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Vi invitiamo a sostenere la casa edtirice AnimaMundi nella pubblicazione di questo nuovo libro di Christian Bobin acquistando anticipatamente una copia del libro o anche altri libri dell'autore scontati al 10, 20 e 30%.
INFO: Telefono 3404008245 / Email giuseppeanimamundi@gmail.com
L'AUTORE
Christian Bobin è nato nel 1951 a Le Creusot, una cittadina della Borgogna. Ha conosciuto in Francia un crescente successo di pubblico e di critica, fino al premio che l’Académie Française gli ha conferito nel 2016. Della sua opera, la cui densità poetica affascina i lettori riportandoli ai temi fondanti dell’esistenza, AnimaMundi ha pubblicato Autoritratto al radiatore (2012), Sovranità del vuoto (2014), Mozart e la pioggia (2015), L’uomo del disastro (2015), La vita e nient’altro (2015), Resuscitare (2015), Più viva che mai (2018), La vita grande (2018), Folli i miei passi (in coedizione con Socrates 2012), Consumazione – un temporale (in coedizione con Servitium, 2014).
L'OPERA
La voce di Christian Bobin in modo quasi ostinato, non vuole smettere di indicare la “presenza pura” che è nel mondo, offerta dalla gratuità di un albero, di un fiore, di un passero; insomma, la vita nella sua fragilità estrema. Christian Bobin scrive dunque – è lui stesso ad affermarlo – per questa “maggioranza silenziosa che consuma la propria vita in silenzio, che attraversa la propria vita in punta di piedi”. Una “purezza” che ogni persona può cogliere, nonostante la sofferenza, il dolore e la morte. “Sono pazzo di purezza. Sono pazzo di questa purezza che non ha nulla a che vedere con una morale, che è la vita nella sua particella elementare”. Così leggiamo ne L’insperata, ultimo racconto di questo volume di affascinanti storie brevi.
Apre la raccolta una lettera "alla luce che indugiava nelle vie di Le Creusot, in Francia, mercoledi 16 dicembre 1992, verso le due di pomeriggio" e la chiude su un’altra lettera, questa volta, all’ ‘insperata’: a colei che non sperava di incontrare. In questo libro, l’autore ci accompagna a casa di un amico scrittoreoppuread assaporare un tè con dei bambini per sfuggire alla noia degli adulti; poi ci racconta una storia di alberi e di amori e molto altro ancora.
Undici istantanee di vita quotidiana in cui lo sguardo poetico di Bobin non smette di indicarci la vita nella sua “purezza” estrema.
INDICE
7 Una lettera alla luce che indugiava nelle vie di Le Creusot, in Francia, mercoledi 16 dicembre 1992, verso le due di pomeriggio
15 Il male
25 La traversata delle immagini
35 Il tè senza tè
43 Una festa tra le alture
51 Spero che il cuore resista senza crepe
59 Non ti fa più paura
67 La pensione a trent'anni
77 Mina
85 Mi sono alzata a metà della cena
93 L'insperata
103 Lei che non speravo di incontrare. L'inespérée nel percorso di Christian Bobin di Maddalena Cavalleri
DICONO DI BOBIN
«Christian Bobin è l’autore di una lettera senza fine, dal panteismo tranquillo, dove le confidenze si susseguono agli aforismi, lungo il passare degli incontri e delle perdite. Da anni, i suoi lettori sono stati catturati dal fascino inebriante della sua “letteratura meditativa”. “Crescere in chiarità, ecco lo scopo”, scriveva agli inizi. Tutto porta credere che ci sia riuscito».
(motivazione per il premio conferitogli nel 2016 dall’Académie française all’insieme della sua opera)
La scrittura di Bobin è certamente poesia, perché è colma di silenzio, perché ha al proprio centro il silenzio: lo suscita, lo impone alla lettura, come respiro obbligato, come passo di forte e lento camminatore. Non lo si può leggere di corsa. La lentezza che egli persegue contagia il lettore e lo sistema in quel verbo di cui Bobin è maestro: l’auscultare, cosicché da lettori si diventa auscultatori, da corridori distratti a meditanti, da divoratori onnivori ad attenti. Bobin dunque ci conduce fuori dall’ordinario, ci educa. (MARIANGELA GUALTIERI)
“Bobin sembra che scriva frasi fatte apposta per essere citate. E ancora più incredibile è che questo autore riesce sempre ad assomigliarti. Tu leggi e pensi che sta scrivendo come scrivi tu, come pensi tu, come senti tu. Penso che tanti lettori abbiano questa sensazione rispetto a Bobin. Lui è lo scrittore che ci somiglia, ci fa credere in Dio anche se non crediamo in Dio, ci fa credere all’amore anche se non crediamo all’amore, ci fa essere buoni anche se non siamo buoni.” (FRANCO ARMINIO)
“Bobin fa venir voglia di scrivere. Cioè di vivere. Fa sentire che si può. Si può vivere con un mazzo di fiori, con una passeggiata, un acquazzone, vivere di un cavallo, una bambina, neve, libri… Con Bobin tornano a essere rituali le passeggiate, sacri i luoghi già visti, già annusati e misurati dai passi. Lui stesso dice di parlare di un tempo non registrato, il tempo della neve, il tempo della notte... Bobin ci invita a una purificazione contemporanea, non contro qualcosa ma a spalla di qualcosa. Parla di bel silenzio sonnambulo, quel silenzio che dorme dentro di noi tutto squarciato dall’obbligo di parlare, di avere risposte pronte, di essere intelligenti a orario, di essere sociali.” (CHANDRA LIVIA CANDIANI)
