Cuore dello Spettatore

🎯 Festival nazionali e internazionali

📡 Distribuzione su piattaforme curate (MUBI, RaiPlay) e proiezioni in cinema selezionati

8. L’Immaginario echi di grandi maestri

🎞️ Ispirazioni visive e narrative:

- Tarkovskij per la spiritualità sospesa

- Wong Kar Wai per i non-amori

- Rohrwacher per la magia del reale

- Jarmusch e Wenders per il senso del viaggio interiore

“Il mio sonno più bello l'ho lasciato nel letto che non ho scelto.” – Manuela

Commenti (9)

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  • avatar
    Marco c vediamo a ollivud
    • DD
      Dorian Looking forward for this amazing movie and the wonderful Tuttofare! Daje tutta raga porca mignotta 🤪🤙🏻
      • MS
        Manuela Crediamo fortemente in voi e in questo progetto! Manu e Luigi ❤️
        • MA
          Marco tutto il resto è noia ;)
          • JC
            Jonni In bocca al lupo 🐺
            • ML
              Mario Gli ultimi soldi che avevo nella carta🥲 ad maiora!
              • GS
                Geltrude Un bacione 😘
                • SC
                  Silvana In bocca al lupo Luca!😍
                  • gs
                    gianluca Ho visto crescere la passione e l’amore che Luca ha per il cinema nel corso di quasi ormai 10 anni di amicizia. Non contribuire a questa nuova avventura é d’obbligo da amante del cinema, sono curioso di scoprire cosa tirerà fuori dal cappello.

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