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CHI SIAMO
Terre Colte è un'associazione di promozione sociale che sostiene il riuso delle terre incolte e/o abbandonate, l'auto produzione del cibo e il consumo sostenibile.
Terre Colte nasce da una prima esperienza di recupero di un terreno incolto e abbandonato di circa 3.000 mq nella provincia di Cagliari, poi trasformato in orto condiviso dove chiunque può avere a disposizione una porzione di terra da coltivare, a patto che la conduzione avvenga senza l’uso di sostanze chimiche. In meno di un anno più della metà dei 40 lotti del terreno erano già occupati, e dato l’entusiasmo suscitato, quell`esperienza positiva fu immediatamente replicata ottenendo altrettanto successo. In brevissimo tempo, viste le numerose richieste di adesione sia da parte dei fruitori che da parte dei proprietari, si è capito che il concetto degli orti condivisi doveva essere sviluppato in forma organizzata.
Nasce così nel Luglio 2014 Terre Colte, che ormai da 3 anni stimola e sostiene privati, aziende, scuole ed Enti pubblici nella realizzazione e coltivazione di orti condivisi, orti urbani, e terreni recuperati ad usi sociali, terapeutici, didattici e di integrazione multietnica. Oggi i nostri orti condivisi sono dislocati in 6 diversi comuni della regione metropolitana di Cagliari, suddivisi in lotti di 50 mq ciascuno, dove oltre a implementare tecniche di permacoltura e agricoltura sinergica, gli ortisti partecipano a lavoratori formativi, dispongono dell'uso di acqua per l’irrigazione ed energia elettrica, ricevono l'assistenza, la sorveglianza e infine la copertura di una polizza assicurativa per portare a buona riuscita le loro esperienze di coltivazione diretta. L'associazione organizza inoltre numerosi eventi didattici per l'autoproduzione alimentare, progetti per le scuole, corsi di permacultura e agricoltura naturale e attività di sensibilizzazione per la tutela e la salvaguardia delle api.
Il PROGETTO "FARINA DEL TUO SACCO"
Da questa esperienza di successo abbiamo voluto rilanciare il progetto in una versione più evoluta attraverso l'adozione di terreni incolti di dimensioni rilevanti, per affrontare il problema dell'abbandono delle terre coltivabili che in Sardegna riveste proporzioni tali da incidere non solo sul piano meramente economico, ma anche su quello socio-culturale e microclimatico (sovra sfruttamento e impoverimento dei terreni, siccità, disboscamento).
Ecco dunque "Farina del Tuo sacco": tramite una raccolta fondile famiglie che aderiscono possono garantirsi il fabbisogno annuo di beni primari (come il grano e la farina) certificati bio e a Km zero (filiera chiusa), anticipando le spese necessarie ai contadini per l'acquisto delle sementi e dei costi dell'aratura. In questo modo garantiamo ai coltivatori una copertura finanziaria anche in caso di avversità climatiche o di esternalità negative e ai consumatori di accedere ad un rapporto diretto e di fiducia coi produttori locali. Il 60% della produzione finale sarà distribuito agli aderenti che prenoteranno le diverse ricompense e il restante sarà destinato a fondo cassa da utilizzare per sostenere la prossima coltivazione e al ricavato dell'agricoltore. In questo modo avviene un vero e proprio mercato equo che salta tutti i passaggi intermedi della filiera assicurando qualità e calmierando i prezzi.
Farina del tuo sacco però AMBISCE a realizzare uno scopo ulteriore ancora più strategico: oltre a ridurre i passaggi dal produttore al consumatore, vuole chiudere la filiera acquistando dei semplici ma fondamentali macchinari che permettano ai prodotti locali di arrivare già raffinati al consumatore. Già da subito infatti, gli aderenti che prenotano la farina contribuiscono all’acquisto di un micro mulino a pietra che permetterà di trasformare il grano in farina. Tutto a misura d’uomo per un mercato sostenibile.
ANALISI DEI PROBLEMI
Il fenomeno dell'abbandono delle terre è l'effetto di una serie di problemi concatenati da un rapporto causa – effetto in un quadro non modificabile nel breve periodo e legato a politiche economiche mondiali, a cambiamenti climatici e a fattori culturali di respiro internazionale come l’inurbamento umano e l’abbandono delle terre.
