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Suite per Osvaldo

Una campagna di
Fabio Sartori

Contatti

Una campagna di
Fabio Sartori

Suite per Osvaldo

Suite per Osvaldo

Campagna terminata
  • Raccolti € 345,00
  • Sostenitori 11
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Musica & concerti

Una campagna di 
Fabio Sartori

Contatti

Il Progetto

Il progetto musicale Suite per Osvaldo nasce da un mio interesse per l'Opera di Osvaldo Licini.

Osvaldo Licini non è soltanto un importante pittore del '900, ma anche un poeta e un filosofo. Nei suoi scritti, raccolti nel libro "Eretico, Erotico, Errante", emergono riflessioni e simbolismi che articolano una poetica molto vasta e complessa. 

Ho scritto una Suite di brani dedicati e ispirati a questo grande artista. Una musica che alterna temi scritti e momenti improvvisati, eseguita da un trio cosi formato: 

Pianoforte: Fabio Sartori 

Clarinetto/Clarinetto basso/Sax baritono: Marco Colonna

Batteria e percussioni: Cristiano Calcagnile 

IL PROGETTO

Una registrazione a porte chiuse e, il giorno successivo, un concerto, registrato dal vivo, in presenza di un pubblico di 30 persone.

Da entrambe le sessioni di registrazione verrà selezionato il materiale audio migliore che confluirà nella pubblicazione di un disco. Verrrano scattate foto e realizzati dei videoclip durante il concerto.

Attraverso la campagna di crowdfunding ognuno può aderire al progetto scegliendo tra le varie soluzioni proposte: ingresso, disco in formato digitale o fisico, booklet con foto della serata, videoclip in formato digitale. 

QUANDO

Il concerto avrà luogo il 18 novembre 2016. I posti sono limitati. Per riservare il posto è necessario sottoscrivere una quota del progetto, seguendo le apposite indicazioni. L'evento è privato.

DOVE

A Roma presso il Laboratorio di pianoforti di Marc Maggio, in zona Pigneto. Un luogo suggestivo che ricrea l'atmosfera del laboratorio artistico, luogo di creatività e possibilità. Per l'evento verrà messo a disposizione un pianoforte Bosendorfer dei primi del novecento, dal suono unico e inconfondibile.

OSVALDO LICINI

Osvaldo Licini"Ti scrivo dalle viscere della terra, la "regione delle madri‟, forse, dove sono disceso per conservare incolumi alcuni valori immateriali, non convertibili certo, che appartengono al dominio dello spirito umano: in questa profondità ancora verde, la landa dell'originario, forse, io cercherò di recuperare il segreto primitivo del nostro significato nel cosmo” (Lettera a Franco Ciliberti del 1 febbraio 1941)

Osvaldo Licini nasce nel 1894 a Monte Vidon Corrado, un piccolo paese dell'entroterra marchigiano. I genitori si trasferiscono a Parigi, mentre il giovane Osvaldo rimane nel paese natale con il nonno Filippo.
Appena quattordicenne si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna, che frequenta fino al 1914, quando consegue il diploma al corso di pittura.
Nel 1913 aderisce al Futurismo e scrive, in sintonia con la carica rivoluzionaria, dissacratoria, irriverente del movimento, I racconti di Bruto. Nel marzo 1914 espone per la prima volta con Mario Bacchelli, Giorgio Morandi, Severo Pozzati e Giacomo Vespignani in una collettiva allestita all’Hotel Baglioni di Bologna definita, per la sua tendenza antiaccademica, la “mostra dei secessionisti”.
Le opere che presenta in questa prima mostra rivelano come il giovane Licini, pur apprezzando il linguaggio eversivo della protesta contro le convenzioni artistiche e sociali e la vitalità blasfema del Futurismo, non ne fa suoi lo stile pittorico, le tematiche e le ricerche sul dinamismo. Continua le frequentazioni futuriste e nel 1915 parte per la grande Guerra. Ferito gravemente ad una gamba sul Podgora, viene condotto all’ospedale militare di Firenze dove conosce un’infermiera volontaria, Beatrice Müller, con cui ha una relazione e da cui nasce Paolo, l’unico figlio che riconoscerà subito dopo la seconda guerra mondiale. Convalescente e per sempre claudicante alla gamba destra, nel 1917 è a Parigi presso la madre, e qui inizia a frequentare il vivace ambiente artistico di Montmartre. L’amicizia con Modigliani, con cui condivide il carattere ribelle e anarchico, la conoscenza di Picasso, che in quel periodo curava scene e costumi dello spettacolo Parade di Cocteau, i contatti con la poesia simbolista saranno fondamentali nella sua formazione e ne condizioneranno le scelte successive. Oltre ai romantici Leopardi e Novalis, i poeti prediletti da Licini sono Apollinaire, Mallarmé, Rimbaud, Valéry e Campana.

