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Questo libro tratta di un tema molto potente e di grandissimo impatto, la depressione.
La affronta con un taglio autobiografico, mai saggistico, permette invece di fare un viaggio e di conoscere attraverso i sogni i vari aspetti della mente che diventano personaggi veri e proprio.
Il protagonista impara da questi ed applica nella vita reale i cambiamenti necessari spinto dalla volontà incarnata dal Guerriero d'Acciaio.
La seconda parte del libro spiega dettagliatamente come la mente imbrigliata lotti per trovare l'equilibrio necessario.
Chiudono alcune poesie.
Il libro è disponibile su Amazon sia in Ebook che cartaceo se volete leggerlo, di seguito riporto uno dei racconti.
Vi invito a sostenermi, non ho le possibilità da solo di farlo, ma insieme a Voi sicuramente sarà possibile aitutare tanta gente. Grazie
Ero nelle prime settimane di questa assurda avventura ed in me la soglia di attenzione, di auto protezione, era salita tantissimo.
Il pensiero costante era togliermi semplicemente la vita, trovavo irresistibile ogni altezza ed infatti evitavo di salire le scala, stavo lontano dalle finestre, insomma facevo di tutto per non trovarmi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
La sera ero sempre esausto ma faticavo a prendere sonno, eppure non facevo altro tutto il giorno, se non combattere contro me stesso e continuare a studiare: non ho mai smesso di fare gli esami universitari neanche nelle fasi più acute della malattia.
Se ci chiedono, anche in modo martellante, di fare qualcosa, solitamente non troviamo difficile respingere l’offerta, tutt’al più proviamo fastidio ed al limite reagiamo sgarbatamente. Quando siamo noi stessi a volere qualcosa la partita è molto diversa, perché ci conosciamo benissimo, sappiamo quando è il momento di attaccare, usiamo i trucchi più infidi per coglierci impreparati e superarci.
Nessuna lotta è tanto dura quanto quella con noi stessi.
Eppure, ero ancora in piedi, non avevo mai provato il sudicio, - non è un errore ortografico, non pronunciare mai una parola che rappresenta un comportamento negativo, per evitare che la mente la associ ad una azione da fare, dandole potere - ma la mia mente era continuamente incastrata in alcuni pensieri poco gratificanti riassumibili in:
“Voglio morire”;
“Devo resiste, non posso lasciarmi andare”;
” Voglio morire!”;
“Aspetta! Hai resistito un minuto fa e ti è costato tanto, se adesso cedi, che senso avrà aver combattuto con tanta forza”;
“Voglio morire!”;
“Hai resistito già due volte, se molli ora, che senso avrà avuto il sopportare di prima”.
E così via per tutto il giorno, capirai bene quanto possa diventare mortificante una giornata del genere Sino a quando una sera, non erano neanche le 9, avevo sonno, mi sdraiai ed in men che non si dica mi addormentai.
Nel mio percorso i sogni hanno avuto un ruolo chiave, da oggi, questi sogni sono anche i tuoi, non importa se non li hai mai sognati, l’ho fatto io per te.
Una piccola stanza bianca, apparsa all’improvviso, nessuna porta ne finestra, nessun mobile, niente di niente, che ci faccio qui? Che posto è!?
Sorridevo divertito, mi sembrava di essere il famoso Omino Bianco nella stanza bianca, famoso solo per me, quella dell’Omino Bianco nella stanza bianca è un’idea nata per gioco con un amico moltissimi anni prima di quella notte. La domanda è: che ci fa un omino vestito di bianco, in una stanza bianca, vuota, a parte un tavolo ed una sedia anch’essi bianchi, senza né porte, né finestre?
Neanche il tempo di completare questo pensiero che davanti a me, nell’angolo opposto, si materializzò un essere alto, magro, senza braccia, al posto delle quali aveva strisce sottili, larghe alcuni centimetri e decisamente lunghe, che muoveva irregolarmente avanti ed indietro.
Le gambe erano muscolose ma scarnite, le ginocchia sporgenti ed i piedi particolarmente grandi con tre grosse dita sormontate da unghie sporche e sporgenti. La pelle era squamosa, di un verde cupo, ricordava un rettile, mentre il viso, di forma triangolare, non riesco a descriverlo, posso solo dire che trasmetteva una paura senza fine e che non riuscivo a non guardarlo, era come se mi avesse ipnotizzato.
