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Sono passate le sette di sera del 23 novembre 1980 quando uno spaventoso terremoto di magnitudo 6.9 colpisce un’area di circa 25.000 km2 del Mezzogiorno d’Italia. Nella zona dell’epicentro – fra le provincie di Avellino, Salerno e Potenza – decine di paesi saranno rasi al suolo e il bilancio finale conterà quasi tremila vittime, oltre a centinaia di migliaia di feriti e senzatetto. Un evento terribile che avrà una risonanza mondiale e produrrà conseguenze sulla vita sociale e politica nazionale. Ma saranno soprattutto i territori colpiti ad essere attraversati da intense trasformazioni, dalla distruzione iniziale, alla lunga ricostruzione dei decenni successivi, fino alle ripercussioni sulle biografie individuali e collettive di intere popolazioni.
Gabriele Ivo Moscaritolo, nato a metà degli anni Ottanta, non ha vissuto direttamente il terremoto ma è cresciuto nei luoghi attraversati dalla distruzione, frequentando scuole “prefabbricato” e ascoltando storie e vicende scaturite da quel tragico evento. In qualche modo, le vibrazioni del 23 novembre 1980 sono giunte fino a lui, come del resto a tutta la generazione dei “figli del terremoto”.
Durante gli studi universitari coltiva la passione per i memory studies e la storia orale e decide così di dedicarsi allo studio del sisma adottando una prospettiva che dà voce alle persone coinvolte e mette in luce l’esperienza dei diretti protagonisti. Il dottorato di ricerca presso l’Università Federico II di Napoli sarà l’occasione per approfondire questo studio e Gabriele discuterà la tesi Storia sociale di un terremoto. Esperienze, memorie e trasformazioni nel cratere irpino. Sant’Angelo dei Lombardi - Conza della Campania (1950-2016).
La nascita della collana Storia Orale all’interno della casa editrice EditPress è l’occasione per far conoscere ad un pubblico più vasto la ricerca. L’editore Umberto Coscarelli immediatamente crede nel progetto editoriale e così il testo della tesi viene aggiornato e rielaborato divenendo Memorie dal cratere. Storia Sociale del terremoto in Irpinia.
Gabriele Ivo Moscaritolo ha conseguito il dottorato in Scienze Sociali e Statistiche presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli dove ha collaborato con l’Archivio Multimediale delle Memorie. Da sempre interessato al tema della memoria e all’esperienza delle popolazioni colpite da catastrofi naturali fa parte del gruppo di ricerca sul post sisma dell’Italia centrale “Emidio di Treviri” ed è membro del direttivo dell’AISO (Associazione Italiana Storia Orale).
Il terremoto del 23 novembre 1980 viene spesso ricordato attraverso due momenti principali: da un lato l’immane tragedia delle prime ore e dall’altro la lunga fase di ricostruzione, divenuta nel tempo sinonimo di spreco, corruzione e clientelismo. L’interpretazione di un momento cruciale della storia italiana tuttavia non può ridursi ad una lettura economica e politica e così la ricerca di Gabriele Ivo Moscaritolo esplora in profondità i mutamenti avvenuti nel cratere irpino, dando voce a donne e uomini appartenenti a diverse generazioni e facendo emergere finalmente un nuovo punto di vista sui fatti accaduti. Un lungo e minuzioso lavoro che offre nuove prospettive sia per la comprensione di eventi che ciclicamente interessano il nostro Paese sia per gettare un nuovo sguardo su territori che oggi attraversano la più generale crisi delle “aree interne”.
I sostenitori riceveranno direttamente a casa le copie ordinate come ricompensa e, se vorranno, potranno donare liberamente per far progredire la campagna. Le copie verranno spedite direttamente a casa dei sostenitori dalla casa editrice EditPress.
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Il 23 novembre 1980 il più disastroso terremoto della recente storia italiana colpisce una vastissima area del Mezzogiorno italiano provocando migliaia di vittime e azzerando decine di piccoli centri. A quarant’anni dall’evento spartiacque una nuova prospettiva per leggerne la storia è possibile ed è quella che dà voce all’esperienza degli abitanti, testimoni diretti della furia della natura ma anche delle intense trasformazioni che hanno attraversato i territori. Racconti, giudizi e interpretazioni dei diretti protagonisti si intrecciano con la documentazione ufficiale svelando le vicende di Sant’Angelo dei Lombardi e Conza della Campania, due centri del “cratere” accomunati da una distruzione pressoché totale dell’abitato ma che hanno compiuto due scelte opposte per la ricostruzione. Recuperare o rifondare? È a partire da questo dilemma che si snodano due storie impervie ma allo stesso tempo affascinanti in cui l’esperienza soggettiva incrina la memoria nazionale degli eventi restituendoci una visione più complessa e articolata di un momento cruciale della storia italiana.
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