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Oddone. Chi era Luigi Arbizzani.

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Oddone. Chi era Luigi Arbizzani.

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  • Scadenza 313 giorni rimanenti
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Film & corti
  • Obiettivi
    4. Istruzione di qualità

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Il Progetto

Sono il nipote di Luigi Arbizzani.

Nella sua prima vita mio nonno Luigi Arbizzani è stato partigiano combattente. È stato ferito il giorno dopo la Liberazione di Bologna, mentre scacciava gli ultimi tedeschi dal suo paese, San Giorgio di Piano. La ferita lo ha costretto a passare quasi due anni in ospedale, nei quali si è formato, si è istruto, e ha cominciato a capire che raccogliere testimonianze degli eventi è fondamentale per quando un giorno si pensi di raccontarli. Qui, è cominciata la sua seconda vita.

A lui, ma questo lo s’è capito solo dopo, interessava parlare di quelli che stavano dall’altra parte. Quelli che di voce ne avrebbero avuta altrimenti poca, o alcuna. 

Le vittime di un massacro.

Gli oppositori politici a un regime.

I lavoratori più umili.

L'idea è quella di realizzare un film-doc attraverso il quale cercheremo di scoprire chi era Luigi Arbizzani non solo come nonno, ma soprattutto come storico e archivista. Vorrei lasciare a chi viene la possibilità di incuriosirsi alla sua persona e ai suoi studi, la cui eredità giace negli archivi di importanti istituzioni bolognesi e regionali.

Punti di forza

La prospettiva, oggettivamente unica, della narrazione personale dal punto di vista del nipote, unito all’arricchimento delle testimonianze delle persone intervistate: dalla Direttrice della Fondazione Gramsci Siriana Suprana al Professor Alberto Preti, dall’ex Sindaco di Marzabotto (ora deputato) Andrea De Maria, allo storico Vito Paticchia e altri ancora.

Cercheremo di realizzare il documentario in tempo perché sia proiettabile per l’80° Anniversario della Liberazione, Aprile 2025, e possa essere uno strumento di trasmissione della memoria - anche alle giovani generazioni - dove sia l’arte a veicolare il messaggio. Il film potrebbe essere infatti proiettato nelle scuole: l’idea è che, essendo narrato da un nipote che racconta la vita di uno storico attraverso il proprio rapporto col nonno con un linguaggio chiaro e diretto sia digeribile anche a un pubblico giovane.

Il film può essere alla base di dibattiti e incontri nel quali si potrebbero approfondire diversi temi: 

  • La Lotta di Liberazione
  • L’Eccidio di Monte Sole
  • La differenza fra storia e memoria e l’importanza della testimonianza diretta
  • Il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e dei più deboli

LUIGI ARBIZZANI
(San Giorgio di Piano, 11.03.24 - Bologna, 08.04.04)

Arbizzani nasce a San Giorgio di Piano l’11 marzo 1924, primogenito di Leone e Carolina Sgarzi: il padre è muratore, la madre ha lavorato in gioventù come operaia ma, dopo la nascita dei sei figli, si dedica esclusivamente alla cura della casa.

Luigi studia all’Istituto tecnico industriale Aldini Valeriani di Bologna, dove si diploma disegnatore tecnico nel 1942. Chiamato alle armi nel maggio 1943, viene destinato al 1° Reggimento Genio (Compagnia meccanici elettricisti) di Torino, distaccamento di Cameri (Novara). Dopo l’8 settembre, abbandona il reparto per tornare a San Giorgio di Piano. Nel febbraio 1944, dopo aver rifiutato di aderire alla Repubblica sociale italiana, viene destinato al 137° Battaglione Genio Lavoratori, Fortificazioni Campali, 1ª Compagnia operante a Falconara (Ancona): diserta nel giugno 1944. Il 10 agosto 1944 entra nell’organizzazione Todt (Organizzazione tedesca di Fritz Todt, struttura paramilitare che si serviva dei civili per effettuare lavori di manutenzione e di sistemazione del territorio), dove rimane anche durante i primi mesi della lotta armata. Con il nome di battaglia “Oddone” partecipa alla Resistenza, prima nella formazione Sap (Squadra d’azione patriottica) di San Giorgio di Piano, poi nel battaglione Tampellini della 2ª Brigata Garibaldi “Paolo” (con funzioni di intendente). 
Il 22 aprile 1945, in occasione della liberazione di San Giorgio di Piano, durante un combattimento rimane ferito. Al termine della guerra sarà riconosciuto Partigiano dall’1 Ottobre 1944 l 21 aprile 1945 con il grado di intendente di formazione, corrispondente e sottotenente.