Nel mercato nazionale ed internazionale la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) tende a sottopagare i produttori di beni primari e ad alzare notevolmente i costi per i consumatori senza mai garantire un prodotto di alta qualità. In Sardegna i rischi sono esasperati dal non poter disporre di un ampio mercato per via dell’esigua popolazione e dagli alti costi dei trasporti per via dell'insularità. A questo si aggiunge sul piano microeconomico lo spopolamento delle aree rurali, l’assenza di larghe estensioni agricole, una rete di infrastrutture inefficienti e la scarsa organizzazione dei coltivatori diretti sardi (non condividono l'acquisto o l'utilizzo dei mezzi agricoli, lavorano troppo poco in rete o tramite il web). Queste dinamiche rendono i produttori locali ancora più deboli rispetto alla GDO che quindi impone prezzi ancora più bassi ai produttori locali e più alti ai nostri consumatori.
Per questi motivi i piccoli produttori locali che vorrebbero resistere sul mercato puntando sulla qualità delle produzioni biologiche e sui prodotti di nicchia sono subito falcidiati dagli alti costi e dalla bassa redditività delle produzioni bio e perciò non avendo un margine di liquidità sufficiente e difficoltà di accesso al credito, sono spinti a limitare il rischio lasciando la terra incolta o al pascolo. Per questo in Sardegna una grande fetta della terra coltivabile risulta incolta e le aree rurali si stanno progressivamente spopolando e, dato che la percentuale di giovani sul totale della popolazione è molto bassa, in pochi decenni molti comuni non potranno più permettersi di mantenere attivi servizi essenziali, innescando così una spirale di spopolamento e di abbandono delle terre.
L'agricoltura di qualità e bio invece potrebbe risultare il miglior volano per la riconversione economica e un'opportunità per molti giovani disoccupati perché garantirebbe un recupero del know how identitario dei territori, il rafforzamento del tessuto sociale nelle aree rurali, un’agricoltura diversificata e il presidio ecologico degli ecosistemi locali.
STRATEGIA DI INTERVENTO
Dati i problemi individuati, l'associazione Terre Colte propone di realizzare un progetto pilota, inizialmente su scala ridotta, per studiarne i punti di forza e di debolezza, misurarne gli effetti e proporre una best practice dal basso, replicabile e scalabile, che possa agire in modo sinergico con le politiche istituzionali di sostegno al settore agricolo già in atto.
L'obiettivo del progetto è di ammortizzare il rischio d'impresa, sia nella fase iniziale di investimento con l'acquisto e/o l'uso dei mezzi di produzione, sia nell’immissione sul mercato, aumentando la possibilità di vendere direttamente i prodotti sia grezzi che lavorati quindi con maggior valore sul mercato. La strategia di intervento si basa non solo sul coinvolgimento del consumatore finale nell’acquisto diretto dei prodotti, come già avviene attraverso i gruppi d'acquisto, ma soprattutto nella fase di pre-produzione: il consumatore diventerebbe un co-produttore che condivide con il contadino il rischio d'impresa sulla resa del raccolto a causa soprattutto dei fattori climatici.
Il consumatore–produttore non acquista dunque semplicemente il prodotto al prezzo pattuito ma adotta direttamente una porzione di terreno agricolo, ricevendo a fine stagione una quota del raccolto proporzionale alla porzione adottata. I co-produttori partecipano in questo modo al rischio dato che il contadino ha come unica certezza i costi ma non la resa finale per via del clima o di altri fattori ambientali o di mercato. Così i consumatori si rapportano alla pari col produttore, saltando tutti quei passaggi che gravano sul costo finale dei beni e acquistando, infine, un prodotto di qualità, ottenuto in modo più equo e sostenibile e ad un prezzo inferiore a quello dello scaffale. La formula permette a chi produce e a chi acquista di condividere successi e rischi che la natura offre, scardinando la “logica dello scaffale” o quello della dura legge del mercato.
Inoltre, dalla piattaforma stessa di crowdfunding e tramite il sistema di geo localizzazione dei terreni coltivati, “i coproduttori” seguiranno l'andamento della produzione, la tipologia di sementi utilizzata e i metodi di coltivazione, e, volendo, potranno partecipare dal vivo ai momenti fondamentali della produzione (come aratura, semina, mietitura, macinatura) e agli incontri che verranno organizzati con l'agricoltore.
IL PROGETTO PILOTA
Il progetto pilota Farina del tuo sacco sperimenterà questo meccanismo su un terreno ubicato nella Trexenta (considerato il granaio dell'antica Roma), precisamente nelle campagne di Senorbì (Provincia di Cagliari), utilizzando un'ampiezza di circa 60.000 mq già certificati bio con la produzione di grano Senatore Cappelli e ceci Pascià.
Il terreno appartiene ad un giovane agricoltore che, viste le difficoltà, gli imprevisti e il ricavato insufficiente delle ultime stagioni, aveva deciso di non continuare la produzione e di lasciarlo al pascolo. Con la proposta dell'associazione invece, l'agricoltore si occuperà comunque della coltivazione senza dover sostenere il rischio di impresa iniziale che non sarebbe stato in grado di affrontare da solo.
