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Appena una manciata di anni fa, in un’economia che legava sempre di più il benessere al consumo, parlare di ambiente era considerato un vezzo “radical chic”. In questo clima - in cui avere un pensiero laterale era pressoché “inutile”- gli autori di questo libro muovevano le loro professioni seguendo le logiche comuni. Ma quando le questioni ambientali sono passate da pura teoria all’essere una realtà con effetti concreti sulla vita di tutti (come descritto da Rossella Muroni direttrice di Legambiente), ecco che quelle che erano personali inclinazioni si sono trasformate in convinzioni e quindi in cambiamenti di vita inattesi.
Questo libro è una raccolta di esperienze personali, storie indipendenti accomunate da uno stesso fil rouge: il cambiamento, appunto.
C’è la storia di Carlo De Sio che ha cominciato la sua carriera nella “Milano da Bere”, che ha partorito la “Comunicazione Commerciale” in Italia. Il suo capitolo analizza il raggiungimento (nella società e nelle aziende) della politica del consumo sfrenato e la modifica della cultura collettiva del risparmio familiare, per poi passare all’epoca della green economy in cui marchi come Nestlè e Coca Cola etc.. hanno generato il fenomeno del green washing.
Federico Lombardi e Alessandra De Sio raccontano, invece, il meccanismo che ci ha trasformati da individui a consumatori senza identità: una collezione di marchi e di oggetti insomma, condizione a cui non sfuggono soprattutto i bambini e che ci racconta Nicla Biancamano, art director della comunicazione pubblicitaria che, in controtendenza con quelle che da sempre erano state le logiche del suo lavoro, si scontra in modo tragicomico con la consapevolezza e le mille difficoltà (talvolta surreali) di dover/voler allevare sua figlia come persona e non come una baby-consumer.
E ancora, Agnese Ficetola, metodologa della ricerca sociale ci parla del valore dell’educazione ambientale come lotta alla disuguaglianza e alla criminalità, e lo fa raccontandoci la sua esperienza di cittadina di due mondi, Venezuela e Italia, accomunati dalla medesima realtà: il consumismo innesca ovunque una profonda modifica ambientale, apre le porte agli speculatori e dilata la forbice sociale alimentando la devianza.
Tra le cure per questa condizione c’è sicuramente la collettivizzazione dei beni pubblici e dell’ambiente capace di innescare pratiche virtuose e responsabili, come dimostra Elisa Macciocchi raccontando la storia del Parco Eco Archeologico di Pontecagnano e dei suoi orti urbani che esprimono, tra le altre cose, anche una voglia di valori del passato…
così come documentato da Riccardo Siani, professionista del marketing digitale, che ci riporta la storia di chi ha tentato ed è riuscito a dare una sterzata totale alla propria vita, facendo un passo indietro in questo mondo tecnocratico e accelerato, ma dieci passi avanti nello spazio dell’interiorità.
Scelte coraggiose ma soprattutto contagiose di cui sempre più persone avvertono l’esigenza e che si traducono anche nella proliferazione di stili di vita vegetariani; da sempre vista come una personale assunzione di responsabilità nei confronti degli animali, oggi questa dieta prende la forma di una scelta di salute e di etica ambientale rinnovata, come ci racconta la professionista del Marketing Alessandra De Sio, che ne ha fatto una ragione di vita.
La modernità è sinonimo di progresso, della medicina innanzitutto, che tutti sperano sarà capace di regalare al mondo la cura di tutti i mali. Giuliano Polichetti, ricercatore e specialista in tossicologia, mette a nudo questo falso mito dimostrando quanto il progresso medico sia in realtà una ricerca di cure per patologie che un tempo non esistevano e che potrebbero essere disinnescate in modo banale, ovvero andando alla radice del problema, lottando contro l’inquinamento ambientale.
Infine Federico Lombardi, professionista della comunicazione digitale e Social, sviscera il potere della parola sul nostro cervello e sulle nostre azioni, quel potere così noto agli esperti di comunicazione e che per anni è servito a orientare i consumi, ma che oggi diventa strumento di cambiamento.
La conclusione è lasciata al dipinto di Giovanni Coscarelli artista salernitano; omaggio all’acqua, risorsa che deve essere libera perché libero è il diritto alla vita.
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