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Nella notte del 2 luglio, l’equipaggio della nostra barca a vela Garganey VI ha affrontato una delle missioni più dure di sempre: due operazioni di soccorso consecutive.
Prima 69 naufraghi, tra cui 12 bambini, due persone ferite e una donna in travaglio, abbandonati su un’imbarcazione alla deriva, in area SAR maltese. Poi altre 52 persone su un secondo barchino in ferro, instabile, con donne e bambini a bordo.
A bordo della nostra barca – lunga appena 17 metri – c’erano solo 7 persone: 3 marittimi, 2 medici, 2 operatori umanitari. Con oltre 90 persone stipate a bordo e altre 50 sistemate su zattere gonfiabili, abbiamo resistito per ore, nel buio e con il mare in peggioramento, mentre le autorità competenti restavano in silenzio. Solo dopo una formale dichiarazione di emergenza è arrivato il soccorso.
Il 6 luglio, la Garganey VI ha assistito impotente a un respingimento illegale: una motovedetta libica – regalata dall’Italia – ha intercettato una barca con circa 20 persone a bordo, riportandole verso i lager libici, sotto gli occhi di Frontex e in piena SAR maltese, senza che nessuno intervenisse. Un crimine contro l’umanità consumato nell’indifferenza generale.
Poche ore dopo, lo stesso equipaggio ha intercettato una nuova imbarcazione in ferro: 50 persone, tra cui 11 donne (3 incinte) e neonati, erano in mare da oltre 48 ore, senza aiuto. Con il carburante riversato a bordo che iniziava a causare ustioni chimiche, la situazione era disperata. Ancora una volta, nessuna risposta dalle autorità. Ancora una volta, l’equipaggio ha agito: ha distribuito giubbotti di salvataggio, acqua, e ha trasbordato a bordo tutti i naufraghi per metterli in salvo.
Quello che è successo in questi giorni dimostra, ancora una volta, il vuoto disumano che circonda le frontiere del Mediterraneo. Noi però continuiamo a esserci. Perché nessuno dovrebbe mai essere lasciato in mare. E perché, anche quando tutto tace, nessuno possa dire di non sapere!
Il Mediterraneo è diventato una delle frontiere più letali al mondo: migliaia di persone tentano la traversata in cerca di sicurezza, ma molte non sopravvivono. Servono monitoraggio, documentazione e interventi tempestivi per salvare vite umane.
ARCI, insieme al Circolo Sailingfor Blue LAB di Bologna e Sheep Italia, ha lanciato le sue missione di monitoraggio nel Mediterraneo centrale. Una volta al mese, la barca a vela dell’equipaggio naviga verso sud per osservare, segnalare e, se necessario, prestare il primo soccorso ai naufraghi in mare.
È un circolo Arci di marinai esperti, da anni impegnati nei diritti umani e nella tutela del mare. La loro missione si basa sulla "Legge del Mare", il principio universale che impone di prestare soccorso a chiunque sia in pericolo in mare.
I fondi raccolti mantengono operative le imbarcazioni, garantiscono beni di prima necessità per i soccorsi e supportano il lavoro dei volontari. Il tuo contributo può trasformarsi in un'azione concreta per salvare vite.
IBAN: IT06 S050 1803 2000 0001 1453 503
Intestato a: Arci APS Solidarietà
Causale: Occhi Mediterraneo
Insieme possiamo far sì che il Mediterraneo torni ad essere un mare di speranza, non di morte. Scorri per leggere tutti gli aggiornamenti!
Benvenuto a bordo! Qui raccogliamo aggiornamenti, storie e testimonianze dalla missione di monitoraggio nel Mediterraneo centrale. Segui il nostro viaggio e scopri come, insieme, possiamo fare la differenza.
📰 Parlano di noi su Vita!
Vita ha dedicato un bellissimo articolo al nostro lavoro nel Mediterraneo. "Noi, marinai sociali e i nostri occhi sul Mediterraneo" racconta chi siamo, perché facciamo questa missione e cosa significa essere in mare per difendere i diritti umani.
Leggi l’articolo completo su Vita! ➡️ Noi, marinai sociali e i nostri occhi sul Mediterraneo
🚢 18 febbraio – 59 persone salvate nella notte
Tra il 17 e il 18 febbraio, l’equipaggio della Garganey VI ha tratto in salvo 59 persone in pericolo nel Mediterraneo centrale. Alarm Phone ha segnalato un’imbarcazione in avaria con circa 50 persone a bordo nella zona SAR tunisina, e la nostra barca a vela era l’unica disponibile per intervenire.
Con condizioni meteomarine in rapido peggioramento, il team ha trovato diverse persone in ipotermia e disidratazione. In coordinamento con le autorità marittime, si è deciso di procedere con l’evacuazione: ora le 55 persone sono al sicuro, ma il Mediterraneo continua a essere un confine di morte.
Nel frattempo, altre due richieste di soccorso sono arrivate nelle ore successive. La necessità di un sistema di ricerca e salvataggio efficace e strutturato è più urgente che mai.
➡️ Leggi il racconto del salvataggio
💙 Aiutaci a rimanere in mare: DONA ORA!
⛵ 📍 Formazione a Trapani: pronti a ripartire!
Per una settimana, una squadra di volontariɜ provenienti da tutta Italia si è formata a bordo delle barche di Sailingfor a Trapani. Tra adeguamenti tecnici, aggiornamenti sanitari e preparazione delle forniture di emergenza, il team si è allenato per affrontare al meglio la prossima missione.
Ogni sera, sulla banchina, si sono approfondite strategie operative, procedure legali e modalità di assistenza. Presto torneremo in mare: perché i diritti si difendono solo essendoci.
📲 Segui gli aggiornamenti in diretta su Instagram!
➡️ sailingfor_bluelab
🚨 11 novembre – Un salvataggio nella notte
Poche ore dopo la partenza, l’equipaggio ha intercettato un barchino sovraffollato e in avaria: 43 persone a bordo, tra cui 3 donne e un bambino, bloccate in mare con il peggioramento delle condizioni meteo. Il nostro intervento è stato immediato.
Cosa sarebbe successo se non fossimo stati lì? Questa missione non è solo necessaria, è vitale. Ogni giorno può fare la differenza tra la vita e la morte.
➡️ Leggi la storia completa
📍 11 novembre – Si parte!
La nostra barca a vela ha lasciato Lampedusa per la prima missione di monitoraggio e ricerca nel Mediterraneo. Navigheremo verso sud per documentare la situazione e, se necessario, prestare soccorso. Un atto di solidarietà, ma anche una dichiarazione politica: salvare vite è un dovere.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
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