Non avevo mai visto nulla di simile. Si muoveva lentamente nella mia direzione e fissandomi brandiva vigorosamente le strane braccia che sibilavano acremente, fui subito terrorizzato ben oltre il mio limite ed infatti l’ansia mi soffocò e sentì un brivido freddo correre lungo la schiena.
Anche perché non c’era modo di scappare da quella stanza, ma penso che se anche ci fosse stato non sarei comunque riuscito a sfruttarlo.
Ero paralizzato, stava arrivando, era finita!
Ma quando tutto sembrava ormai perduto, ecco porsi tra di noi un uomo robusto, con i capelli neri ed una folta barba, mi dava le spalle ed era tanto vicino a quell’essere che venne da subito ripetutamente colpito da quest’ultimo in diverse parti del corpo.
Io sarei già morto, lui invece non sembrava affatto turbato, come se quei colpi non gli procurassero alcun fastidio ed infatti non reagì, ma si limitò ad allargare le braccia, come davanti ad un cavallo imbizzarrito, bloccandogli l’avanzata.
Passarono così alcuni interminabili secondi, sino a quando il mostro senza preavviso cessò ogni incombenza e la stanza cadde in un silenzio assoluto.
Avendolo neutralizzato, l’uomo con la barba si voltò e guardandomi con occhi buoni mi disse: “Stai tranquillo, non può arrivare sino a te, fai la tua strada, fai le tue cose, non preoccuparti, non può arrivare sino a te”.
Quelle parole, in quella piccola stanza, risuonarono fortissime nella mia testa ed una quanto mai inattesa speranza di pace mi pervase.
Poi l’uomo con la barba si voltò nuovamente per fissare quell’essere e con voce ferma tuonò: “Vattene! non è roba tua. Vattene! non puoi arrivare fino a lui. Vattene!”.
Mentre ancora parlava, il mostro cominciò ad indietreggiare poi, semplicemente, svanì.
Nella stanza restammo solo io e l’uomo con la barba che tornò a guardarmi, ed accennando un sorriso ripeté quello che mi aveva già detto: “Stai tranquillo, non può arrivare sino a te, fai la tua strada, fai le tue cose e non preoccuparti”, infine fece un cenno con la mano per salutarmi e scomparve anche lui.
Ero rimasto solo, incredulo, mi guardavo intorno ancora spaventato, ma anche sereno, infine mi svegliai.
Quella fu la sola mattina di tregua che ricordo: nessun cattivo pensiero, nessuna paura, qualche ora di pace poi tutto ricominciò, ma qualcosa era cambiato in me avevo una nuova consapevolezza: per quanto il male potesse colpire duro avevo l’uomo con la barba dalla mia parte e mi ripetevo sempre: “Non sono cosa sua, non può arrivare fino a me”.
Nacque così una nuova forza, che aveva il grande potere di interferire in ogni istante, indirizzando i miei pensieri e persino i miei sogni: durante il giorno, instancabile, continuava a ripetermi quello che dovevo fare ed anche se non agiva direttamente sulle mie emozioni, in qualche modo le modificava.
Nei sogni riusciva a cambiare il contesto per proteggermi, addirittura quando sognavo di cadere, mentre scendevo sentivo la sua voce che mi invitava a non bloccarmi, ma a fare di tutto per limitare i danni ed io ne uscivo sempre illeso.
È a questa forza che ho dato il nome di “Guerriero d’ Acciaio”.
…e l’Omino Bianco nella stanza bianca che fa?
Lui semplicemente pensa con la mente libera da ogni condizionamento, nessun preconcetto, nessuna esperienza acquisita che lo ostacolano. Nella sua testa tutto è possibile, può collegare concetti molto distanti in modo nuovo solo perché gli vengono in mente ed è senza paura di sbagliare o di fare brutte figure.
Nessun pensiero è inutile e quando non trova la soluzione, non sente lo stress del capo, del mondo esterno, del tempo, dei soldi e così via.
Lui ha solo una certezza: continuando a provare troverà la strada, perché c’è sempre una strada per chi, invece di cercarla, aspetta che sia essa a rivelarsi e lascia libera la mente ad ogni associazione di idee possibile, vivendo il desiderio di scoprire, di conosce, come un gioco. E se nonostante tutto non trova soluzioni non si scoraggia perché sa che alcune strade hanno bisogno di tempo per rivelarsi.
Forse anche tu, in una situazione particolare della tua vita, sei stato l’Omino Bianco nella stanza bianca. Quella volta, se c’è stata, sicuramente la ricordi.
L’accesso alla gallery è riservato ai sostenitori del progetto.
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