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TORN APART - SHORT FILM

Una campagna di
Liminal Space

Contatti

Una campagna di
Liminal Space

TORN APART - SHORT FILM

Campagna terminata
  • Raccolti € 70,00
  • Sostenitori 5
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Film & corti
  • Obiettivi
    3. Salute e benessere
    10. Ridurre le disuguaglianze
    16. Pace, giustizia e istituzioni forti

Una campagna di 
Liminal Space

Contatti

Il Progetto

TORN APART - SHORT FILM


IL PROGETTO

Torn Apart è un progetto che nasce dal desiderio di raccontare la gravità delle condizioni causate dalla depressione, su come questa sia ancora un tabù da alcuni punti di vista e su quanto può influenzare la vita delle persone.
Secondo uno studio condotto dall'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), in Italia la depressione colpisce circa 11 milioni di persone, che assumono giornalmente farmaci contro tale patologia. Un uso a lungo termine di queste sostanze può peggiorare i sintomi depressivi e ne causa altri. La percentuale di italiani che soffrono di depressione arriverebbe quindi al 20% della popolazione, numeri che con la pandemia di COVID-19 non hanno fatto che aumentare.
Con Torn Apart l’intenzione è quindi quella di mostrare le problematiche legate ai disturbi della depressione, presente anche nella vita quotidiana, che viene affrontata con quelle battaglie interiori di cui non si parla con nessuno. Il personaggio principale, Myriam, è stato creato per rappresentare quelle persone ancora chiuse in un limbo senza via d’uscita. Il punto di forza consiste nel rivolgere l’attenzione verso un tema di difficile comprensione, per la particolarità di ogni singolo caso, sottolineandone la gravità sociale e individuale, mostrando la dura realtà che si vive giorno dopo giorno tra rabbia e dolore, morbosità e sogni infranti.
Il messaggio di Torn Apart vuol essere il seguente: la depressione, quando diventa grave, è una brutta bestia. Ti fa vedere cose che non vorresti vedere, ma può anche mostrarti qualcosa che ti era sfuggito, quel lato di te che non conoscevi, e che può darti la possibilità di andare avanti.
Perché anche l'esperienza più traumatica può formarti, e non significa che tu non possa imparare da essa.


LA STORIA

Myriam è una ragazza entrata in depressione dopo la morte della madre. Oltre allo stress post-traumatico per l’accaduto, la ragazza si è allontanata dal padre Matteo, con cui ha un pessimo rapporto, e trascorre le sue giornate soggiornando fuori casa, relazionandosi solo con Diego, il suo ragazzo, il quale è a capo di una band musicale (dove Myriam fa da fotoreporter) e la sua psicologa, Eva Quartini.
La sua squallida routine è contornata da un lavoro precario in un’azienda informatica, dove lavora anche Ilenia, una ragazza con cui Diego ha una relazione. Oltre a tenere Myriam all’oscuro di tutto, Diego intende scaricarla (visto il carattere difficile della ragazza a causa della depressione) per poter ripartire con la band senza di lei. Quando uno dei conoscenti di Myriam, Giacomo, lo incontra ad un bar e origlia i suoi intenti, Diego arriva a pestarlo per costringerlo a tacere.

