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Il Nostro Progetto
Quante vite sono state sprecate in attesa dell’attesa?
L’Attesa è l’idea di un cinema che oggi fatica a nascere: un sogno che un tempo si respirava in tutta Italia, alimentato dalla passione e dalla necessità di raccontare una visione personale del mondo.
Siamo due giovani autori che sognano di percorrere la strada tracciata dal Neorealismo e dalla Nouvelle Vague, reinterpretandola con sensibilità contemporanea.
Il nostro film unisce profondità emotiva e forza visiva. Ambientato in una locanda sospesa fuori dal tempo, racconta di Totò, uomo di successo ma vuoto dentro, che torna nella sua città credendo di partecipare a un funerale. Scopre invece che Manuela – la donna che lo ha cresciuto – è viva, e questo incontro impossibile lo trascina in un viaggio di memorie, conflitti e rivelazioni.
Tre linguaggi visivi si alternano: la fissità teatrale degli interni, la fluidità degli esterni e la frammentazione onirica delle visioni. Questa contaminazione accompagna l’evoluzione dei personaggi, dalla rigidità iniziale alla liberazione finale.
I temi – tempo e sospensione, identità e memoria, ferite familiari e redenzione – sono universali, ma oggi assumono l’urgenza della cronaca. L’Attesa non racconta solo una storia: invita a vivere un’esperienza poetica, dove reale e simbolico si intrecciano.
Un anno fa eravamo due sceneggiatori in erba. Poi, una squadra si è unita a noi. Ora siamo a un passo dal girare, con tempi stretti e mezzi raccolti insieme.
Con questo crowdfunding chiediamo di unirvi a noi per completare il comparto tecnico e dare forma alle immagini che oggi vivono nella nostra mente. Sostenere L’Attesa significa credere in un cinema che osa, emoziona e resta nel cuore oltre l’ultimo fotogramma.
L’Attesa – Presentazione
1. Titolo e Logline
🎬 Titolo: L’Attesa
🧩 Logline:
“Quante vite abbiamo trascorso aspettando che la vita iniziasse davvero?”
2. pitch
L’Attesa, non una semplice locanda ma un luogo dove il tempo non scorre, bensì respira. Lì i silenzi parlano più delle parole, e ogni gesto è un rito. Totò torna dopo vent’anni di fuga, credendo di partecipare a un funerale... invece ritrova la vita che aveva lasciato in sospeso.
3. Sinossi
Totò è un uomo di successo, ma vuoto. Quando torna nella sua città natale, Molfetta, per una veglia funebre, scopre che la donna per cui è tornato – Manuela, figura materna e misteriosa – è ancora viva. Questo evento impossibile apre una crepa nel tempo e nella sua coscienza.
Accolto nella locanda simbolica chiamata "L’Attesa", Totò si ritrova sospeso tra presente e passato, visioni e memorie, parole non dette e desideri trattenuti. Accanto a lui: Francesca, l'amore che non è mai stato; Iris, figlia ferita e rabbiosa; l’Esattore, incarnazione del potere e del debito. Infine, un misterioso vicino di casa, un uomo semplice e concreto che, come una brezza leggera, riesce a stemperare per alcuni attimi il tumulto di Totò.
In un paesaggio fatto di silenzi, riti quotidiani e simboli profondi, Totò deve decidere se continuare a fuggire da sé stesso o affrontare il dolore che ha lasciato indietro. Perché a volte, il ritorno è l’unica via per salvarsi.
4. Temi Universali
• Tempo e sospensione
• Identità e memoria
• Ferite familiari e redenzione
• La maternità
• La crisi dell’uomo produttivo
5. I Volti dell’Attesa
• Totò – il viaggiatore interiore
• Manuela – la sacerdotessa del passato
• Francesca – l’amore trattenuto
• Iris – la ferita che lotta
• Esattore – il volto grigio del potere
• Il Vicino/Tonin u fulmin – il custode della pace quotidiana
6. Note stilistiche
REGIA
A. Visione Autoriale
«L’Attesa» si configura come un film d’autore fortemente identitario, in cui la forma è linguaggio e il contenuto è suggerito più che dichiarato. Il progetto lavora sulla sospensione, sul silenzio e sull’allusione, rifiutando il racconto lineare in favore di una narrazione stratificata emotivamente. Il tempo è interiore, la regia mezzo per rendere visibile l’invisibile.
B. I tre Macrostili Registici
Il film costruisce la propria poetica visiva attraverso una dialettica registica che si divide tra tre livelli stilistici principali:
a) Scene all'interno della locanda “L'Attesa”
- Camera fissa, frontale, senza carrelli o movimenti.
- Composizione simmetrica e teatrale, con un’impostazione che richiama il quadro dipinto o il proscenio teatrale.
- Le inquadrature sono statiche, costruite con rigore formale.
- La recitazione è leggermente artefatta, sospesa, con ritmo rallentato.
- I dialoghi vengono eseguiti come partiture drammaturgiche, ma con possibilità di umanizzazione.
b) Scene esterne all’Attesa
- camera fluida, carrelli e movimenti morbidi.
- senso di oppressione e stress, dinamicità che accompagna una recitazione naturalistica.
c) Scene oniriche / flashback / visioni / AntiAttesa
- Montaggio ellittico, jump cut, sovrimpressioni, macchina a mano irregolare.
- Linguaggio visivo che rompe le coordinate spazio-temporali.
