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Chi siamo
La storia di Chiara
A cosa serve un educatore per chi soffre di disturbi del comportamento alimentare
Cosa facciamo
Perché ci serve il tuo aiuto
Il Centro Libenter nasce a Torino nel 2015 per accogliere e sostenere persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, con l’idea di offrire uno spazio a chiunque senta che cibo e corpo sono ferite dolorose nella propria vita. Oggi vogliamo aggiungere un supporto in più ai percorsi intrapresi dalle persone che si rivolgono alla nostra associazione: l’educatore. Perché è nella vita di tutti i giorni che i disturbi del comportamento alimentare, come anoressia e bulimia, rendono più vulnerabili i nostri utenti.
Chiara ha 23 anni ed è arrivata al Centro Libenter rassegnata dai suoi sintomi. Ci racconta di essere stanca, di “averle provate tutte”, di sentirsi sola e abbandonata alla noia .
Chiara ha difficoltà nella gestione delle relazioni familiari, vive una grande solitudine e un senso di vuoto. Dobbiamo motivarla alla cura: è così che l’associazione orienta chi ha un disturbo alimentare, cercando di comprendere le difficoltà da più punti di vista. Con Chiara proviamo per la prima volta anche un altro percorso: quello con l’affiancamento di un’educatrice, che sarà suo sostegno nelle sfide di tutti i giorni.
L’obiettivo è quello di aiutare Chiara a gestire i propri stress emotivi in modo che non siano dannosi per la sua salute e a riprendere contatto con se stessa e con le persone che la circondano.
Ad oggi abbiamo iniziato tutte le attività programmate, il suo tono dell'umore è in risalita ed è sicuramente più motivata al trattamento. Nei successivi tre mesi le faremo una proposta per un’attività di rieducazione alimentare, con un accompagnamento iniziale durante il momento della spesa, un successivo sostegno nella preparazione del pasto e il consumo di due pasti alla settimana insieme alla figura dell’educatore.
Tutto questo è possibile perché la nostra educatrice passa con lei in totale almeno quattro ore a settimana.
Come sostenuto dall’Istituto Superiore di Sanità:
“I disordini alimentari, di cui anoressia e bulimia nervosa sono le manifestazioni più note e frequenti, sono diventati nell’ultimo ventennio una vera e propria emergenza di salute mentale per gli effetti devastanti che hanno sulla salute e sulla vita di adolescenti e giovani adulti. Le associazioni mediche che si occupano di disordini alimentari non esitano a definirli una vera e propria epidemia che attraversa tutti gli strati sociali e le diverse etnie.
Se non trattati in tempi e con metodi adeguati, i disordini alimentari possono diventare una condizione permanente e nei casi gravi portare alla morte, che solitamente avviene per suicidio o per arresto cardiaco. Secondo la American Psychiatric Association, sono la prima causa di morte per malattia mentale nei paesi occidentali.”
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono caratterizzati da una modalità di relazione patologica con il cibo, da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo, da una distorta percezione del senso della fame e della sazietà e dalla fissazione ossessiva per il cibo. Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile. I comportamenti tipici di una persona che soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare si diversificano a seconda della tipologia di disturbo alimentare. Per quanto riguarda l'anoressia nervosa, i comportamenti più tipici adottati sono: digiuno, restrizione dell’alimentazione, intensificazione dell'attività fisica.
Nella bulimia nervosa il soggetto è portato ad assumere quantità eccessive di cibo in tempi ristretti, accompagnato dalla sensazione di perdere il controllo, ovvero non riuscire a controllare cosa e quanto si mangia. Spesso alle abbuffate corrispondono atteggiamenti compensativi che vanno dal vomito autoindotto, all'assunzione impropria di lassativi e/o diuretici al fine di contrastare l’aumento ponderale, l'intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso.
Soffrire di un disturbo alimentare sconvolge la vita del soggetto e delle persone intorno, sembra che tutto ruoti attorno al cibo e che tutto dipenda da esso. Cose che prima sembravano banali ora diventano difficili se non impossibili e motivo di forte ansia, come andare in pizzeria con gli amici o partecipare a un compleanno o a un matrimonio.
La figura dell’educatore si inserisce proprio in questo aspetto come figura essenziale, un supporto sicuro e presente in tutti quei momenti di difficoltà e stress che il soggetto incontra nel ri-approcciarsi alla vita nei suoi gesti quotidiani.
Ad oggi Libenter offre spazi di orientamento, esplorazione e conoscenza di sè e del disturbo grazie all'aiuto di volontari professionisti della psicologia, della nutrizione e della fisioterapia. Abbiamo all'attivo diversi gruppi tematici (arteterapia-yoga-educazione nutrizionale) e un altro gruppo di mutuo aiuto, “ La Ruota ”, che ha l'obiettivo di riunire persone con disturbi alimentari diversi, sostenendo la similitudine tra la sofferenza indipendentemente dal modo in cui viene manifestata al fine di creare un gruppo dove sentirsi tutti "sulla stessa barca" al di là del sintomo.
L'intervento educativo può rappresentare una risposta flessibile e innovativa al disturbo alimentare, poiché adotta risorse, metodi e strumenti direttamente nel contesto di vita del soggetto, così come abbiamo potuto verificare con la storia di Chiara.
Il progetto è rivolto a persone residenti nel territorio di Torino che presentano un disturbo alimentare, dopo un colloquio che sarà necessario per indagare le reali necessità della persona.
Vogliamo coinvolgere 25 persone, di cui 5 minorenni e 20 maggiorenni.
Per sostenere questo percorso i costi sono molto alti: si tratta di 76mila euro annui, per 25 persone, per 4 ore di intervento a persona alla settimana.
Ci siamo già attivate per avviare il progetto tramite dei bandi che possano coprire una parte della cifra, ma il resto dobbiamo metterlo noi.
Vorremmo partire con 4 utenti e per farlo servono 12160€. Con questo crowdfunding ne vogliamo raccogliere 13mila, per coprire le spese di inizio progetto e i costi della piattaforma.
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