Una campagna di
Piero CademartoriContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
Controlla la tua casella email: ti abbiamo inviato un messaggio con la tua nuova password.
Potrai modificarla una volta effettuato il login.
Il tuo contributo servirà a sostenere un progetto ambizioso. Scegli la ricompensa o la somma con cui vuoi sostenerlo e seleziona il metodo di pagamento che preferisci tra quelli disponibili. Ti ricordiamo che il progettista è il responsabile della campagna e dell'adempimento delle promesse fatte ai sostenitori; sarà sua premura informarti circa come verranno gestiti i fondi raccolti, anche se l'obiettivo non sarà stato completamente raggiunto. Le ricompense promesse sono comunque garantite dall’autore.
“Minerva” è il secondo romanzo di Filippo Agostini, dopo il suo esordio narrativo con “La fine di Marx” (ZONA 2014). E' l’affresco di una generazione, quella che negli anni Settanta volle fare una rivoluzione, attraverso gli occhi di un’adolescente che incarna l’ideale di passione, sogno e ostinazione tipico di un'epoca che oggi ci appare tanto lontana, quanto più viva e coinvolgente. Agostini riesce, anche in questo suo secondo romanzo, a definire un percorso generazionale che attraversa la storia italiana del secondo Novecento, concentrandosi su fatti e avvenimenti che appartengono alla memoria collettiva, raccontati da un punto di vista insolito e sorprendente.
Filippo Agostini è nato Roma il 5 maggio 1958 da genitori di Collevecchio Sabino, dove affondano le radici di famiglia, suo rifugio discreto quando, come diceva Hugo Pratt, "sono stanco e voglio andare in altri luoghi e in altre storie". Vive a Toffia, in provincia di Rieti, in una casa piena di dischi, fumetti, film e libri. Maestro della scuola d’infanzia per quasi trent’anni, ha abbandonato l’insegnamento con rammarico - causa un inatteso cedimento della colonna vertebrale - per fare il bibliotecario. Per lui i bambini sono "il polline del mondo". Ama Andrea Pazienza, Fellini, Ungaretti, Paolo Conte e Tom Waits. Quando piove e fa freddo scrive racconti e filastrocche. Dopo Sandro Mazzola e il triplete dell’Inter nel 2010, segue il calcio con moderazione. Qualche volta si addormenta mentre parla, ma dà la colpa alle medicine. Si è accorto di avere gli occhi verdi quando ha fatto la carta d’identità: è daltonico. Dopo aver frequentato la Scuola Omero di Roma, per ZONA ha pubblicato nel 2014 il suo primo romanzo, “La fine di Marx”.
Commenti (1)