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Quest’anno la guerra in Siria compie il suo decimo anno. In questi dieci anni, tante persone si sono ritrovate la guerra dentro casa e sono state costrette a fuggire.
In Libano, attualmente, vivono oltre un milione e mezzo di profughi siriani, su popolazione complessiva di sei milioni di abitanti.
“Aspettiamo che la guerra finisca e ci ridiano la nostra terra,
ma quando avremo di nuovo la possibilità di poterci ricostruire un futuro?”
si chiede Samira, di Homs, che da madre non sa cosa sperare per i suoi figli.
Samira è una delle tante persone siriane che vivono in Libano, in condizioni di precarietà ed incertezza.
Non sanno quando potranno tornare a casa e non sanno dove potrebbero andare: in Libano sono irregolari, dal momento che il governo ha scelto di non riconoscerli come rifugiati, e ogni giorno devono vivere nell’insicurezza e nella paura del campo profughi in cui sono isolati, rinchiusi nelle tende a sperare che ci sia un futuro anche per loro, lontano dalle bombe e dalla persecuzione.
Dal nostro lato del Mediterraneo, sentiamo tante storie dalla Siria, riguardo le sorti di chi cerca di prendere le vie del mare, di chi è rimasto sotto i bombardamenti o di chi vive violenza nelle frontiere e cerca di salvarsi.
Da questo lato del Mediterraneo è difficile anche solo immaginare tanta violenza, ma vogliamo provare ad accogliere queste storie ed impegnarci.
Per questo, abbiamo deciso di costruire l’accoglienza di una famiglia siriana attraverso il progetto dei corridoi umanitari.
Sono un progetto proposto dalla Comunità di Sant’Egidio e la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e la Cei-Caritas, nato nel 2016. Sono una via di migrazione legale, consentono a famiglie e persone che sfuggono da situazioni di guerra e persecuzione di raggiungere l’Europa in modo sicuro e controllato.
Nascono per evitare le tragiche morti dei migranti in mare e per contrastare lo sfruttamento dei trafficanti, che guadagnano da chi fugge dalla disperazione.
Grazie ai corridoi umanitari, chi ha un vissuto di guerra e si trova in condizione di particolare vulnerabilità ha la possibilità di ottenere un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e di presentare successivamente domanda di asilo.
Dal 2016, diverse famiglie siriane che vivono nei campi profughi libanesi hanno avuto la possibilità di arrivare in Italia legalmente.
Guarda anche: https://www.youtube.com/watch?v=44h3YU47Agg
Siamo una rete di associazioni e cittadini, nata attorno al desiderio di creare per una famiglia che fugge dalla guerra la possibilità di ricostruirsi una vita. Siamo persone con esperienze diverse, ci siamo chiesti come poter fare qualcosa di fronte alle tante storie di guerra che ascoltiamo ogni giorno e alle tanti morte in mare.
I corridoi umanitari sono un progetto che ci è stato subito a cuore!
Per questo motivo, nel Maggio 2020 in Piazza De Andrè a Giarre (CT), abbiamo costituito la rete “Solidarietà senza confini”. Di questa rete fanno parte l’associazione Nessuno è Straniero, l’associazione " Amici della Casa della Speranza", l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, l’Azione Cattolica e tante persone presenti a livello personale.
Viviamo una terra che è affaticata da tante questioni: tanta disoccupazione, povertà, diverse situazioni di disagio sociale. Allo stesso tempo, non vogliamo essere indifferenti alla sofferenza che tante persone vivono in zone di conflitto o nelle frontiere del mondo.
Non abbiamo molte risorse, ma vogliamo impegnarci e…cerchiamo di essere creativi!
Per i mesi estivi abbiamo organizzato sagre,concerti,momenti culturali e mercatini per raccontare quello che vorremmo fare e per chiedere alla gente di darci una mano. È stato bello vedere quante persone si siano avvicinate e fatte coinvolgere, e quanti gratuitamente ci abbiano regalato la loro presenza e il loro impegno.
Il corridoi umanitari sono finanziati dalle associazioni che ne fanno parte: non si basa su fondi statali o europei. Le associazioni capofila si fanno carico delle spese burocratiche e di viaggio dal Libano all’Italia.
Quando le famiglie siriane arrivano in Italia, vengono accolte da delle reti di accoglienza, gruppi che si fanno carico della loro accoglienza e permanenza nel territorio. Le reti di accoglienza sono composte da volontari che scelgono di essere presenti nell’accompagnamento della famiglia all'inserimento sociale fino al raggiungimento dell’autonomia.
Ad oggi, continuiamo la nostra raccolta fondi per garantire il sostegno economico alla famiglia che accoglieremo.
Per quanto riguarda l’abitazione, abbiamo tre opzioni possibili, tre appartamenti nel territorio del giarrese che stiamo valutando. Tutte e tre le strutture, però, necessitano di spese, affinché siano adatte ad una famiglia.
Sarà la casa in cui la famiglia finalmente si sentirà al sicuro, in cui potranno lasciare al passato la guerra che hanno subìto e vivere la pace che da tanto tempo aspettano.
Una casa che speriamo tanto di vedere presto pronta e vissuta!
Ti chiediamo di fare un pezzo insieme a noi, mettere un mattone tuo!
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Buona salute: garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.
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