EvArt - Arte ed Eventi

presenta
PAROLE PRIVATE – STORIA DI UNA PROSTITUZIONE
di Mirna Rivalta
con Ornella Miriam Amodio
Regia di Mirna Rivalta e Ornella Miriam Amodio
Musiche: Onde Martenot
Luci: Giovanna Bellini

EvArt è un’associazione nata da un’esperienza ventennale nel campo dell'organizzazione di eventi, dell'editoria e della musica, che ha scelto di dedicarsi alla realizzazione di manifestazioni culturali che offrano agli spettatori visioni nuove e profonde di realtà con cui ci confrontiamo ogni giorno senza prenderne coscienza.
Abbiamo dunque deciso di portare in scena questo monologo teatrale, che pensiamo abbia non solo un importante messaggio da offrire, ma un grande valore artistico e umano.
“Parole private – Storia di una prostituzione” è una porta che si apre su un mondo che il mondo sostiene di conoscere, ma che non conosce affatto. Lo spettatore ci entra e basta, senza sconti. Ogni riferimento non è casuale. Le vicende che rappresentiamo sono state in parte vissute dall’autrice e in parte da lei raccolte come testimonianza. È tutto vero. 
Di prostituzione si parla spesso, senza sapere cosa ci sia nella mente delle donne che vendono un corpo dove in effetti nessun compratore può veramente entrare. Ci si interroga sul dove e sul come, ma quasi mai si dà un'identità alla parola prostituta. Mirna Rivalta non teorizza sul dove e sul come. Racconta il “chi”, dando voce alle persone che hanno voluto affidarle la loro storia. 

Questo monologo, però, è molto di più. Attraverso le sue parole, la protagonista ci accompagna in un percorso introspettivo, mettendo a nudo quelle ferite profonde subìte nell’infanzia e che ognuno di noi si porta dentro, come se ci spettasse curarle senza però avere gli strumenti per farlo. Descrive quel danno irreversibile che patiamo quando siamo innocenti e non ci rendiamo conto di essere vittime di qualcosa che cresce a nostra insaputa. È un viaggio alla ricerca della purezza, che è intoccabile.
È questo ciò che permette allo spettacolo di andare oltre le vicende che racconta e di diventare una storia che ci riguarda tutti, la nostra storia. A cui dare tempo, spazio, respiro.
Sostenere questo progetto significa esaltare un merito fondamentale dell’arte, che è quello di rendere visibili alcuni aspetti della realtà che altrimenti resterebbero oscuri e permettere allo spettatore di specchiarvisi e arricchirsi di nuove consapevolezze.
Per queste ragioni, porteremo in scena lo spettacolo il 10 novembre prossimo alle ore 21 al Teatro Vascello di Roma e stiamo raccogliendo fondi, in quanto le spese sono tante e noi siamo una piccola associazione indipendente che non può sostenerle. 
La nostra visione è ambiziosa, vogliamo che questo progetto cresca e possa essere replicato in tutta Italia e per realizzarlo al meglio sarà allestita una mostra fotografica nel foyer, sono state selezionate musiche che rendano al meglio l’atmosfera e sostengano e diano forza alle parole, sarà creata un’ambientazione contemporanea, semplice ma non priva di sorprese, è stato pianificato un utilizzo accurato e attento delle luci e degli effetti con il supporto di un maxischermo. Lo spettacolo sarà fotografato da Luigi Orru.
Durante la prima al Vascello saranno distribuite delle magliette perché il messaggio non resti chiuso tra le mura del teatro, ma si diffonda insieme alle immagini e alle parole dell’autrice.

Se la vostra donazione supera i 10 euro, ma non ricevete una mail in cui è indicata la ricompensa che vi spetta in base allo scaglione selezionato, per favore contattateci via mail (evart@outlook.it) di modo che possiamo in ogni caso inviarvela, fino a esaurimento.

Grazie!