Il progetto “Orti familiari” caratterizza le attività di cooperazione della nostra Associazione dal 2014 ed è continuato negli anni con azioni di formazione e assistenza alle donne che svolgono attività di orticoltura, al fine di aumentare la produzione e la qualità dei prodotti per autoconsumo e piccole vendite.

La sicurezza alimentare, la sostenibilità e la produttività del lavoro agricolo familiare costituiscono infatti una risorsa fondamentale per molte famiglie, in un contesto di stagnazione economica e di grave deprivazione di ampie fasce della popolazione.

Gli effetti della pandemia di covid-19 hanno ulteriormente peggiorato le condizioni di vita di gran parte della popolazione e accresciuto l’isolamento delle aree rurali, spingendo in particolare le donne, che in tanti casi hanno i loro familiari all’estero, ad aumentare la produzione di ortaggi e frutta per l’autoconsumo. In questi anni in generale l’orticoltura e la frutticoltura su piccoli appezzamenti di terreno sono state incrementate nelle aree rurali.

In Bosnia Erzegovina infatti, la povertà rimane una realtà preoccupante, con il peggioramento delle condizioni dei meno abbienti, un rapido invecchiamento della popolazione e un tasso di emigrazione tra i più alti al mondo.

Richiedendo una donazione, la nostra Associazione intende proseguire e rilanciare il proprio impegno contribuendo alla politica locale del cibo e ai sistemi alimentari territoriali, in linea con i Sustainable Development Goals 2030 di attività su scala locale a favore del controllo partecipativo alimentare.

In questo video vi portiamo la testimonianza di Nenad, agricoltore bosniaco che conosciamo da tanti anni e la cui storia incrocia i percorsi di emigrazione/fuga e ritorno dovuti al conflitto del 1992-95.

Nenad è un piccolo produttore e vende i suoi prodotti al mercato di Zavidovići, che nel 2014 - come molti altri - è stato vittima della tremenda alluvione che colpì molte zone della Bosnia.

Nell'aprile del 2021 ci ha ospitat* a casa sua e ne abbiamo ancora parlato, decidendo poi di avviare una raccolta fondi affinché dopo 8 anni Nenad e la moglie Biljana - insieme a chi beneficia del progetto - possano finalmente risolvere questi problemi.