A campaign of
Max CariaContactsForgotten your password? Enter you email address and you will receive a message with instructions to recover your password.
Controlla la tua casella email: ti abbiamo inviato un messaggio con la tua nuova password.
Potrai modificarla una volta effettuato il login.
Choose the sum of money to support the project and the payment system among the available ones. The author of the project will immediately receive your donation.
Mi chiamo Massimiliano, sono nato ad Oristano il 9 giugno del 1972 dove tutt'ora vivo e lavoro, sono sposato con Claudia con la quale ho avuto Lorenzo.
La mia passione per la natura nasce fin da bambino attraverso il mondo dell’equitazione. Dedico la mia infanzia e la mia gioventù proprio a questa passione e nel 1997 entro nella scuola di cavalleria di Montelibretti e, nello stesso anno, vesto i panni de “Su Componidori”, il capo corsa della famosa giostra equestre di Oristano, la Sartiglia.
L’amore per il mare mi porta a diventare istruttore Sub e ad esplorare i fondali delle Maldive, Filippine, Thailandia, Borneo Malese, Sudan, Egitto e nel Mar dei Caraibi.
Mi piace ammirare tutto ciò che è natura e questo mi ha spinto a sviluppare l’hobby della fotografia naturalistica grazie alla quale ho visitato gli angoli più remoti del pianeta e a effettuare reportage nei parchi nazionali del Kenya (Maasai Mara, Amboseli, Tsavo Est, laghi Nakuru e Naivasha), della Tanzania ( Mikumi), del Senegal (Niokolo Koba), nelle Everglades in Florida, Bosque del Apache e White Sands nel New Messico, senza dimenticare il Parco Nazionale del Gran Paradiso ed il Parco Nazionale d'Abruzzo. Con le mie foto ho collaborato al libro Cartoline dalla Sardegna e ho realizzato diversi articoli su riviste specializzare e non, tra le quali Natura protetta del Parco Nazionale d' Abruzzo, Gennargentu del Club Alpino Italiano sezione Sardegna e sulla rivista bimestrale a tiratura nazionale Terra di Cavalli. Una mia foto è stata pubblicata anche sul sito del Nathional Geographic.
All'inizio dell'ottocento gli inglesi intuiscono che tra le vette dell'Himalaya si possa trovare la montagna più alta del pianeta, che diventa un nuovo simbolo dell'estremo.
La montagna che viene chiamata Chomolungma "Dea Madre della Terra" dai tibetani e Sagarmatha "Alto nel Cielo" dai nepalesi, prende il suo attuale nome in onore di Sir George Everest fondatore dell'ufficio trigonometrico e geodetico dell'India. Era il 1852.
Soltanto dopo la prima guerra mondiale viene tentata la prima scalata. Le spedizioni inglesi si susseguiranno negli anni, tanti alpinisti perderanno la vita nel tentativo, ma nessuno riuscirà a scalarla fino al 29 maggio 1953. Il neozelandese Edmund Hillary e lo sherpa Tenzing Norgay quel giorno consegneranno i loro nomi alla storia. L'8 maggio del 1978 l'italiano Reinhold Messner arriverà per la prima volta in vetta senza utilizzare l'ossigeno.
Oggi le spedizioni sono molto diverse dal passato, mentre prima si utilizzavano tonnellate di materiali e centinaia di portatori, oggi si va su leggeri, magari in due, dividendosi il carico e le responsabilità. Questo è quello che ho fatto finora sulle montagne che ho scalato e che vorrei provare a fare anche sul gigante.
Comments (67)