Riceverà poi la Croce al Merito di Guerra per l’attività partigiana. Ricoverato all’ospedale di Bentivoglio a causa delle serie ferite all’avambraccio sinistro e in seguito al Centro ortopedico Putti di Bologna, vi rimane, con intervalli di convalescenza, fino al giugno 1947. E’ qui che, nel tempo della convalescenza, comincia a raccogliere documenti e materiali che, dopo la Liberazione, gli serviranno poi per dare un importante contributo allo studio della Resistenza e della vita democratica nella regione Emilia Romagna.

Il 4 ottobre 1947 sposa Antonietta Mazzoni, da cui avrà due figli, Katia ed Enrico (che daranno loro tre nipoti: Alessia, Alessandro e Filippo).

Iscritto al Partito comunista italiano già dal dicembre 1944, nel dopoguerra partecipa attivamente alla vita del partito, nella sezione di San Giorgio di Piano (dove si occupa prevalentemente di stampa e propaganda) e nella Sezione “A. Cacciari” di Gherghenzano, di cui diviene segretario.

Dal 1946 al 1949 scrive notizie di cronaca politica, in qualità di corrispondente locale da San Giorgio di Piano, pubblicate su “l’Unità” e “La Lotta”; dal 1949 scrive anche per “La Voce dei Lavoratori”, “Il Lavoro”, “Il Quaderno dell’attivista”, “Emilia”, “Il Progresso d’Italia” e “Movimento operaio”.

Nel 1950 inizia la sua attività di funzionario e dirigente nell’organizzazione del Partito comunista provinciale e regionale lavorando presso la Commissione stampa e propaganda della Federazione di Bologna, lavorando presso la Commissione culturale della Federazione provinciale di Bologna, con l’incarico di organizzare studi storici e curare l’edizione dei quaderni de “La Lotta”;  dal 1960 entrando a far parte della Commissione d’organizzazione.

È stato direttore della scuola di partito “Istituto di formazione politica A. Marabini”.

Nel dopoguerra Arbizzani è stato sindacalista, per dedicarsi poi quasi completamente alla ricerca storica, essendo anche tra i fondatori dell’Istituto Gramsci Emilia-Romagna.  Partecipa alla nascita della “Biblioteca del Gramsci”, inizialmente riservata ad una stretta cerchia di studiosi poi aperta al pubblico universitario. A lui si deve la conservazione di tanta parte del patrimonio del Gramsci: libri, carte archivistiche, riviste, quotidiani, fotografie, manifesti e volantini.

Dal 1964 al 1975 è stato Consigliere provinciale, eletto nella lista del Pci, nel capoluogo emiliano. 

È stato membro del direttivo del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto (nato nel 1982) dove ha profuso il suo impegno per la realizzazione di un centro di documentazione che raccogliesse studi, documenti e testimonianze relative agli eccidi di Monte Sole e alle stragi nazifasciste. Ha anche contribuito alla nascita del Parco storico di Monte Sole (con particolare attenzione per l’aggettivo “storico”, primo caso in Italia), dove ricoprirà la carica di presidente del Comitato di consulenza storica ed è stato tra i primi sostenitori della Scuola di Pace di Monte Sole, inaugurata nel 1999 e luogo di riferimento per ricerche e attività di diffusione della cultura della pace e dei diritti umani. Questa attività lo ha portato a legarsi strettamente alla comunità di Marzabotto, tanto che per ventinove anni ha fatto parte del Comitato regionale per le onoranze alle vittime della strage.

Arbizzani è stato attivo nell’Istituto regionale della Storia contemporanea e della Resistenza Ferruccio Parri, ideatore e presidente dell’Archivio storico Paolo Pedrelli della CGIL di Bologna e dell’Emilia-Romagna. Per i lavoratori ha sempre avuto un occhio di riguardo, tanto che anche in età già matura si impegnò nell’organizzazione di una mostra, poi diventata itinerante, sulla Costituzione negata nelle fabbriche e un suo libro -La Costituzione negata nelle fabbriche - è stato parecchie volte ristampato anche a distanza di decenni.

Già malato, in occasione dell’8 marzo del 2004, ha trovato la forza per scrivere, sulle lotte delle donne emiliane nel 1944, un articolo per l’edizione bolognese dell’Unità. Non è riuscito a partecipare, come gli era stato richiesto, alle celebrazioni del 60° anniversario della Liberazione, poiché scompare l’otto aprile 2004.

