Nasce il progetto "Libera come una donna" , cammino, performance attiva e concreto movimento di corpi cuori e teste, ideato da Valentina Costi e Barbara Cassioli, educatrici professionali, viaggiatrici, attiviste, che percorreranno un tratto della via Francigena dall’8 al 31 marzo 2020 per affermare la libertà personale delle donne e per smascherare tutte le forme di limitazione di tale libertà, ancora purtroppo presenti nella nostra società.

Cosa si intende con il termine camminata?

Il progetto parte da una riflessione sulle modalità di svilimento del femminile e di limitazione dell’espressione personale che le donne subiscono al giorno d’oggi, in Italia e non solo: dalla pressione sociale che le vuole mogli e madri modello, alla pubblicità che le vuole esteticamente perfette e sempre in forma, dalle retribuzioni inferiori sul lavoro alla scarsa presenza delle donne ai vertici di società e istituzioni, sia pubbliche che private, come a negare l'importante contributo che le donne danno nel campo della gestione, della cura, della produzione, fino alla subdola giustificazione delle molestie, i “se l’è andata a cercare”, per arrivare alla frequenza allarmante dei casi di violenze domestiche e di femminicidi, che negano la libertà di scegliere chi amare, come amare, e quella di usare e come usare il proprio corpo, ma che sono solo la punta di un iceberg ben radicato nella coscienza collettiva.

Al fine di incentivare un cammino culturale evolutivo di tutta la società necessario al superamento dei pregiudizi contro le donne, che porti al rispetto della vita umana, alla diffusione di modelli femminili alternativi e positivi e a relazioni di genere equilibrate, Valentina e Barbara hanno deciso di intraprendere un cammino fisico .

L'esperienza vuole essere un momento di incontro con altre donne e uomini che condividono questa esigenza e che sia anche e soprattutto una testimonianza dell’urgenza di fare qualcosa di concreto, di parlare e di far parlare di questi temi.

Come si svolgerà?

Le due donne cammineranno da Lucca a Roma e raccoglieranno le storie di vita delle donne che incontreranno lungo la via, contatteranno persone e associazioni lungo il percorso al fine di creare momenti di confronto e discussione favorendo l’unione e la connessione tra chi già agisce a favore di un sistema sociale inclusivo ed egualitario.

Non solo un cammino, ma un atto performativo: Valentina e Barbara indosseranno un abito da sposa: protagonista, metafora, mezzo, oggetto che verrà condiviso con le donne incontrate lungo la via. L’idea di utilizzare un abito da sposa si ispira all’esperienza dell’artista Pippa Bacca che, nel 2008, durante la sua performance “Brides on Tour. Spose in Viaggio”, venne brutalmente uccisa in Turchia. Riprendendo questo seme, amaro e doloroso, Valentina e Barbara intendono trasformarlo in un’azione volutamente ispirazionale, liberatoria e liberante e condividerlo con tutte le donne e gli uomini che incontreranno, per coltivare una nuova consapevolezza dell’essere “libera come una donna”. Libera come la donna che vorrebbero avere la possibilità di essere.

Da questa esperienza, e con il materiale fotografico e le storie di vita raccolte, verrà organizzata in un secondo momento una mostra itinerante. Un viaggio che continua... e che intende essere un simbolico percorso di cambiamento finalizzato alla sensibilizzazione sul tema della libertà delle donne. E, di conseguenza, della libertà di tutt*.

Ma perché un fundraising?

Perché Libera come una donna é un progetto completamente autofinanziato, perché le ore che Barbara e Valentina stanno impiegando per l'organizzazione, i contatti e la gestione, sono effettuate su una base volontaria.

Un foundrising perché il progetto é portatore di un messaggio sociale e politico e di una apertura su un messaggio funzionale alla società; vuole essere un La dato a chiunque per cominciare, continuare o ri-cominciare a lottare per il cambiamento; é inteso come una mano volta a sostenerci a vicenda e a ricordarsi che tutt* abbiamo da guadagnarci.

E per sostenerci chiediamo alle strutture ospitanti, se credono nel progetto e nelle sue potenzialità, di darci alloggio gratuito. Chiediamo anche a chiunque sia interessato a sostenerci di parlare del progetto, condividerlo e donare quello che può.

I soldi raccolti saranno utilizzati per pagare:

- vitto e alloggio durante il cammino, laddove non possa esserci offerto,

- scarpe da consumare e permetterci di non consumare troppo le nostre articolazioni e poi ripartire per altri mlle cammini volti al cambiamento,

- gli spostamenti per Lucca e da Roma e poi quelli per portare in giro la mostra itinerante,

- il materiale fotografico e di allestimento della mostra.