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Film festival offida "trovarsi altrove. storie di lavoro, incontri, migrazioni"

Una campagna di
Fondazione Lavoroperlapersona

Contatti

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Fondazione Lavoroperlapersona

FILM FESTIVAL OFFIDA
"TROVARSI ALTROVE.
STORIE DI LAVORO, INCONTRI, MIGRAZIONI"

Film festival offida "trovarsi altrove. storie di lavoro, incontri, migrazioni"

Campagna terminata
  • Raccolti € 0,00
  • Sostenitori 0
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Film & corti

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Fondazione Lavoroperlapersona

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Il Progetto

La Fondazione Lavoroperlapersona, attiva ormai da più di tre anni per diffondere i valori del rispetto, dell’importanza della diversità e dell’accoglienza, del lavoro come espressione della persona, organizza la seconda edizione del Film Festival Offida.

Il Film Festival 2015, rassegna di film e documentari, si terrà da venerdì 8 a domenica 10 maggio a Offida, un magnifico borgo nell’entroterra marchigiano.

Tre giorni gratuiti di proiezioni, incontri, mostre, momenti musicali.

Il Film Festival Offida, quest’anno avrà come titolo “Trovarsi Altrove. Storie di lavoro, incontri, migrazioni”.

PERCHÉ?

Perché il trovarsi altrove, in un luogo estraneo, il sentirsi fuori posto è una condizione che tutti abbiamo provato. Il trovarsi altrove è un tema quanto mai attuale. Vogliamo affrontarlo per raccontare storie vere e reali, testimonianze. Perché non vogliamo solo discutere del problema ma rispondere alla domanda: “E quindi?”.

La situazione del trovarsi altrove e fuori posto è un tema che accomuna chi decide di andarsene dall’Italia per scelta o per necessità; chi arriva in Italia per disperazione; i detenuti e le detenute che devono reintrodursi nella società. Ma anche l’altrove nel lavoro; l’altrove dell’Italia nel secondo dopoguerra; il convivere altrove di ragazze e ragazzi provenienti da paesi in guerra.

COSA, COME

Non vogliamo solo proiettare delle storie, ma raccontarle.

Film, documentari, filmati. Musica, fotografie, fumetti. Incontri e interviste.

Storie di persone che hanno affrontato il loro altrove. Storie di incontri.

Alcuni protagonisti? Luciana delle Donne di Made In Carcere, i ragazzi di “Rondine -Cittadella della Pace” e molte altre sorprese ….

Storie che testimoniano diverse prospettive del trovarsi altrove:

IL TROVARSI ALTROVE DELL’EMIGRAZIONE

Partendo dalla storia di Luigi Di Ruscio, poeta italiano emigrato a Oslo, cercheremo di capire com’era l’emigrazione in passato e com’è oggi.

La Neve Nera. Luigi di Ruscio a Oslo, un italiano all’inferno

Angelo Ferracuti, Paolo Marzoni - Maxman Coop, Docufilm - 2014

Luigi di Ruscio poeta italiano ha lavorato per anni in una fabbrica di Oslo da emigrante.

Fermo a un'educazione da quinta elementare ha imparato da autodidatta e la sua vita

norvegese ha ricalcato in pieno quella di tutti gli italiani arrivati in quel paese in quegli

anni.

IL TROVARSI ALTROVE CON ANDREA SEGRE

“Il turismo è peccato. Viaggiare a piedi è virtù”. È il pensiero di uno dei più grandi documentaristi della storia del cinema: Werner Herzog. Il viaggio a piedi, il viaggio via terra, il viaggio in luoghi che non conosci e che nessuno ha preparato a tua misura sono alla base dello sguardo e della sfida documentaria.

Ma non tutti possono o non tutti sanno di poter viaggiare. Il diritto al viaggio e il coraggio di farlo fino in fondo sono due fattori di profonda civiltà e democrazia e la nostra epoca, attraversata da crisi, fortezze e viaggi low cost, li sta mettendo fortemente in discussione.

Da questa forte connessione tra viaggio e documentario nasce l’idea di Fuori rotta, un progetto di azione culturale sul diritto al viaggio che parte da un documentario in una terra di confine, le steppe euroasiatiche del Kazakistan occidentale. Da Baku ad Aktau, da Atyrau ad Aksai, dove c’è uno dei più grandi giacimenti petroliferi dell’Eni al mondo, un piccolo importante pezzo d’Italia a quattromila chilometri di distanza.”

IL TROVARSI ALTROVE DEL CARCERE

Il carcere, l’altrove più conosciuto posto nel cuore della nostra società, può divenire luogo di riscatto e di ristrutturazione della propria identità. In questo caso l’altrove diviene proprio il luogo dal quale ritornare a credere di avere un’altra possibilità.

Cesare deve morire

2012 - Paolo e Vittorio Taviani

Kaos Cinematografica, in collaborazione con Stemal Entertainment, Le Talee, La ribalta - Centro Studi Enrico - Maria Salerno, Rai Cinema

Sabato 9 maggio

All'interno del teatro del carcere di Rebibbia, si conclude la rappresentazione del "Giulio Cesare" di Shakespeare. Affidata ad alcuni detenuti della sezione Alta Sicurezza. I detenuti, qui in veste di attori, tornano nelle celle. Sei mesi prima, infatti, il direttore del carcere aveva annunciato il progetto della rappresentazione teatrale; ne seguono quindi i provini. Il "Giulio Cesare", dunque, prende corpo progressivamente ed è l'occasione per gli attori di comprendere come le passioni, i legami e i tradimenti che punteggiano, guidano o traviano la vita dell'uomo (e le loro storie criminali) non sono mai cambiate nei secoli e che le vicende della Storia riproducono, solo in scala diversa, quelle delle vite di tutti.