Nel frattempo i tentativi di Eva di aiutare Myriam non fanno che accrescere la sua frustrazione, considerando anche la freddezza della psicologa nel costringere i suoi pazienti ad accettare la propria condizione e poterla gestire. Tale procedimento non è approvato dalla sua collega più giovane, Amelia, la quale è molto più aperta ed emotiva nel dialogo coi propri pazienti. La crisi depressiva di Myriam peggiora, e con essa il suo atteggiamento e capacità relazionale, e questo le fa perdere il posto. Confinandosi nella sala prove, il giorno stesso le arriva la notizia che suo padre si è suicidato a causa dello stress, e questo le causa una profonda reazione emotiva. Dopo aver scoperto della relazione tra Diego e Ilenia (tramite dei messaggi inviati da Giacomo), Myriam reagisce con un eccesso di rabbia, arrivando a raggiungere Diego e a picchiarlo, sfogandosi su di lui davanti a Ilenia e agli impiegati nell’azienda in cui è stata licenziata. Tornata nella sala prove, Myriam si accorge di un messaggio vocale inviato da suo padre prima di suicidarsi, in cui le rinfaccia l’enorme disprezzo nei suoi confronti per avergli distrutto la vita, e la ragazza si abbandona del tutto alla depressione. In questo frangente scopre di avere un talento per la musica, suonando la chitarra del proprietario della sala, dal quale viene poi congedata.
Uscita fuori, Myriam avverte finalmente un senso di libertà, accettando la sua situazione e cominciando ad essere sé stessa.


STILE E NARRAZIONE

Il termine Torn Apart (Fatto a pezzi/Lacerato) è un’allusione allo stato emotivo di una persona colpita da depressione, in cui ci si ritrova a dover mettere insieme i pezzi senza perdere la propria integrità e, soprattutto, i propri obiettivi.
Molto di questo progetto è l'atmosfera. Non succede niente di eclatante all'esterno dei personaggi, ma è quello che avviene nella testa di Myriam, emotivamente, a scuotere l'intera visione. Il fulcro, ciò che fa da collante per la storia, è la frustrazione. C'è una tensione tra i personaggi, che arriva a spaccarsi in due e a creare una frattura tra Myriam e tutti gli altri. Lei è un personaggio intenso e particolare, per una serie di motivi: dopo una serie di disturbi depressivi è finita in crisi, perchè dopo una serie di fallimenti si ritrova bloccata in una vita in cui ha paura di agire, per paura di fallire ancora. Questo l'ha resa più restia a relazionarsi con gli altri, più schiva. L'ha indurita emotivamente.
Tutto questo la porta a sentirsi bloccata, così giù di corda da non fidarsi più delle parole degli altri, di fatto ogni volta che qualcuno apre bocca, per lei le opinioni diventano delle sentenze, pari a una coltellata nella schiena. La sua vita è segnata dal fallimento. Ma senza il fallimento non si impara niente. Il fallimento è la scuola migliore, se si possiede la volontà di imparare da esso. Myriam non riesce a farlo perché la sua vita è contornata da persone che fanno pesare ogni suo tentativo di dimenarsi da queste difficoltà, fino a quando la depressione non prende il sopravvento. Per superare una difficoltà, la difficoltà va "attraversata". Non puoi aggirarla, né far finta che non ci sia.
Per questo Myriam si ritrova a scappare; non fisicamente, ma nella maniera più subdola che le riesce meglio, evitando di affrontare la verità dei fatti.
Ciò che la rende così diversa, introversa, è che non ha vissuto nessuno dei suoi fallimenti, e non ha imparato da essi (e per questo la sua è una visione pessimista della vita, la quale assume le fattezze di un ostacolo insormontabile, con l'enorme senso di nichilismo e disperazione sociale che ne consegue).
Depressione, ansia e stress sono quindi tutto ciò che le rimane. Tutto ciò la conduce a una grave frustrazione emotiva.
La sua reazione ovviamente non tarda a venire, ma è una reazione disumana e corrosiva, che la costringe ad uscire dalla sua zona di comfort (rappresentata in questo caso dalla sala prove) spinta solo dalla rabbia e dall'odio verso gli altri. Per quanto concerne il finale, non sta a noi decidere se questo sarà un bene per lei o meno. Si tratta di un finale aperto perché Myriam ha l'opportunità di proseguire e fare le cose in modo diverso. Convivendo con la sua depressione e accettandola. Senza cadere preda del prossimo frustrante ostacolo. Del prossimo scatto d'ira.
Questo racconto deriva dalle esperienze personali del suo autore (Nicola Sozio) ed è finalizzato nella spontanea valorizzazione delle esperienze realmente vissute da chi soffre di depressione. Questo elemento, oltre a dare al progetto una portata sociale importante, conferisce un ottimo potenziale per la partecipazione a festival nazionali e internazionali, al fine di sensibilizzare verso una maggiore comprensione di tale disturbo e prevenire le sue conseguenze, come l’apatia e l’isolamento.

