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« … Mi augurerei che tu potessi vedere con i tuoi occhi Firenze, tutto il territorio e la posizione della città. Diresti che qui si dovrebbe vivere e morire.».
Con queste parole, riportate in una lettera spedita alla moglie in data 3 aprile 1770, Leopold Mozart, padre del celebre Wolfgang Amadeus Mozart, descrive tutta la sua emozionata ammirazione verso la città di Firenze.
Nel suo viaggio in Italia, costituito da varie tappe nelle più importanti città e nei più prestigiosi centri culturali della penisola, i Mozart non potevano dimenticare Firenze, non soltanto perchè capitale del Granducato di Toscana, ma anche perchè centro di grande rilevanza musicale. L'avvento della dinastia dei Lorena (1737), e sopratutto la salita al trono di Pietro Leopoldo (1765) avevano portato nella città una vita musicale "al passo coi tempi" che guardava al gusto imperversante nelle grandi corti europee, prima fra tutte Vienna. Questa tendenza non aveva certo offuscato la solida tradizione locale, che si esprimeva maggiormente nella musica sacra.
Cosa conosciamo, oggi, di questa tradizione musicale toscana settecentesca?
Un poco dimenticata dalla storiografia e dalla musicologia, ancor più assente dai programmi di concerto, essa rimane a tutt’oggi nascosta nei numerosi e preziosi manoscritti racchiusi nelle biblioteche fiorentine e negli archivi musicali delle più importanti Basiliche della città; ma scostando un po’ di polvere, aprendo le pagine ingiallite di questi antichi volumi, segnati anche dall'alluvione del 1966, tornando a trascrivere ed eseguire queste musiche dimenticate, si scopre come esse possano ancora avere un forte potere evocativo ed affascinare anche l'uomo del nostro tempo.
Uno degli archivi musicali più importanti della nostra città è certamente quello della Basilica della SS Annunziata. Fulcro fondamentale della spiritualità fiorentina, questa Basilica vide la musica come protagonista nelle proprie liturgie fin dalla sua fondazione. Già nel Rinascimento era presente un buona Cappella Musicale. Dal '600 in poi gli stessi Medici si recavano sovente all’Annunziata per le loro celebrazioni private e per le cerimonie di Stato. Nei primi anni del '700, poi, assai importanti erano le celebrazioni ricche di musica sacra patrocinate dal Gran Principe Ferdinando de Medici in occasione del compleanno del padre, il Gran Duca Cosimo III: cadendo il genetliaco il 14 agosto, si condensavano in un unico giorno la celebrazione dinastica e la vigilia della festa dell'Assunta. In queste, come in altre occasioni, venivano ingaggiati anche musicisti chiamati da fuori città, come i celebri compositori Giacomo Antonio Perti (1661-1756) ed Alessandro Scarlatti (1660-1725). Ad essi si affiancavano, in veste di cantori e musici, alcuni degli stessi Padri dell'Annunziata: membri della cappella musicale della Basilica, essi prestavano servizio accanto ai più valenti musicisti e fini compositori attivi in città. La tradizione musicale della Basilica proseguì anche durante il dominio lorenese, ed è giunta fino ai primi decenni del '900.
Specchio di questa lunga storia è un imponente archivio che raccoglie circa 5000 partiture, preziosa eredità che la Basilica ci ha lasciato. Da questa impressionante mole di musica sacra, è nostro desiderio riportare alla luce un volume datato proprio 1770, l'anno in cui Mozart si trovava a Firenze. Sulla copertina del manoscritto si trova il titolo, Messa da Morti a 4 voci, con strumenti: dunque una messa da Requiem, una pagina che, come accade in molti altri casi nella storia della musica, si pone dinanzi al mistero della morte e del giudizio divino. Tali temi profondi sono il cuore di una musica ispirata ed intensa, dove la solida struttura corale si alterna al canto galante dei solisti, il tutto circondato da un ricco e variegato accompagnamento orchestrale .
