Una campagna di
Anna Claudia BassaniContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
Controlla la tua casella email: ti abbiamo inviato un messaggio con la tua nuova password.
Potrai modificarla una volta effettuato il login.
Il tuo contributo servirà a sostenere un progetto ambizioso. Scegli la ricompensa o la somma con cui vuoi sostenerlo e seleziona il metodo di pagamento che preferisci tra quelli disponibili. Ti ricordiamo che il progettista è il responsabile della campagna e dell'adempimento delle promesse fatte ai sostenitori; sarà sua premura informarti circa come verranno gestiti i fondi raccolti, anche se l'obiettivo non sarà stato completamente raggiunto. Le ricompense promesse sono comunque garantite dall’autore.
L'acqua di San Giovanni è un progetto personale che mira a raccontare qualcosa di più ampio: è un'usanza famigliare che si estende alla tradizione nazionale, infatti, viene realizzata in diverse parti d'Italia (soprattutto nel centro tra cui Toscana, Marche, Lazio, Sardegna). La notte tra il 23 e il 24 giugno, si lascia fuori di casa un vaso con acqua e fiori di campo, affinché la rugiada degli dèi si possa posare sull'infuso e lo faccia diventare un'acqua dalle proprietà benefiche e magiche. Questa leggenda è nata dalla credenza che il solstizio d’estate sia la porta attraverso la quale gli dèi facciano passare i nuovi nati sotto forma di rugiada, che compare così incantata solamente in quel periodo dell'anno nei pressi dei giorni in cui il sole è all'apice della sua forza e la natura è al massimo del suo vigore. La tradizione ha origini precristiane, quando la festa pagana era chiamata Lithia, nome da cui deriva quello della protagonista Lidia. L'amico Elio, a sua volta, prende il nome sia dal dio greco del sole che dall'elemento simbolo di gas, aria e quindi vento.
Oltre all'urgenza personale di tramandare una pratica casalinga, si affianca così la possibilità di tenere in vita una tradizione italiana. Il progetto può avere riscontro sia nel nostro territorio che all'estero perché il folklore italico può inserirsi bene anche sul mercato europeo e perché il genere fiabesco è, ad oggi, nuovamente popolare.
Inoltre, ad una lettura più approfondita, il cortometraggio racconta la natura e i quattro elementi: vediamo in primis l’acqua, del filtro magico, poi il fuoco del falò che viene acceso la stessa notte di San Giovanni per allontanare gli spiriti malvagi e infine la cenere di questo stesso fuoco viene sparsa nei campi per proteggere i semi e favorire il raccolto che, in modo circolare, ci riporta all’acqua benefica in cui vengono messi a bagno i fiori di campo, frutti della stessa terra. L’ultimo elemento, quello dell'aria, è incarnato dalla stessa protagonista, Lidia la ragazza troppo leggera che rischia di volare via, ma anche dall'amico Elio che le costruisce un paio di ali per poter controllare la sua leggiadria, per potersi alzare in volo ma per tornare anche con i piedi al suolo.
In senso più ampio, Lidia è anche la personificazione delle paure che assalgono soprattutto gli adolescenti, quella non accettazione del corpo e la ricerca di apparire uguale agli altri. La strada migliore, però, non è cambiare (come spera la madre), ma trovare la chiave per accettarsi così come si è, riuscire a trovare il meglio dentro ognuno di noi e soprattutto dentro il corpo in cui viviamo.
Siamo nella campagna toscana, dove un gruppo di persone vive in un piccolo paese in un tempo indefinito. Lidia è una giovane ragazza che abita in questa borgata insieme alla madre e il nonno. Tutte le mattine quando si alza dal letto si mette dei sassi in tasca prima di iniziare la sua giornata.
La storia si svolge durante il solstizio d'estate, tra il 23 e il 24 giugno, giornata in cui vediamo la madre della ragazza preparare vasi, vasche, bacinelle con acqua e fiori di campo per realizzare la miracolosa acqua di San Giovanni, mentre gli altri compaesani radunano legna per il falò di purificazione tradizionale, il cui fuoco allontana demoni e le cui ceneri proteggono i germogli nei campi.
Purtroppo o per fortuna, però, tentativo dopo tentativo, questo rituale magico non fa cambiare la situazione di Lidia. L'amico Elio allora interviene costruendo uno strumento speciale.
Sono Anna Claudia, più che una regista mi potrei definire come una appassionata di storie di vita.
Vivo da sempre in mezzo alla musica e al cinema, grazie anche alla mia famiglia, e per questo aspiro a far diventrare questa arte figurativa un lavoro.
Ho intrapreso un percorso di studi inerente, laureandomi alla triennale dell'Università di Pisa in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione e concludendo con una laurea magistrale in Televisione, Cinema e New Media alla Libera Università IULM di Milano.
In questi anni ho avuto l'occasione di sperimentare questo campo lavorando su piccoli set come videomaker e montatrice sia per progetti personali, che per lavori su commissione da esterni.
Oggi voglio condividere con voi questo sogno che ho da diverso tempo nel cassetto, perché mai come ora ho capito che il cinema è un lavoro colettivo, un universo di unione e partecipazione. Se vi ho incuriosito e vi è venuta voglia di intraprendere questo cammino con me, vi aspetto al mio fianco.
Grazie per l'interesse e per il supporto, è davvero importante.
Vogliamo anticiparvi il volto dei nostri protagonisti, Lidia ed Elio, ma se volete scoprire di più, se volete che vi mostriamo il resto dei personaggi e se volete vedere come si conclude questa fiaba magica, non vi resta che vedere il film! E questo sarà possibile grazie al vostro aiuto!
Lidia - Rosa ZoddaElio - Federico Barbagelata Rosa, madre di Lidia - Cristina GardumiNew entry nel cast! Il ruolo della mamma di Lidia sarà ricoperto da Cristina Gardumi. Un'artista poliedrica la cui poetica spazia dal disegno alla videoarte fino alla performance e al teatro. Diplomata all'Accademia delle Belle Arti a Verona e all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico a Roma.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Utilizzo sostenibile della terra: proteggere, ristabilire e promuovere l'utilizzo sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire le foreste in modo sostenibile, combattere la desertificazione, bloccare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità.
Commenti (16)