DEDICATO A LUIGI

Il Comune di San Giorgio di Piano gli dedica la Biblioteca Comunale subito dopo la scomparsa. Il Comune di Marzabotto gli dedica una Scuola Primaria dell’Infanzia.

Nel 2015 Camera Chiara Edizioni gli dedica il libro “Giuseppe Dozza - La rinascita della città” per il lavoro sul Sindaco che Arbizzani aveva portato avanti negli anni precedenti.

A fine 2018, la sezione sangiorgese dell’Anpi e l’Amministrazione comunale gli dedicano un ricordo. Luigi Arbizzani. Il partigiano, il politico e lo storico è stato il filo rosso del ricordo del cittadino sangiorgese, realizzato da Luca Alessandrini (Istituto Parri), Paola Furlan (archivista) e Gian Paolo Borghi (storico).

Nel 2024, la Camera del Lavoro di Pieve di Cento gli dedica la propria nuova sede.

Nell’aprile 2024, in occasione del centenario della sua nascita, il Comune di San Giorgio di Piano gli dedica una serata di ricordo inserita nel quadro delle celebrazioni per il 79° Anniversario della Liberazione.

Alessandro Marchi Nipote di Luigi Arbizzani- Sceneggiatura

Nato a Bologna, vive a Bruxelles. Dal 1999, prima ancora della Laurea in Storia Contemporanea, ha iniziato a lavorare per la carta stampata. Da lì, s’è impantanato nel mondo della comunicazione, dal quale non ha ancora trovato modo di uscire. Ha vissuto in Spagna e a Roma, il che si ostina a credere abbia arricchito di suggestioni le atmosfere delle proprie storie. Grazie a loro s’è ritrovato a bere Borghetti su un divano cacciato in strada con gli ultras del Foggia o a parlare con decine di lettori davanti ai ruderi della casa dei propri nonni lungo la Linea Gotica. Ha pubblicato quattro romanzi, una guida turistica e parecchi racconti. Contrario alle scorciatoie fino all’autolesionismo, cocciuto, poco diplomatico, ciclista urbano, continua a pensarsi giovane a dispetto della carta d’identità. Non ha idea di come si faccia una breve biografia brillante. Scrivere però lo fa stare bene, e questo basta e avanza.

Matteo Castaldo- Produttore

"Sono stato sempre appassionato dalle storie sulla seconda guerra mondiale, fin da bambino con i racconti dei nonni e zii.
Trovo che il racconto della storia di Luigi possa esere d'esempio per i giovani d'oggi, per la sua dedizione alla ricerca della verità e dei dati, e penso meriti di essere diffusa oltre la nostra area geografica. Il documentario sarebbe lo strumento perfetto."

Videomaker freelance dal 2012, da Marzo 2015 dirige Filandolarete S.r.l., casa di produzione video attiva sul territorio bolognese dal 2008, occupandosi prevalentemente di organizzazione delle produzioni. Diplomato nel 2003 all'Itis Odone Belluzzi come "Perito elettronico" nel 2011 ha conseguito la laurea triennale in "Scienze della Comunicazione". Appassionato di fotografia e di luci, ha prediletto lo studio e la formazione del mondo della post-produzione (montaggio, color e motion graphic).

Gianluca Marcon- Regista

“Conosco Alessandro da molti anni, quando ho scoperto la storia di suo nonno mi sono subito immaginato un percorso fatto di immagini, quando invece mi ha fatto leggere alcune lettere personali mi sono emozionato e deciso ad intraprendere questo cammino. Credo fortemente nel valore di questo documentario e mi piace l'idea di mettere in luce questa figura ancora poco conosciuta ma dal grande valore. Il fatto che Alessandro sia un bravissimo scrittore mi ha dato una grande forza e sicurezza dal punto di vista della sceneggiatura, compresa la scelta di strutturare la narrazione sulla base del suo voice over e del suo viaggio alla ricerca di “tracce”. Tracce che raccontano il Luigi storico e tracce che raccontano il Luigi nonno. Un percorso alternato tra immagini di archivio e testimonianze, pensieri di Alessandro e immagini che documentano uno stato d'animo."

Gianluca Marcon conclude il Dams a Bologna e nel 2011 esordisce nella regia con “E noi ve lo diciamo”, sugli ultras delle squadre di calcio. Con Marco Landini dirige Ortobello. Primo concorso di bellezza per orti (2012) e Fugh int i scapàin (2017). Come autore e sceneggiatore, realizza con Marco Landini e Rosario Simanella The Human Horses (2013), MagarWomen (2016). Nel 2019 realizza il suo ultimo documentario “Terre di cannabis”.

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