La stima dei costi della produzione, che comprendono l'acquisto dei semi, il costo dell'aratura e della semina e di tutte le fasi operative sono stati stimati in media 650,00 € ad ettaro, per un totale di 4.000,00 €.
Il progetto pilota vuole anche incentivare l'offerta diretta dei prodotti finiti e quindi abbiamo previsto l'acquisto di un piccolo mulino professionale con macina a pietra che consenta di trasformare il grano in loco, abbattendo i costi finali per il consumatore e garantendo un prodotto più controllato e di maggiore qualità riducendo il rischio che possa subire alterazioni grazie al sistema farina on-demand (trasformazione del grano su richiesta). Così otterremo un prodotto più sostenibile anche dal punto di vista ambientale, perché percorre meno km nel suo ciclo di produzione e trasformazione e che quindi costa meno in tutti i sensi. Risparmio che va a beneficio sia del consumatore che del contadino, che trattiene un guadagno maggiore di quanto avrebbe ottenuto pagando il conferimento e il trasporto al mulino.
Il costo stimato per l'acquisto di un mulino a pietra con le caratteristiche necessarie è di 6.000,00 €. Il mulino resterà di proprietà dell'associazione e potrà essere riutilizzato per sostenere altri produttori che aderiranno successivamente replicando il progetto. I costi amministrativi, degli eventi, laboratori, campagne di sensibilizzazione e delle ricompense, è stimato in 2.000,00 €.
In totale, il budget richiesto per il progetto è di 12.000,00 €, che serviranno per i costi totali del progetto e per permettere all'agricoltore una remunerazione equa e garantire la produzione per la prossima stagione.
CONCLUDENDO...
I periodi di crisi e la concorrenza internazionale portano molti di noi a scegliere i propri acquisti in base al prezzo, questo meccanismo rende sempre più difficile la sopravvivenza dei piccoli produttori, specialmente quelli locali. Stimolando un coinvolgimento diretto tra i consumatori e l'agricoltore produttore del nostro cibo, creiamo una collaborazione che può disegnare un nuovo concetto di consumo, realmente sostenibile e proficuo per entrambe le parti. L'unico modo di avere la certezza di cosa mangiamo è produrre da noi il cibo, conoscendone le caratteristiche, i tempi e i periodi di crescita e le diverse forme di utilizzo ma soprattutto chiudendo la filiera dalla semina alla farina. Questo può avvenire anche con un processo di coinvolgimento totale del partecipante che oltre ad assumersi il rischio insieme al contadino, potrà partecipare al processo produttivo attraverso visite guidate al campo e/o ai laboratori del pane, della pasta fresca e di altre specialità con i ceci e la farina di grano Senatore Cappelli.
Adottare una quota del Campo di grano Senatore Cappelli è facile: basta indicare la quantità di mq da adottare (da 10 a 1000 mq) in base al fabbisogno annuale (può essere un singolo, una famiglia, un imprenditore nel settore gastronomico, un gruppo d'acquisto etc.). A giugno/luglio 2017 verrà distribuita la quota di grano o di farina corrispondente ad ogni adozione.
NOTE SULLE ADOZIONI/RICOMPENSE
* Tutte le Adozioni includono la tessera socio di Terre Colte, con il diritto di partecipare a tutte le attività dell'associazione durante 12 mesi + 50 gr. di lievito madre.
* Nel caso di adozione di più di una ricompensa verranno sommate sia l’annualità della tessera che la quantità di Lievito madre.
*Per le visite guidate, per “trasporto” si intende il viaggio andata e ritorno al campo di coltivazione, con auto private con partenza e rientro da Cagliari.
* In caso di eccedenza di adozioni, le richieste verranno soddisfatte in ordine di arrivo, la consegna totale delle ricompense è garantita con la produzione 2018.
* L'adozione della ricompensa in farina (grano o Ceci) contribuisce all'acquisto della mulino a pietra. Terre Colte garantisce per la stagione 2018 il valore delle quote di farina allo stesso valore attuale delle quote del grano o dei ceci.
* I costi del trasporto sono a carico dell’adottante, e verranno conteggiati al costo per quantità, destino e modalità.
*Le indicazioni in kg sono una stima (in piú o in meno) di quanto l’adottante può ricevere. Resta fissa la distribuzione sulla produzione reale del 60% all’adottante per ogni mq. adottato e il restante all’agricoltore.
*Terre Colte garantisce che tutte le coltivazioni sono certificate biologiche incluso l'utilizzo delle sementi.
GUARDA IL VIDEO DI PRESENTAZIONE CHE NARRA LA STORIA DEL NOSTRO PROGETTO:
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