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Poteva essere un'occasione straordinaria. Non è andata così. Non ci siamo voluti bene. Abbiamo commesso l'errore di delegare a terzi le nostre esistenze per poi non essere in grado di decifrare e interpretare azioni che hanno scaraventato le nostre persone in un oscuro dramma fatto di sconforto, inquinamento, disoccupazione e morte. Ci sono genti, saperi, cose, identità che sono venute a scontrarsi con azioni occulte creando un senso di precarietà che ha appannato la memoria di un popolo, facendone l'ombra di se stesso. E senza più certezze e dignità abbiamo assistito passivamente ad un radicale cambiamento della nostra società e dell'economia legata al territorio che si riflette, in negativo, sulle nostre vite e i nostri comportamenti. Di tutto questo non possiamo accusare altri se non noi stessi.
LA BALLATA DEI LUOGHI TRISTI è uno spettacolo denuncia che parla di Sud, di Petrolio, Lucania, di disoccupazione, di europa, di povertà, di corruzione, di morte. L'obiettivo è far conoscere queste storie in tutta la penisola, perchè le persone possano prendere coscienza di ciò che accade intorno alle loro vite.
Un estratto dello spettacolo:
"Stiamo, quindi, assistendo ad una disgregazione galoppante e senza ritorno del tessuto socio-economico ,le nostre coscienze ancora dormienti contribuiscono ad occultare un microcosmo fatto di prevaricazioni, corruzione e povertà. Una bonus card e la bassa manovalanza non possono giustificare in alcun modo le mille cicatrici lasciate sulla nostra terra, i cuori dovrebbero piangere nel vedere i nostri luoghi fatti a pezzi, in uno sconvolgimento ambientale senza precedenti mascherato da progresso in un credo amplificato da un'emorragia di promesse che, il più delle volte, sfociano in iniziative a carattere metafisico. La prossima generazione si ritroverà a girovagare inebetita tra piazze e strade vuote, maledicendo i vecchi governanti rei di aver acceso diversi mutui utilizzando i fondi delle royalties creando così un debito che va a cozzare col senso di responsabilità di cui i rappresentanti istituzionali dovrebbero farsi garanti. Ma qui, gente, parliamo di cariatidi che cavalcano da decenni una politica tendente a valorizzare solo la propria figura di boriosi dal linguaggio incomprensibile, demiurghi del non senso indifferenti ai bisogni di una terra che soffre. Ci hanno proposto un sogno, abbiamo trovato un incubo. Bisognerebbe rievocare le nostre identità perdute per restare così fuori da un gioco le cui regole vengono continuamente cambiate, valorizzando nel contempo le capacità e le idee delle persone".
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