“Vi sono autori riguardo ai quali il leggerli è quasi un offenderli, uno sporcarli. C’è una purezza che ad accostarla troppo ti fa sentire indegno nell’intrattenere una qualche forma di rapporto – anche pure di distanza – con essa. Tra questi autori, sicuramente vi è Christian Bobin. La cui scrittura riesce a raggiungere un’altezza, che è altezza sottile prima che letteraria, giunge a trasformarsi in un’elogio tale della semplicità che ad avvicinarla, l’esito non è, come ci si aspetterebbe, un conclusivo ristoro in se stessi, ma primariamente un principio di tremore, quel senso del tremendum che è proprio dell’accostamento al sacro. In questo caso la sacralità dell’assolutamente manifesto e nudo darsi dell’evento.“ (GIANFRANCO BERTAGNI)
"Tutti abitiamo un luogo più profondo di quello che la società umana ci fa credere e Bobin è maestro nel ricordarcelo.” (ANDRÉS NEUMANN)
CITAZIONI tratte dai libri di Christian Bobin
La bellezza è una respirazione più ampia che per entrare in noi inizialmente ci soffoca. (Autoritratto al radiatore)
Ho spesso la sensazione che nulla ha importanza. Questa sensazione non è funesta. Piuttosto è tranquilla, calma. Del resto più che una sensazione è un’evidenza - una verità venuta da lontano, una neve che copre quasi tutto.» «Perché quasi tutto? Cosa resiste a questa “verità”?»«Tre cose e soltanto tre. O piuttosto una sola, la stessa intravista nei suoi tre stati: solitudine, silenzio, amore.» (il distacco dal mondo)
La scrittura è una zingara che si accampa a casa mia a intervalli irregolari, che parte senza preavvertirmi. È un suo diritto che mi lasci senza alcuna spiegazione, senza discutere le ragioni della sua partenza, senza pretendere di addolcirla con ragioni che finirebbero per rivelarsi false, è un diritto elementare di coloro che amo. A coloro che amo, io non chiedo nulla. A coloro che amo chiedo solo di sentirsi liberi da me e di non rendermi mai conto di ciò che fanno o di ciò che non fanno, e, naturalmente di non esigere mai una cosa simile da me. L'amore funziona solo con la libertà. La libertà funziona solo con l'amore. (Consumazione)
L’arte della conversazione è la più grande delle arti. Coloro che amano brillare non ci capiscono nulla. Parlare veramente, è amare, e amare non è brillare, è bruciare. (Autoritratto al radiatore)
Se Dio non si trova nelle nostre storie d’amore, allora le nostre storie sbiadiscono, si sgretolano e crollano. Non è essenziale che Dio venga nominato. Come non è indispensabile che il suo nome sia conosciuto a coloro che si amano. (Resuscitare)
Uno scrittore è qualcuno che si batte con l’angelo della propria solitudine e della propria verità. Una lotta confusa, senza una conclusione netta, e, a volte, come in ogni scontro, un istante di tregua. Un libro, a volte (L'insperata)
Ciascuno di noi nasce con un compito solitario da svolgere e coloro che incontra lo aiutano a compierlo oppure gielo rendono ancora più difficile: fortunato colui che sa distinguere gli uni dagli altri. (Autoritratto al radiatore)
Il mio silenzio, di cui a volte si lamentano le persone che amo, non è diretto verso di loro, ma verso me stesso. Sono il primo a domandarmi perchè taccio così a lungo. Non ho risposte. So soltanto che se interrompo questo silenzio prima che si sia concluso naturalmente mi sento infelice, incompiuto. (Autoritratto al radiatore)
È nostro compito – quando tutto ci viene a mancare e tutto s’allontana – dare alla nostra vita la pazienza di un’opera d’arte, la flessibilità dei fuscelli schiacciati dalla mano del vento, in omaggio all’inverno. (L’ottavo giorno)
L'infanzia protratta a lungo dopo l'infanzia: è ciò che vivono gli innamorati, gli scrittori e i funamboli (Autoritratto al radiatore)
La pioggia costruisce attorno al tuo volto il suo monastero di gocce d’acqua. Per dei lunghi momenti mi fissi dal raggio dei tuoi occhi. Leggo davanti alla finestra. Se per guardarti alzo la testa dal libro, non riesco più a tornare a lui. Di una margherita sola con il suo fuoco bianco nell’oceano di un prato, chi se ne cura? Attingo dalla tua vista le forze necessarie per resistere al mondo. Ho pensato che potremmo, ora che della vita antica tutto è distrutto, riprendere l’alfabeto dell’eterno. Tu sarai la prima lettera. La ruota del mondo passa indifferente sulle grida dei profeti. Una sola cosa la offusca: che quaggiù rimane qualcosa di silenzioso e puro. Il cielo riposa sulla tua testa pallida e luminosa. Tutto ciò che amo in questa vita - le notti d’estate, il sonno delle volpi, il silenzio dei pensatori - assolutamente tutto riposa sulla stella bianca dei tuoi petali... Umilissima, dolce e ferma margherita, saluto in te la speranza realizzata di un mondo resuscitato, l’effrazione di una luce nella mia anima liberata.
La vita grande
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