Naturalmente ci si chiede chi sia l'autore di questa importante pagina. Sempre sul frontespizio si legge una piccola indicazione: "di diversi autori". Dunque siamo di fronte ad una composizione scritta a più mani? O forse di fronte ad un lavoro ottenuto assemblando parti scritte da diversi maestri in momenti storici diversi? Forse non lo sapremo mai con certezza. Certo è che questa indicazione sollecita ancor più la curiosità, e addentrandoci nella storia della cappella musicale dell'Annunziata si può formulare qualche ipotesi sugli autori di questo lavoro. Nell'Archivio di Stato di Firenze si conservano i Registri delle ricordanze del Convento della SS. Annunziata di Firenze. Un importante lavoro di trascrizione ha portato a raccogliere e riassumere in un unico tomo tutti i riferimenti inerenti l’attività musicale riportati in maniera sparsa all’interno di questi numerosissimi documenti. Attingendo dunque ad essi si possono cogliere molte informazioni.
Nel 1770 è Maestro di Cappella all'Annunziata Giovanni Filippo Dreyer, Padre Servita del convento. Egli però versa in cagionevoli condizioni di salute (morirà infatti il 13 aprile 1772) e ciò è dimostrato da due annotazioni riportate nelle ricordanze e relative proprio all'anno 1770:
«25 Marzo 1770 - Fu solennizzata con la solita pompa la Festa della SS. Nunziata [...] La Musica fu diretta come per Natale dal Sig.re Cherubini persistendo nella sua indisposizione il P. R.re M.tro di Cappella»
«23 Agosto 1770 - Ricorrendo la Festa del nostro glorioso San Filippo Benizi fu solennizzato secondo il consueto, e la Musica è stata fatta con l’istesso numero di voci, e strumenti, fu diretta dal Sig.re Bartolommeo Cherubini, che continua a supplire alle veci del nostra celebre P.re Dreyer M.tro di Cappella, che sebbene un poco rimesso dalla malattia sofferta non per altro si trova in stato di potersi esporre a fatiche».
Dunque nel 1770 Dreyer era indisposto, causa malattia (anche se pare che verso il mese di agosto fosse un poco rimesso) e ad esso suppliva ormai tradizionalmente Bartolomeo Cherubini (1726-1792), fin dal Natale dell'anno precedente. Sempre dalle ricordanze, si sa che dal 1744 era organista dell'Annunziata Bartolomeo Felici (1695-1776), valente musicista e compositore, la cui arte fu coltivata anche dal figlio Alessandro Felici (1742-1772): ambedue ebbero il pregio di essere i primi maestri del celebre Luigi Cherubini (1760-1842). È tra queste personalità, fondamentali per la storia musicale cittadina oltre che per la formazione di una "gloria" fiorentina come Luigi Cherubini, che potrebbero trovarsi alcuni autori di questo Requiem, il quale dunque si rivela frutto di quel fecondo ambiente culturale dove il giovane Luigi apprese i primi elementi della musica.
Continuando a parlare di Luigi Cherubini, le ricordanze riportano un'altra nota assai interessante che lo riguarda:
«25 Marzo 1775 - Si è solennizzata con gran pompa l’odierna solennità, benchè senza l’intervento de’ reali nostri Sovrani. Vi è stata una scelta Musica tanto questa mane che oggi, con un belliss.o Dixit Dominus, composto dal Sig.re Luigi , figlio del Sig.re Bartolommeo Cherubini, che in età di soli 15 anni ha fatto conoscere il suo buon gusto e perizia.»
Quindi Luigi Cherubini, fin dall'età di 15 anni, inizia a fornire musica religiosa per l'Annunziata. Per la verità già dal 1773 Cherubini componeva musica sacra, che venne eseguita in importanti chiese fiorentine. Si pensava che tutte queste partiture giovanili fossero perdute, ma esse sono state individuate negli ultimi anni nella Biblioteca Jagellonica di Cracovia: tra queste si trova il Dixit Dominus per soprano, coro e organo datato 1775. Tale pagina mostra tutto l'estro di un giovane compositore di talento. Le linee esuberanti e virtuosistiche del soprano, sono circondate da pagine corali in cui l'autore non manca di mostrare tutta la sua perizia nella gestione delle tecniche compositive contrappuntistiche, frutto di una solida e avanzata formazione. Tutto ciò ancora attende di essere riascoltata nella città natale di Cherubini da quel lontano 25 marzo 1775.
