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Il progettoSACRED MOUNTè un percorso fatto di musiche e parole che si snoda intorno alle sonorità di strumenti classici come il violoncello, la chitarra e il pianoforte al quale fanno da contrappunto emozionale strumenti medievali come la viella, il duduk, l’oud e le percussioni orientali. Racconti musicali di viaggi esteriori ed interiori si dipanano con eleganza con ritmo meditativo e contemplativo. Un dialogo musicale tra l’antico e il contemporaneo, l’oriente e l’occidente di cui la Puglia è porta d’ingresso.
I brani del disco disegnano un ponte immaginario sull’Adriatico tra le montagne Sacre del Gargano, l’Athos e l’Ararat, tutti luoghi segnati da una spiritualità arcaica.
Le musiche di padre Komitas Vardapet, Georges Ivanovic Gurdjieff - de Hartmann e del santo taumaturgo Nectarios di Eginaindicano l’andamento del viaggio.
Il luogo di gestazione del disco sono le Isole Tremiti, terra di approdi mitologici e di confino durante il periodo fascista.
Il nostro viaggio parte con la narrazione in musica dell’Epitaffio di Sicilo, primo frammento in musica greca risalente tra il II sec. A.C e il II sec D.C. In questo canto, ci s’interroga sulla questione del Tempo e del suo vissuto. La nostra barca della conoscenza prosegue verso il Monte Athos luogo più sacro in assoluto della cristianità ortodossa. L’innobizantino di Agni Parthene è composto dal Santo taumaturgo Nectario di Engina, il cui testo è adattato metricamente ad una musica rivelata per mezzo di una visione angelica. Decidiamo di proseguire via terra e ci immettiamo in cammino sulla Via Egnatia. Come riferimento abbiamo est, il sole che sorge. Istanbul è la prossima meta, la porta d’Oriente del Corno d’Oro. Attraversiamo il Bosforo.
Continuiamo il cammino verso il massiccio centrale della Turchia. Da lontano s’intravede il profilo del Caucaso minore e l’Aragats, che con i suoi 4.000 metri è la cima più alta della moderna Armenia, rimasta orfana dell’Ararat; il monte di Noè e dell’Arca, al confine tra la Turchia e la Russia, che nella memoria collettiva, riconduce sia alla sacralità del luogo che alla morte.
Attraversiamo l’altopiano dell’Armenia centrale, dove per millenni i mercanti segnavano le vie a oriente. In questi luoghi il suono del duduk ci conduce in uno stato di sospensione. Il cielo, le aquile, i fiumi, il paesaggio con il suo vissuto, evocano in Padre Komitas a diventare l’antesignano degli etnomusicologi, molto tempo prima dell’ungherese Béla Bartók. Ecco che incontriamo Hov Arek (vieni brezza), uno dei brani raccolto da lui stesso, durante i suoi viaggi di ricerca. Un canto melodico in cui un giovane contadino implora i monti di mandare una fresca brezza per alleviare il suo pesante lavoro.
Il nostro viaggio sta per terminare. La sete di conoscenza aumenta, spinta dall’incontro di questi grandi uomini che hanno fatto della loro musica strumento di conoscenza. Ne siamo stati folgorati e con delicatezza cerchiamo di raccontarvela.
Giovannangelo
SACRED MOUNT - Text from the video
From the island of Saint Nicola one can see the Sacred Mount of Gargano.
ENSEMBLE CALIXTINUS:
Nicola Nesta oud, saze, liuto medievale, chitarra, coro
Pippo D’Ambrosio percussioni a cornice
Cosimo Giovine coro
Vito Giammarelli coro
Ciccio Regina coro
Sergio Lella coro, traverso medievale
Dario D'Abbicco coro
Peppe Frana robab
Francesco di Cristofaro duduk, bansuri
Giovanni Astorino violoncello
Leo Binetti pianoforte
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