Da oltre 30 anni è un casolare abbandonato, avvolto da edera ed erbacce, ma a Nicotera Marina, lungo la strada provinciale SP 36 che collega il Comune vibonese a San Ferdinando, il centro più a nord della provincia di Reggio Calabria, esiste un luogo dove, nella notte dell’11 giugno 1980, è stato perpetrato l’omicidio politico che ha cambiato, per sempre, non solo il destino della Piana di Gioia Tauro, ma di tutta la Calabria.

Nel parcheggio antistante all’ex ristorante pizzeria “La Pergola”, è stato ucciso, a colpi di lupara, Giuseppe Valarioti, professore, contadino, intellettuale e dirigente politico del Partito Comunista Italiano di Rosarno. Aveva 30 anni, stava iniziando a insegnare lettere classiche e filosofia, era appassionato della grecità e dell’Antica Medma, la Rosarno del XIX secolo, e a maggio del 1979 era stato eletto anche consigliere comunale.

La memoria di Peppe Valarioti non è rimasta, purtroppo, patrimonio comune della comunità calabrese, così come quella di gran parte delle centinaia di vittime innocenti uccise dalla ’ndrangheta in Calabria. Per questo, seppure siano passati 42 anni dal suo omicidio, che non ha mai avuto giustizia, “sarà lasciato un segno indelebile di redenzione in quella terra”. Parola di Luca Granato, artista scultore paolano che si è aggiudicato il bando “Un’opera d’arte per Valarioti”, indetto per volere dei familiari di Peppe e della sua fidanzata, la professoressa Carmela Ferro, insieme a diverse associazioni e comitati del territorio a partire dalla Casa del Popolo “Peppe Valarioti” di Rosarno, La coperta della Memoria Gioia Tauro/Palmi, Archivio Stop ’Ndrangheta, Associazione daSud, Collettivo Valarioti, GOEL, Ass. Clemente De Caesaris, con le media partnership di MessinaOra, Radio Ciroma, e Canale 18 di radio Esperia Tv.

Granato, che si è diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro, vuole ‘conficcare’ letteralmente un chiodo nello spazio davanti ai cancelli della Pergola. “Solitamente si innalzano lapidi o obelischi, che puntano verso l’alto, alla memoria dei caduti in guerra o per mano mafiosa. Io invece penso che adesso bisogna puntare verso il basso, verso la terra che abitiamo. E con questa scheggia o chiodo che pianterò nel terreno – spiega l’artista - voglio ricordare a tutta la gente il pensiero di Valarioti, quel bel messaggio che lui ripeteva come un mantra per difendere la sua gente Se non lo facciamo noi, chi lo farà?”. Perché il bisogno di memoria, verità e giustizia per Peppe Valarioti e la comunità della Piana tutta – ribadisce Granato - è più potente della violenza ’ndranghetista che per tutti questi anni ha macchiato quel luogo”.

Aiutaci a raccogliere i fondi per poter realizzare e installare l’opera. Il nostro obiettivo è pari a 6000€ che serviranno anche alla riqualificazione dell'area nella quale sorgerà l'opera.

Aiutaci a ricordare attraverso l'arte la storia, le idee, la figura di Peppe Valarioti.