La storia di Firenze ci dona dunque splendide pagine di musica. Pagine del passato che attendono di riprender vita e di essere riascoltate dai fiorentini di oggi. Ma storia, presente e futuro si intrecciano anche in altro modo.
Quest'anno (2015) si incrociano diversi anniversari. Cento anni dall'entrata in guerra dell'Italia nella prima guerra mondiale (25 maggio 1915), settanta anni dalla fine della seconda guerra mondiale (1945-2015). Ecco dunque cosa può significare in questo anno avere a che fare con un Requiem e riportare alla luce una simile partitura, scritta nel '700 a Firenze: farsi affascinare e toccare dal potere evocativo di queste pagine del passato, farsi stimolare da queste note antiche, intrecciare tutto ciò con la storia più recente e dunque tramite queste pagine commemorare i lutti e i caduti del recente passato, andando così a creare un'affascinante interscambio tra epoche diverse.
E cosa significa, in questo 2015, riportare a Firenze l'esecuzione del Dixit Dominus scritto da Cherubini proprio per Firenze nel 1775? Il 2015 è anche l'anno in cui si celebrano i 150 anni di Firenze Capitale d'Italia. Tali celebrazioni non possono che essere un'importante occasione per celebrare la storia della nostra città. E dunque ci sembra affascinante poter far gustare nuovamente alla città uno dei primi frutti di quel Cherubini che probabilmente è il più celebre musicista fiorentino di tutti i tempi.
Questo intreccio tra quadri diversi della storia può esser un'occasione per scrutare con uno sguardo nuovo, particolare ed originale, la storia di Firenze; tramite questo sguardo si potrà suscitare l’interesse, la curiosità e il desiderio di esplorare il nostro passato, attingendo a piene mani a ciò che esso nasconde, facendone tesoro per il futuro.
Ciò che verrà raccolto andrà a finanziare la preparazione del seguente concerto, culmine del progetto:
Luigi Cherubini (1760-1842)
Dixit Dominus in Do magg.
per coro a 4 voci, soprano e organo (1775)
Anonimi (Archivio Basilica SS.Annunziata)
Messa da Morti a 4 voci
con strumenti (1770)
Requiem - Te decet hymnus - Requiem
Kyrie I - Christe - Kyrie II
Dies irae
Quantus tremor - Tuba mirum
Mors stupebit
Liber scriptus
Judex ergo
Rex tremendæ
Recordare
Quem Mariam
Preces mea
Confutatis
Oro supplex
Lacrimosa
Pie Jesu Domine
(solisti: allievi e giovani diplomati del Conservatorio "Luigi Cherubini" di Firenze)
Orchestra del Carmine
Riccardo Torricelli, organo
Umberto Cerini, direttore
Esso verrà eseguito in due splendide chiese fiorentine: S.Salvatore in Ognissanti e la Basilica della SS Annunziata. E se la vostra generosità supererà il budget, potremmo anche avere il piacere di diffondere l'intensità di queste musiche altrove.
Nelle esecuzioni il coro "Cantori di San Giovanni" verrà affiancato da giovani musicisti e cantanti, studenti e giovani diplomati del Conservatorio "Luigi Cherubini" di Firenze, che avranno l'occasione di conoscere ed assaporare queste pagine inedite.
L'organico orchestrale sarà il seguente
• n. 4 violini primi
• n. 4 violini secondi
• n. 3 viole
• n. 2 violoncelli
• n. 1 contrabbasso
• n. 2 corni
• n. 2 flauti
• n. 2 trombe
• timpani
• organo
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