Una campagna di Antonietta Di Vito
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Bologna (Stazione Centrale), 2 ottobre 2025
La sera del 2 ottobre, durante la manifestazione contro il genocidio in Palestina Lince si trova in viale Masini. Lì viene colpita in pieno volto da un lacrimogeno sparato ad altezza d’uomo. L’impatto la fa cadere a terra e le provoca delle lesioni gravissime all’occhio. Lince aiutata da un’amica prova a rialzarsi e chiede l’intervento di un medico. In quel frangente vengono raggiunte alle spalle da tre/quattro agenti delle forze dell’ordine, che invece di prestare soccorso come stavano chiedendo, infieriscono colpendole con molteplici manganellate su dorso, testa e schiena. Lince e la sua amica rimangono lì, a terra, circondate da uno scenario dominato da un uso indiscriminato e sproporzionato di lacrimogeni contro la folla. L’unico soccorso che riceveranno sarà da altre persone presenti in un contesto reso estremamente pericoloso da un intervento repressivo che non tiene conto dell’incolumità di nessuno.
Lince non potrà mai più vedere da un occhio.
Questo non è un incidente, è il risultato diretto di scelte politiche e operative che trasformano lo spazio pubblico in un luogo di rischio per chi dissente. Quando strumenti ad alto potenziale lesivo vengono utilizzati contro civili, la linea tra “ordine pubblico” e violenza istituzionale svanisce.
Tuttavia, episodi come questo non devono generare paura né scoraggiare la presenza nelle piazze. La repressione vuole produrre silenzio, isolamento e rinuncia: ciò che invece emerge dalle strade di questa città è l’opposto. La volontà collettiva di continuare a manifestare, di occupare lo spazio pubblico e di prendere parola non può essere messa a tacere dalla violenza. La legittimità del dissenso non è negoziabile, e non sarà la brutalità a farci arretrare.
Per questo chiediamo:
Lince sta affrontando e dovrà affrontare ingenti spese sanitarie e legali, avendo deciso di denunciare per richiedere l'accertamento delle responsabilità dirette e di chi gestiva la piazza, oltre al risarcimento dei danni da parte dello Stato.
Per questo ribadiamo la nostra completa solidarietà e vicinanza a Lince e a chi, ogni giorno, sceglie di essere presente nelle lotte. Scendere in piazza è un diritto, non una concessione. Continueremo a farlo insieme, senza paura, finché giustizia e libertà non saranno realmente garantite a tuttə.
Lince e alcunə compagnə
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.

Buona salute: garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.

Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;

Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.
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