Una campagna di
Luca TessieriContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
Controlla la tua casella email: ti abbiamo inviato un messaggio con la tua nuova password.
Potrai modificarla una volta effettuato il login.
Il tuo contributo servirà a sostenere un progetto ambizioso. Scegli la ricompensa o la somma con cui vuoi sostenerlo e seleziona il metodo di pagamento che preferisci tra quelli disponibili. Ti ricordiamo che il progettista è il responsabile della campagna e dell'adempimento delle promesse fatte ai sostenitori; sarà sua premura informarti circa come verranno gestiti i fondi raccolti, anche se l'obiettivo non sarà stato completamente raggiunto. Le ricompense promesse sono comunque garantite dall’autore.
IL PROGETTO
Il progetto prevede la messa in scena in forma definitiva dello spettacolo La Casa di Bernarda Alba di Federico García Lorca. Lo spettacolo andrà in scena a febbraio 2020 al Teatro Sant’Andrea di Pisa e prevederà repliche serali aperte al pubblico e alcune matinée per le scuole superiori. La prima fase del progetto si è già conclusa con la messa in scena de La Casa di Bernarda Alba in forma di studio a marzo 2019. Segui lo svolgimento del progetto sulla pagina del Regista, Luca Tessieri.
CROWDFUNDING
Teatro Labile chiede il contributo di ognuno per finanziare la produzione di questo spettacolo. La somma raccolta grazie a questa campagna verrà utilizzata esclusivamente per la realizzazione del testo lorchiano: scenografie, costumi, attrezzeria etc.
INFORMAZIONI SULL’OPERA
La Casa di Bernarda Alba è un’opera teatrale del 1936 scritta da Federico García Lorca pochi mesi prima della sua morte e rappresentata per la prima volta a Buenos Aires nel 1945.
L’opera fa parte di una trilogia (assieme a Yerma e Nozze di sangue) incentrata sul ruolo della donna nella Spagna rurale degli anni trenta.
TRAMA
La tragedia racconta della figura di una tiranna, Bernarda Alba, che, in seguito alla morte del marito, impone un lutto rigoroso alle cinque figlie e a sua madre. Le cinque figlie saranno obbligate a non uscire di casa e non potranno comunicare con gli uomini. Solamente alla figlia maggiore, Angustias, è concesso quest’ultimo privilegio, in quanto è la più grande, ha la dote e si deve sposare. Alla primogenita è infatti permesso di unirsi a nozze con un giovane del paese, Pepe el Romano, il quale in realtà è interessato solo alla dote della ragazza. Adela, la figlia più piccola delle cinque, tuttavia, si innamora dello sposo della sorella con cui ha una storia d’amore che viene portata alla luce dalla gelosa sorella Martirio. Le tensioni tra le figure all’interno della casa, il caldo afoso e la costante preoccupazione di Bernarda per i vicini, i quali spiano ciò che succede, porteranno le donne a scontrarsi sempre più violentemente.
NOTE DI REGIA
La regia di Luca Tessieri ripropone il capolavoro lorchiano nel suggestivo palcoscenico del Teatro Sant’Andrea di Pisa, in una veste minimalista, con una scenografia spoglia ed essenziale: alcune sedie di legno, pochi oggetti di scena e le colonne della chiesa stessa. Gli spessi muri bianchi richiesti dall’autore in prima didascalia sono realizzati in stoffa. La contrapposizione tra questi e il nero degli abiti di scena e dei veli da lutto, con l’ausilio delle luci taglienti, crea una dicotomia visiva di forte impatto: è come se le donne della casa fossero intrappolate in uno spazio asettico, privo di qualsiasi emotività, privo di ricordi e di reminiscenze; ciononostante lo stesso spazio è colmo dei corpi di chi lo occupa, corpi apparentemente statici che nascondono tuttavia una tempesta di emozioni travolgenti. Le donne della casa sono come serpenti che strisciano in cerca di una preda: sono disposte a tutto pur di saziare i loro fini, anche mangiarsi a vicenda. Lo spazio è svuotato di significato ma è comunque presente e claustrofobico agli occhi delle figlie che vorrebbero uscirne a tutti i costi. Solo il calore dell’estate penetra gli alti muri bianchi rendendo ancora più insopportabile il lutto imposto da Bernarda. L’immagine scenica rappresenta per la regia un’importante componente in quanto lo stesso autore definì l’opera un “documentario fotografico”. È l’immagine del femminile in ambiente chiuso che viene travolto da un evento esterno: l’arrivo di un uomo che, attraverso le finestre delle camere delle figlie, introduce nella casa una speranza di salvezza.
Il testo di Lorca tratteggia, nonostante sia stato scritto quasi un secolo fa, un’immagine della condizione della donna non molto diversa da quella odierna, in alcuni contesti. Non è possibile entrare in casa di Bernarda senza porsi delle domande: cosa porta l’animo umano ad incatenarsi in nome di una moralità? Come si può reprimere un istinto vivo, una passione vera? Quali sono le conseguenze di regole arcaiche imposte dalla società, dal buon costume, da un volere superiore, figlio di una morale comune, non capace di ascoltare e vedere davvero? Si deve avere paura del giudizio sociale?
Per Bernarda è essenziale nascondersi in casa, lasciare la madre pazza libera solamente nel patio, dove l’occhio indiscreto dei vicini non può arrivare. Quello della casa di Bernarda è un quotidiano dominato dall’apparenza del silenzio e dell’immobilità, dove ci si ama, ci si odia ma che diventa, giorno dopo giorno, insopportabile. Si reprimono le emozioni e si raggiunge solo una reazione: quella più estrema, quella definitiva.
Commenti (9)