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“Viviamo in grandi difficoltà: il gelo, il caldo, il nemico, le montagne e molte cose potrebbero andare male. Ma noi siamo determinate, ce la faremo.”
Migliaia di donne di diverse nazionalità si sono unite alla guerriglia curda.
Nelle montagne del Kurdistan iracheno hanno scavato tunnel e costruito una nuova comunità per proteggersi dagli attacchi continui di droni e aerei turchi.
Qui ogni giorno rischiano la vita. Qui, ogni giorno, resistono.
La loro storia dobbiamo raccontarla ora, perché siamo in un momento di grande cambiamento per la regione e questo film può aiutare a raccontare chi sono queste donne, cosa vogliono e la visione del movimento.
Da oltre trent’anni Tekosin Ozan lotta per la liberazione del suo popolo. Accanto a lei ci sono giovani donne che hanno appena scelto di entrare nella guerriglia.
“Quando ci si unisce al movimento è come rinascere. Si abbandona la propria vecchia vita, si cambia nome. E bisogna imparare tutto di nuovo”, racconta Feride, che scopriremo essere anche una musicista.
Il Pkk, Partito dei Lavoratori del Kurdistan, fondato nel 1978, da più di 40 anni svolge una lotta armata contro lo stato turco per conquistare l'autodeterminazione e diritto ad esistere. La guerriglia è determinata nel resistere contro gli attacchi incessanti: Il movimento delle donne ne è il cuore pulsante. Il fondatore del partito Abdullah Öcalan crede che nessuna società potrà essere libera se prima non lo sono le donne.
Dagli anni ‘80 il movimento ha costruito la propria casa a Qandil, una valle remota nel Kurdistan iracheno. Dopo aver combattuto e vinto l’ISIS, la guerriglia si è rifugiata nei tunnel per difendersi dai droni turchi.
Benedetta Argentieri è l’unica filmmaker che è riuscita a entrare in queste montagne, vivere con le donne della guerriglia, raccontarne la quotidianità, le speranze e la resistenza.
Da più di dodici anni viaggia in zone di guerra per raccontare le storie e le esperienze delle donne arabe, curde, yazide, iraniane, afghane, al di fuori degli stereotipi che le vogliono solo vittime o carnefici.
Abbiamo sempre costruito i nostri documentari in modo indipendente e libero. Non vogliamo filtri, né compromessi editoriali. Per questo abbiamo scelto di lanciare questa campagna di crowdfunding per finanziare il montaggio e la post-produzione, e riuscire a farvi vedere questa storia.
Oggi, di fronte alla crisi più grave del settore cinema e documentari, vi chiediamo un aiuto.
Perché ci sono storie che possono essere raccontate una sola volta. Ogni contributo è prezioso.
Vi ringraziamo dell'attenzione.
“We live in great difficulties: the frost, the heat, the enemy, the mountains, and many things could go wrong. But we are determined, we will succeed.”
Thousands of women of different nationalities have joined the Kurdish guerrillas.
In the mountains of Iraqi Kurdistan, they have dug tunnels and built a new community to protect themselves from the incessant attacks by Turkish planes and drones.
Here every day they risk their lives. Here, every day, they resist.
We need to tell their story now, because we are at a time of great change for the region, and this film can help tell who these women are, what they want, and the vision of the movement.
For more than 30 years Tekosin Ozan has been fighting for the liberation of her people. Alongside her are young women who have just chosen to join the guerrilla movement.
"When you join the movement it is like being born again. You give up your old life, you change your name. And you have to learn everything all over again," says Feride, who we discover is also a musician.
The PKK, Kurdistan Workers' Party, founded in 1978, has been waging an armed struggle against the Turkish state for more than 40 years to gain self-determination and right to exist. The guerrilla is determined to resist against relentless attacks: The women's movement is its beating heart. Party founder Abdullah Öcalan believes that no society can be free if women are not free first.
Since the 1980s, the movement has built its homes in Qandil, a remote valley in Iraqi Kurdistan. After fighting and defeating ISIS, the guerrillas took refuge in tunnels to defend themselves from Turkish drones.
Benedetta Argentieri is the only filmmaker who has managed to enter these mountains, live with the women of the guerrillas, tell their everyday life, hopes and resistance.
For more than twelve years she has been traveling to war zones to tell the stories and experiences of Arab, Kurdish, Yazidi, Iranian, and Afghan women, outside the stereotypes that want them to be only victims or executioners.
We have always constructed our documentaries independently and freely. We don't want any filters or editorial compromises. That's why we chose to launch this crowdfunding campaign to finance editing and post-production, and to be able to show you this story.
Today, in the face of the most serious crisis in the film and documentary industry, we are asking for your help, because there are stories that can only be told once. Every contribution is valuable.
We thank you for your attention.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Parità di genere: raggiungere la parità di genere attraverso l'emancipazione delle donne e delle ragazze.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.
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