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Poeta ciego

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Poeta ciego

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Campagna terminata
  • Raccolti € 1.320,00
  • Sostenitori 35
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Libri & editoria

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Il Progetto

Il progetto di finanziamento su Produzioni dal basso ha lo scopo di raccogliere i fondi necessari a coprire le spese di traduzione, pubblicazione e promozione dell'opera di Mario Bellatin.

L’autore 

«Scrivo sempre per sapere chi sono». Fedele a questa consegna, Mario Bellatin, messicano, classe 1960, è autore di un’opera ormai imponente nella quale non esita a proporre frammenti autobiografici (talvolta apocrifi), senza censurare gli aspetti più dolorosi di un’esistenza segnata dalla mancanza di un braccio fin dalla nascita. Collezionista di importanti premi letterari, osannato dalla critica, che ha accostato il suo nome a quello di César Aira – entrambi imprevedibili, sono più interessati al processo della scrittura che ai suoi esiti –, è un artista poliedrico che usa la fotografia, le performances e le incursioni nel teatro. Tradotto in numerose lingue, in Italia sono stati pubblicati finora tre suoi romanzi: Dama cinese (2007), Salone di bellezza (2015) e Shiki Nagaoka: un naso di finzione (2021). 

L’opera 

Della scrittura di Bellatin si è detto che provoca sconcerto e spavento, e Poeta ciego è sicuramente uno dei suoi romanzi più inquietanti. Nelle rocambolesche vicende di una sorta di profeta carismatico che fonda una setta basata su una ferrea disciplina e su strampalate regole di comportamento sessuale, si è voluta vedere la trasposizione allucinata dell’immagine del fondatore di Sendero luminoso. Il romanzo è del 1998, ma la sua stesura è iniziata nel 1993, quando il gruppo terroristico era molto attivo, e l’autore non ha negato questa allusione, però basta allontanarsi nel tempo e nello spazio per sprofondare in un incubo che riguarda tutti: fino a che punto di crudeltà può spingersi la credenza cieca in una ideologia che promette di rigenerare il mondo? L’uccisione del leader da parte della moglie e le lotte intestine che ne conseguono mostrano l’esito fatale di ogni fondamentalismo, che sia religioso o politico, e si comprende il dilemma estetico a cui l’autore ha cercato di rispondere con questo romanzo: «Come parlare della violenza senza fare realismo o denuncia politica in letteratura?».

*Foto tratte dal web

Commenti (1)

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    Paolo Grazie per la bella iniziativa. Un saluto a voi. Paolo D'Amelio.

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