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#UNmoratorium18 - Fermiamo le esecuzioni!

Una campagna di
Federazione Italiana Diritti Umani - Comitato Italiano Helsinki

Contatti

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Federazione Italiana Diritti Umani - Comitato Italiano Helsinki

#UNmoratorium18 - Fermiamo le esecuzioni!

#UNmoratorium18 - Fermiamo le esecuzioni!

Campagna terminata
  • Raccolti € 50,00
  • Sostenitori 1
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Comunità & sociale

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Federazione Italiana Diritti Umani - Comitato Italiano Helsinki

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Il Progetto

CHI SIAMO

La Federazione Italiana Diritti Umani - Comitato Italiano Helsinki è un ente del Terzo settore che opera a livello nazionale e internazionale per diffondere la conoscenza dei diritti umani, monitorarne e denunciarne le violazioni, creare maggiore sensibilità nell’opinione pubblica, esercitare influenza sugli Stati affinché essi si attengano agli impegni sottoscritti in materia di diritti umani. Sostiene la cooperazione allo sviluppo e promuove la cultura della legalità, della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata.

IL PROGETTO

La pena di morte è una pratica inumana, crudele e degradante e la sua abolizione nel mondo è necessaria per il progressivo sviluppo dei diritti umani. Per questo, ogni 2 anni dal 2008, una risoluzione che chiede una moratoria universale delle esecuzioni capitali, viene messa al voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ad oggi, sono 6 le risoluzioni adottate e notevoli i passi avanti che sono stati fatti. Da quel primo voto sono 18 i Paesi che hanno abolito la pena di morte per tutti i reati.

IL NOSTRO TESTIMONIAL

"La pena di morte non è un problema solo per quei paesi che la praticano. Noi appartenenti all’unica razza che esiste, quella umana, non vogliamo più far parte della razza disumana che ancora legalizza l’omicidio, perché uccidere è sbagliato sempre”.

 Oliviero Toscani, discorso all’Organizzazione delle Nazioni Unite, aprile 2001. 

L’OBIETTIVO

La sfida principale è quella di mantenere la tendenza chiaramente abolizionista che si è affermata a livello globale negli ultimi decenni e convincere gli Stati che ancora applicano la pena di morte ad eliminarla dal loro ordinamento giuridico. Sicuramente un primo importante passo verso l’abolizione definitiva consiste nell’impegno di un Paese che ancora conserva la pena di morte nella sua legislazione, a votare a favore di una sospensione delle esecuzioni. Nonostante però l'indubbia tendenza abolizionista, ci sono segnali preoccupanti in alcuni Paesi per questioni legate al terrorismo e al traffico di droga. Nello specifico, nel 2016 si sono registrati importanti passi in avanti grazie ai primi voti a favore di Malawi, Swaziland, Namibia, Isole Salomone, Sri Lanka e Guinea, ma abbiamo purtroppo assistito anche ai passi indietro fatti da Seychelles, Niger, Filippine e Guinea Equatoriale, i quali si sono astenuti dopo aver precedentemente votato a favore, delle Maldive che sono passate dall’astensione al voto contrario e dal Ruanda, assente dopo avere in precedenza votato a favore. Per questo nuovo voto, previsto per l’autunno 2018 a New York, l’impegno è soprattutto quello di ottenere un numero maggiore di voti a favore, frenando l’allarmante ondata controcorrente.

PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DEL TUO SOSTEGNO

I risultati ottenuti a New York sono il frutto di un intenso lavoro di advocacy della rete internazionale costituita da quei governi, ONG, coalizioni che lavorano per l’abolizione universale della pena di morte. Le missioni nei Paesi target che precedono il voto della risoluzione sulla moratoria delle esecuzioni all’Assemblea Generale dell’ONU servono per instaurare un dialogo con le autorità di quei Paesi che mantengono la pena capitale e per rafforzare la rete locale degli abolizionisti. Esse sono una risorsa fondamentale all’interno della strategia per l’abolizione della pena di morte nel mondo. Anche per il prossimo voto vogliamo continuare a garantire la nostra presenza attraverso missioni di advocacy da effettuare prima della votazione all’Assemblea generale dell’ONU in Tunisia, Zimbabwe and Niger. Pertanto, la lista dei Paesi target sarà riesaminata alla fine di agosto, mentre le missioni si effettueranno tra ottobre e novembre.

COME VERRÁ UTILIZZATO IL TUO CONTRIBUTO

Tutti i contributi ricevuti attraverso Produzioni dal Basso verranno utilizzati per effettuare le missioni di advocacy nei 3 Paesi scelti (Tunisia, Zimbabwe e Niger). Durante tali missioni, la delegazione della Federazione Italiana Diritti Umani incontrerà i principali stakeholders locali: esponenti di governo, rappresentanti di istituzioni, ong ed organizzazioni della società civile, media ed esperti in materia (avvocati, ricercatori ecc.).

Il budget complessivo stimato delle attività è di € 15.510,00.

Segue il dettaglio di spesa delle 3 missioni per una delegazione composta da 2 persone per la durata di 1 settimana per ogni Paese:

Missione di Advocacy in Tunisia dal 1 al 7 Ottobre 2018

Voli
Roma-Tunisi € 180,00
Parigi-Tunisi € 200,00

Hotel € 800,00 (6 notti)

Visto di uscita € 53,00

Pasti + spese relative a servizi di comunicazione € 700,00

Trasferimenti locali € 120,00

Missione di advocacy in Niger dal 13 al 19 Ottobre 2018

Voli
Roma-Niamey € 500,00 - 800,00
Parigi-Niamey € 600,00 - 800,00

Hotel € 1860,00 (6 notti)

Visto di entrata € 150,00

Pasti + spese relative a servizi di comunicazione € 1500,00

Trasferimenti locali € 100,00

Missione di advocacy in Zimbabwe dal 23 al 30 Ottobre 2018

Voli
Roma-Harare € 2000,00 - 2500,00
Parigi-Harare € 2000,00 - 2500,00

Hotel € 1045,00 (7 notti)

Visto di entrata € 52,00

Pasti + spese relative a servizi di comunicazione € 1200,00

Trasferimenti locali € 150,00

Assicurazione medica € 2000,00

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