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Il Principe di Zucchero è un cortometraggio tratto dall'antica fiaba svizzera del 1982, riadattata da Polyedric Visions e ambientata nel 2017 in Italia.
CHI SIAMO
Polyedric Visions è un gruppo di artisti, con base a Lucca. Nasce con l'obiettivo di progettare e produrre opere in tutte e sette le arti (Architettura · Musica · Pittura · Scultura · Poesia · Danza · Cinema). Il gruppo iniziale è nato nel 2013 con la realizzazione del cortometraggio “La Bella degli Specchi”, sotto la direzione di Lavinia Andreini, presidente di Polyedric Visions. Negli anni successivi il gruppo si è ampliato con nuove personalità, che hanno permesso all'associazione di partecipare a numerosi eventi culturali come: "Grand Universe Lucca”, “It's always you", Effetto Cinema, In2TheMovies, Kinzica Fantasy, ecc, in diverse vesti: performance, allestimento, video documentario. Per scoprire di più su Polyedric Visions: https://www.facebook.com/PolyedricVisions/
PERCHE’ SCEGLIERE “IL PRINCIPE DI ZUCCHERO”
Il tema principale attorno al quale ruota questo film riguarda il confine labile tra realtà e fantasia. E’ ispirato all’omonima fiaba antica, illustrata recentemente, negli anni Novanta, da Fiona Moody. La nostra versione si distacca molto dall’originale e ne diventa riscrittura al fine di parlare di altri argomenti, attuali e contemporanei. La difficoltà nella società attuale di esprimere ogni tipo di impulso creativo, a causa delle convenzioni e delle banali preoccupazioni quotidiane. La domanda fondamentale che ci siamo posti è: c’è ancora spazio per la fantasia nel mondo contemporaneo?
Da sempre la fiaba ha rappresentato un modo di trarre insegnamenti o di spiegare sentimenti e situazioni universali, di alludere ad altro. Per questo abbiamo scelto di continuare questa tradizione, di scrivere una favola contemporanea e di dedicarla a tutti coloro che almeno una volta abbiano desiderato che la fantasia diventasse realtà!
TRAMA:
C’era una volta, in un piccolo borgo toscano immerso nel verde, una giovane fanciulla con la passione per la pittura. Non era una principessa, è vero, ma viveva comunque in una delle ville più eleganti e prestigiose del paese, circondata da tutti gli agi. La storia che stiamo per raccontarvi non si svolge in un tempo remoto e lontano, Ginevra vive infatti nel ventunesimo secolo. Ed è considerata da familiari e conoscenti una ragazza eccentrica. In camera sua non troverete gioielli o abiti firmati o dispositivi elettronici all’ultima moda. Ciò con cui desidera circondarsi più di ogni altra cosa, è tutto quello che le permette di ricreare il mondo con la sua fantasia. E’ in mezzo a colori, bozze di disegni, quadri, che Ginevra si sente maggiormente a suo agio, sprofondata in un abisso di paesaggi più vividi del mondo reale, personaggi che prendono talmente vita da poterci chiacchierare, e che per lei rappresentano qualcosa che va oltre a un insieme di linee e tratteggi su un foglio.
Ginevra è orfana di madre, ed è solo suo padre a preoccuparsi per lei. L’uomo cerca di farla scendere dalla sua bolla di fantasia e farla rientrare nel mondo concreto, coi piedi per terra. L’occasione è una festa in maschera organizzata per lei. A Ginevra è stato chiesto di portare con sé un cavaliere per accompagnarla. Ma ovviamente nessuno dei candidati proposti le sembra adatto. Ginevra ha già in mente l’accompagnatore ideale: detto fatto, scende nel salone da ballo con un ospite davvero speciale, niente meno che un principe, così perfetto da sembrare fatto di zucchero.
Ginevra scoprirà che il confine tra realtà e fantasia può essere pericolosamente confuso, e che l’equilibrio precario tra questi due universi, progressivamente sbilanciato dalle pressioni di suo padre, non può reggere oltre. Questa è la sera decisiva in cui fare una scelta: buttare giù la maschera e vivere nel mondo comune, come vorrebbe la sua famiglia, oppure varcare per sempre la soglia della fantasia, col suo principe di zucchero.
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