C. Contaminazione degli stili
A. Manuela – Portatrice dell’Attesa (Blocco A)
Manuela introduce lo stile statico (macchina fissa, montaggio lento, composizione simmetrica) ovunque compaia. Anche fuori dalla Locanda, la sua energia congela la grammatica visiva e rallenta la scena. Con Totò e Francesca impone rigidità.
Uniche eccezioni:
- le scene con l’Esattore, dove la presenza di lei segna un'apertura emotiva rappresentata dal movimento di lui;
- le scene con Iris in cui la resistenza elettrica e dinamica di lei “resiste” alla forza di Manuela sacerdotessa dell’Attesa.
B. Iris – Vettore del Caos Reale
Iris rappresenta il mondo reale B nella sua forma più disordinata e pura. La Camera in movimento instabile, montaggio più vivo, luce più vibrante. Ogni sua comparsa genera attrito con Manuela e rompe la sospensione dell’Attesa. È un corpo che destabilizza il linguaggio del film, che rappresenta la forza vitale e brutale del mondo reale.
C. Esattore – Fissità come Oppressione
Anche l’Esattore impone macchina fissa e geometria, ma con un effetto opposto a quello di Manuela: controllo, minaccia, inquietudine. La tremenda presenza del potere temporale, il cinico adempimento della burocrazia e la presenza del retaggio del patriarcato vengono rappresentati da grandangoli, inquadrature dissonanti e sghembe. Con Manuela subisce il movimento, invertendo il potere visivo.
D. La Tuttofare – Il Sabotaggio delle Regole
È l’unico personaggio che non rispetta la grammatica cinematografica. Rompe i raccordi, entra ed esce dal quadro senza logica, sfugge alla coerenza dei blocchi. È la crepa fertile, l’elemento che annuncia il collasso visivo finale. Lei è il personaggio a cavallo tra il nostro mondo e quello onirico.
E. Il Vicino/Tonin u fulmin – il custode del normale
Il Vicino è colui che ha deciso di stare. L’uomo del presente, sganciato da ogni possibile traccia di nostalgia e da suggestioni sul futuro. Se Iris è la portatrice de caos del reale, lui è la marea calma del mondo ordinario. La macchina da presa si poggia morbida su di lui, per tutto il tempo necessario a cogliere l’attimo. Totò attraverso i loro incontri trova l’angolo in cui non è necessario riflettere, lavorare od agire per qualche fine.
F. Totò – Il Campo di Battaglia
Totò è attraversato da tutti gli stili. Quando è con Manuela, è ingabbiato nella fissità. Con Iris, si libera e si muove. Nel tempo, assorbe gli stili degli altri, fino a diventare punto d’equilibrio. Nel finale, egli è l’unico in grado di reggere l’immagine ferma senza subirla.
In un processo simile ma non uguale anche Francesca seguirà lo stesso percorso, con la differenza che la sua poetica dolce e sussurrata permetterà un equilibrio meno netto e statico. Concluderà la sua corsa con un movimento lieve e morbido, simulando la sua rivoluzione silenziosa.
G. Finale – Collasso e Rinascita
Nel climax visivo e narrativo, tutti i blocchi estetici si fondono: il caos, la rigidità e la sospensione si contaminano. La regia diventa libera, infedele ai propri codici. Solo nell’ultimo quadro, la macchina torna fissa: ma stavolta non è più costrizione, è pacificazione visiva e simbolica.
D. Interazione Tra Stile, Recitazione E Ambienti
Ogni spazio determina un tipo di recitazione:
- All’Attesa: teatrale, stilizzata ma con umanizzazione.
- All’esterno: naturalistica, viva.
- Onirico: libertà espressiva, frammentazione verbale.
E. Progressione Drammaturgica
Dialoghi più brevi verso il finale.
Scene tra Francesca e Totò passano da lirismo a minimalismo.
Il climax tra Manuela e l’Esattore è gestito per dettaglio, non per retorica.
Il finale è simbolico, visivo, con pochissime parole.
MONTAGGIO
Il montaggio asseconda fedelmente l'impostazione registica:
a) All’Attesa
- Tagli diradati, inquadrature lunghe, piani sequenza statici.
- Tempo congelato, lo spettatore è costretto a restare.
b) Fuori dall’Attesa
- Tagli frequenti, ritmo sostenuto, alternanza crescente verso il climax.
c) Visioni e flashback
- Jump cut, dissolvenze, inserti criptici.
MUSICHE
Musiche tradizionali:
- Marce funebri molfettesi come U Conziasegge usate in modo extradiegetico.
- Funzione liturgica e straniante e mai direttamente narrativa.
Canzone originale:
- Cantata da Manuela a cappella, imperfetta e umana.
- Solo nel finale avrà un accompagnamento musicale.
Finale musicale:
- Unisce reale e simbolico, funzione catartica e poetica.
🎞️ Totò attraversa tutti questi mondi visivi, incarnando il punto d'equilibrio.
7. Destinazione: Cuore dello Spettatore
🎯 Festival nazionali e internazionali
📡 Distribuzione su piattaforme curate (MUBI, RaiPlay) e proiezioni in cinema selezionati
8. L’Immaginario echi di grandi maestri
🎞️ Ispirazioni visive e narrative:
- Tarkovskij per la spiritualità sospesa
- Wong Kar Wai per i non-amori
- Rohrwacher per la magia del reale
- Jarmusch e Wenders per il senso del viaggio interiore
“Il mio sonno più bello l'ho lasciato nel letto che non ho scelto.” – Manuela
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Buona salute: garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.
Utilizzo sostenibile della terra: proteggere, ristabilire e promuovere l'utilizzo sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire le foreste in modo sostenibile, combattere la desertificazione, bloccare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità.
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