A parigi conosce Nanny Hellstromm, la pittrice svedese che sposa nel 1926 e con la quale condividerà la vita ritirata a Monte Vidon Corrado, riconoscendo il suo paese come luogo della creazione. Il paesaggio marchigiano compreso tra la sinuosità dei Sibillini e le lontananze della marina Adriatica, aperto sull’infinità siderea è fonte di ispirazione primaria in tutto il percorso artistico di Licini.

La “svolta astratta”avviene sul finire degli anni ’20, dopo aver fatto tabula rasa del periodo della pittura realistica, buona parte delle opere finisce al rogo, alcune vanno in soffitta. La conoscenza di Kandinskij e di Klee in particolare, si innesta sulla sua innata sensibilità per la linea. Il vocabolario di Licini astratto è attento alla geometria ma l’intensità cromatica irrompe nella struttura compositiva, evitando le campiture piatte e compatte alla Mondrian,  articolandosi in superfici pittoricamente sensibili vibranti in profondità tonali. L’equilibrio, tema dominante dell’astrattismo italiano, per Licini insofferente alle regole diventa squilibrio, bilico, ancora una volta espressione della precarietà esistenziale. È una geometria dettata dal cuore, una geometria che è diventata "sentimento".

Ad un certo punto Licini sente l’astrattismo come un’altra costrizione e dal 1938 inizia quel processo che lo porterà ad inventare un nuovo mondo poetico- figurativo, inizia la «scalata al cielo»
Nascono le sue creature inquietanti, affascinati, beffarde, eroiche, sensuali: gli Olandesi Volanti, le Amalassunte, gli Angeli ribelli, tutti alter ego del suo spirito libero.
Il passaggio dalla geometria ai Personaggi avviene con la mediazione di una serie di esperienze: i contatti con la rivista del filosofo Ciliberti “Valori Primordiali” che affidava alla magia, al mito, alla favola la ricerca della verità originaria; un nuovo viaggio a Parigi nel 1935, denso di incontri e di suggestioni (rivede Picasso che ha appena compiuto il suo capolavoro Guernica).

L’Olandese Volante è un marinaio del mito norvegese condannato ad errare eternamente per aver sfidato Dio oltrepassando il Capo di Buona Speranza. È la metafora dell’impossibilità della conoscenza, del peccato di orgoglio che induce l’uomo a non accettare i propri limiti. Ma i Personaggi liciniani sono condannarti a non avere risposta, a errare senza meta nei cieli silenziosi della conoscenza. La criptografia liciniana composta da segni, lettere, cifre è simbolo dell’enigma dell’esistenza.
A partire dal 1945 - ’46 compariranno le Amalassunte.
L’Amalassunta è, come ha spiegato Licini nel 1950, «la luna nostra bella, garantita d’argento per l’eternità, personificata in poche parole, amica di ogni cuore un poco stanco»
Amalassunta - luna, regina ostrogota e insieme dea mitologica, venerata in tutte le religioni come dea dell’oltretomba, ma anche come colei che governa i parti e le maree, le nascite e le rinascite; Amalassunta «perdutamente inabissata tra un seno a l’altro come ogni donna» è la personificazione dell’eros e della vita ultraterrena.

Oltre alle sollecitazioni culturali, nell’esito lirico dei dipinti liciniani hanno un ruolo importante le magiche suggestioni naturali del paesaggio notturno di Monte Vidon Corrado che con le sue colline sinuose, le ampie spazialità si offriva splendido dalla terrazza panoramica della casa di Licini. Non ultimo l’influsso leopardiano. 
Verso al fine del decennio, accanto alle Amalassunte, compaiono gli Angeli ribelli. Anche questi uniscono in sé celestialità ed eresia, anche se all’idea di ascesa si sostituisce in essi quella della caduta. 
Negli anni Cinquanta l’artista sviluppa i temi iconografici degli anni Quaranta. Le figura dell’angelo tende a geometrizzarsi, compaiono i “Missili lunari”, che ci ricordano che erano gli anni della conquista dello spazio, ma alludono ad un’esplorazione del cosmo che è più filosofica che tecnologica. 
E il percorso esistenziale dell’uomo Licini? Dopo il matrimonio con Nanny l’artista, salvo qualche viaggio a Parigi, in Svezia e in altre località europee, non lascia il ritiro di Monte Vidon Corrado. 
Personaggio eclettico e stravagante, desta curiosità ed interesse nei suoi compaesani che lo eleggono sindaco comunista per ben due volte (nel 1946 e nel 1951). 
Il 1958 è un anno cruciale nell’esistenza dell’artista: in aprile è presente con 53 opere alla XXIX Biennale di Venezia, dove riceve il Gran Premio per la pittura alla XXIX Biennale di Venezia; l’11 ottobre muore nella sua casa di Monte Vidon Corrado.
Si conclude così, nel silenzio del suo rifugio, nell’incanto delle sue colline, lontano dalle luci della ribalta «l’ultimo viaggio della Angelo stanco caduto/ nell’immensità siderale».

Commenti (3)

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  • MM
    Matteo bravo Fabio, in bocca al lupo!
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      paolo Fatto!
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        marco sono felice di questa iniziativa. Bravo Fabio!!!

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