“Sometimes, sadness is the most comfortable emotion. If you just submerge yourself in sadness, you feel content, at peace. Accepting that nothing is okay makes everything seem okay. Darkness can be a refuge”


REFERENCE

La vicenda è scandita visivamente da colori predominanti, in particolare il blu (il colore principale, dato che nel racconto di Myriam aleggia una quiete apparente, scandita da freddezza e rassegnazione), il rosso (nella sequenze in cui il risentimento sfocia nella rabbia repressa da tempo) e il giallo (nei momenti di maggior isolamento e distacco emotivo).
La scelta cromatica è motivata da una serie di film e prodotti di stampo cinematografico che hanno avuto un impatto importante nella creazione di questo progetto, i quali sono di seguito elencati:

Hellblade: Senua's Sacrifice(Ninja Theory, 2017)
Death Strading(Hideo Kojima, 2019)
The Last of Us(Naughty Dog, 2020)
I Ragazzi dello Zoo di Berlino(Uli Edel, 1981)
Lost in Translation(Sofia Coppola, 2003)
Requiem for a Dream(Darren Aronofsky, 2000)
Tra le reference più importanti c'è anche Schindler's List(Steven Spielberg, 1994), in quanto originariamente il concept del progetto prevedeva una resa dei colori in bianco e nero, per rendere la vicenda ancora più immersiva, dall'atmosfera pesante, per un maggior impatto emotivo e per sottolineare la prospettiva di una persona che soffre di depressione, in quanto la vita di Myriam non ha più colori, nè sfumature. In questo caso le luci assumono una valenza molto più singolare nei momenti di quiete e in quelli più critici e delicati, per poter focalizzare l’attenzione sugli elementi più importanti della scena.


CROWDFUNDING

Per far fronte ai costi di produzione necessari che comprendono noleggio strumentazioni, gestione scenografie, spostamenti e sostentamento cast e troupe ecc., il vostro aiuto potrà determinare la riuscita di questo prodotto e la sua fattibilità, in modo che il progetto possa avere la qualità che merita. Per poter rendere Torn Apart realizzabile c’è bisogno di tutto il supporto possibile, tramite donazione spontanea su questa piattaforma e della vostra condivisione del progetto, per ottenere la piena sostenibilità economica e una distribuzione efficace, e poter parlare di un argomento importante di cui si parla poco e male.


L'AUTORE

Nicola Sozio è un aspirante regista e sceneggiatore. Ha conseguito 2 anni accademici (dal 2018 al 2020) presso la Amarcord - Accademia Mediterranea del Cinema, sita a Bari, con i docenti Stefano Reali e Raffaele Mertes.
Nello stesso periodo ha preso parte alla lavorazione del film Pinocchio(Matteo Garrone, 2019), partecipandovi come comparsa. Si dedica principalmente alla sceneggiatura cinematografica scrivendo cortometraggi indipendenti e frequentando il corso di Cinema, Fotografia e Audiovisivo presso l'Accademia di Belle Arti di Bari.


LA PRODUZIONE

Liminal Space, sita a Bari, è una casa di produzione emergente che nasce dall’incontro di quattro giovani e ambiziosi professionisti e dalle loro esperienze maturate sui set cinematografici nazionali e internazionali. Tra i diversi progetti di cui si occupano spesso scelgono di collaborare con giovani autori per dare forma alle loro visioni.

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Per commentare devi fare

    Questo progetto ha segnalato obiettivi di sviluppo sostenibile

    Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.

    3. Salute e benessere

    Buona salute: garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.

    10. Ridurre le disuguaglianze

    Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;

    16. Pace, giustizia e istituzioni forti

    Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.