IL TROVARSI ALTROVE DEL LAVORO

Il luogo di lavoro viene spesso vissuto come luogo periferico della propria identità, uno spazio che è molto facile vivere in modo claustrofobico e alienante.

Verranno proiettati spezzoni di filmati.

IL TROVARSI ALTROVE DEL DOPOGUERRA

L’Italia del dopoguerra si risveglia in un paese nuovo, un luogo straniero da dover ricostruire, ricco di macerie e di sogni infranti, ma pieno di speranze. Riflettere e specchiarsi in quello slancio può fornire la migliore testimonianza per trasformare la crisi vissuta come malattia mortale in spazio possibile, per quanto difficile, di rilancio.

Verranno proiettati filmati ripresi dagli Archivio Movimento Operaio e Democratico di Roma e dall’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa, con sottofondo musicale dal vivo di  Daniele Di Bonaventura, che ha collaborato tra gli altri con Paolo Fresu, Stefano Bollani, Francesco Guccini, Sergio Cammariere, Lella Costa, Ornella Vanoni e alla colonna sonora del film “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi.

PROGETTI SCUOLE

Abbiamo dato vita anche a due progetti per le scuole: un lavoro sul libro di John Steinbeck “Furore” e sul film di John Ford per i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado; un gioco creato appositamente per i bambini delle scuole secondarie di primo grado per affrontare insieme a loro il tema del conflitto.

IL CONVIVERE ALTROVE DI RAGAZZE E RAGAZZI

Quando l’altro è vissuto come il diverso, o peggio, il nemico, anche la quotidianità si trasforma in un altrove circondato da mura, barriere e chiusure.

Se l’altro viene incontrato effettivamente altrove, nella condivisone di uno spazio comune e all’interno di un cammino di pace, cè la possibilità di cancellare ogni conflitto.

Persepolis - Sabato 9 maggio

2007 - Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud - Sony Pictures Classics - Quinta Communications

Teheran, 1978: Marjane, otto anni, sogna di essere un profeta che salverà il mondo. Educata da genitori molto moderni e particolarmente legata a sua nonna, segue con trepidazione gli avvenimenti che porteranno alla Rivoluzione e provocheranno la caduta dello Scià. Con l'instaurazione della Repubblica islamica inizia il periodo dei "pasdaran" che controllano i comportamenti e i costumi dei cittadini. Marjane, che deve portare il velo, diventa rivoluzionaria. La guerra contro l'Iraq provoca bombardamenti, privazioni e la sparizione di parenti. La repressione interna diventa ogni giorno più dura e i genitori di Marjane decidono di mandarla a studiare in Austria per proteggerla. A Vienna, Marjane vive a 14 anni la sua seconda "rivoluzione": l'adolescenza, la libertà, l'amore ma anche l'esilio, la solitudine, la diversità.

IL FURORE DELL’ALTROVE

L’Altrove di ieri è l’altrove di oggi?

I ragazzi, dopo aver letto Furore di John Steinbeck, dovranno creare una sceneggiatura e girarne il cortometraggio.

Verrà poi fatto vedere loro il film di John Ford tratto dallo stesso libro.

Furore – Venerdì 8 maggio

1940 - John Ford - Twentieth Century Fox

America anni ’30. Tom Joad esce di prigione - aveva ucciso un uomo in una rissa - e trova tutti in una miseria nera. La grande depressione ha coinvolto tutto il paese. Non c'è lavoro, non c'è nemmeno cibo, persino la terra è diventata arida, dove prima non lo era. Con tutta la sua famiglia, decide di partire verso l'ovest, dove, si dice, c'è lavoro e ci sono terre fertili. Caricato un vecchio camion di tutto ciò che possiede, la famiglia comincia il viaggio. Lungo la strada incontra scioperi, bidonvilles, violenza e sistematica, crudele mancanza di lavoro. Muoiono i nonni, i Joad vengono accolti in un villaggio, lavorano sì, ma con paghe da fame. Quando Tom assiste all'uccisione di un suo amico da parte di un poliziotto, colpisce l'agente e, senza volerlo, lo uccide a sua volta. Da quel momento dovrà fuggire. Ma Tom crede ancora che un giorno le cose potranno andar meglio.

E INOLTRE:

Il villaggio di cartone - Domenica  10 maggio

2011 - Ermanno Olmi - 01 Distribution

Una chiesa. Un parroco. Un'impresa di traslochi. La chiesa non serve più e viene svuotata

di tutti gli arredi sacri, ivi compreso il grande crocifisso sopra l'altare. Restano solo le

panche. Il vecchio prete sembra non sapersi rassegnare a questa sorte. Ma poco dopo

un folto gruppo di clandestini in cerca di rifugio entra nella chiesa e, con panche e

cartoni, vi installa un piccolo villaggio. Il sacerdote vede la sua chiesa riprendere vita;

mentre dall'esterno gli uomini della Legge si fanno minacciosi.

I NUMERI

3 giorni: dal venerdì alla domenica

2 scuole: una secondaria di primo grado (Offida) e una secondaria di secondo grado (Ripatransone)

4 principali linguaggi: cinematografico, fotografico, musicale, narrativo

Più di 10 proiezioni: tra film, documentari e filmati

15 momenti differenti: tra proiezioni, incontri, discussioni, momenti di musica  

Più di 20 ospiti tra registi, giornalisti, scrittori, blogger, studiosi, manager

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