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Le inchieste di Domani "La sanatoria delle ingiustizie"

Una campagna di
Isabella De Silvestro e Laura Loguercio

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Le inchieste di Domani "La sanatoria delle ingiustizie"

Le inchieste di Domani "La sanatoria delle ingiustizie"

Campagna terminata
  • Raccolti € 175,00
  • Sostenitori 4
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Libri & editoria

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Isabella De Silvestro e Laura Loguercio

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Il Progetto

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 Domani vuole pubblicare contenuti che interessino davvero ai lettori e non solo ai giornalisti, e il modo migliore per riuscirci è coinvolgerli nella scelta degli argomenti. Poi vogliamo aiutare i freelance a ottenere una remunerazione dignitosa del loro lavoro e un budget adeguato per le spese. Infine, dichiarando in modo trasparente che cosa chiediamo di finanziare e per quali importi, puntiamo a diffondere tra i lettori la consapevolezza che l'informazione ha un costo, che può diventare anche molto elevato per il giornalismo di inchiesta serio.

A luglio 2020 siamo partiti con questo esperimento: chiedere ai giornalisti freelance di proporci inchieste a tema e di qualità e far partecipare i lettori per finanziarle. I quattro temi che abbiamo scelto erano ambiente, lavoro, salute e disuguaglianze. L’esperimento è riuscito e siamo giunti agli ultimi due temi (lavoro e disuguaglianza) che questa volta proviamo a integrare in un unico slot di proposte.

Budget richiesto per la realizzazione dell'inchiesta: 500 euro / in formato podcast: 1000 euro.

Vuoi sapere di più? Clicca qui!


ABSTRACT: Nel maggio 2020, mentre il Paese affrontava la crisi legata alla pandemia di nuovo coronavirus, il governo Conte II approvava una sanatoria per regolarizzare fino a 200mila lavoratori senza documenti tra colf, badanti e braccianti agricoli. La misura avrebbe dovuto aiutare migliaia di immigrati a uscire dalla zona grigia della clandestinità e del lavoro nero, ma a più di un anno di distanza solo il 14 per cento delle domande sono state elaborate.
La sanatoria ha infatti aperto la strada a un giro illecito di truffatori che, a fronte di un pagamento ben superiore ai 500 euro previsti dallo Stato, si fingono datori di lavoro disposti a regolarizzare finti dipendenti che cadono così nelle maglie della criminalità organizzata.


Nel maggio 2020, mentre il Paese affrontava la crisi legata alla pandemia di nuovo coronavirus, il governo Conte II approvava una sanatoria per regolarizzare fino a 200 mila lavoratori senza documenti tra colf, badanti e braccianti agricoli. La misura avrebbe dovuto aiutare migliaia di immigrati a uscire dalla zona grigia della clandestinità e del lavoro nero, ma a più di un anno di distanza solo il 14 per cento delle domande sono state elaborate. Il restante 86 per cento rimane in attesa, in balia dei tempi della burocrazia statale e di datori di lavoro che spesso abusano della loro posizione per abbassare ulteriormente salari già minimi o portare avanti veri e propri ricatti.

Solo a Milano, i lavoratori che hanno inviato una richiesta sono più di 25 mila, ma, ad oggi, soltanto 535 hanno ricevuto una convocazione. Tra chi ancora attende una risposta c’è Carmen, colf peruviana senza documenti arrivata in Italia nel 2017. Da anni Carmen intrattiene un rapporto di lavoro informale con una famiglia italiana che la impegna per venti ore settimanali, sufficienti a richiedere la regolarizzazione. Le pratiche sono così state avviate nell’estate 2020 ma nulla di ciò che è accaduto da allora è andato a beneficio della lavoratrice.

Secondo quanto prevede la norma, il datore di lavoro disposto a portare avanti le pratiche è tenuto a pagare 500 euro di “contributo forfettario” per avviare le procedure di regolarizzazione del lavoratore. Tuttavia, in molti casi – come anche in quello di Carmen – questa cifra viene detratta dal salario del lavoratore stesso, così come i numerosi contributi previsti da un contratto di lavoro dipendente. La paga oraria di Carmen è così passata da sette a cinque euro all’ora, e straordinari, ferie e malattie non le vengono retribuiti in modo che il datore di lavoro possa recuperare i costi della regolarizzazione.

Se quindi la sanatoria prometteva di migliorare le condizioni di questi lavoratori, in realtà il prezzo da pagare è spesso più alto del beneficio ricevuto.


  • Isabella De Silvestro: giornalista freelance italo-colombiana, laureata in Storia presso l’università degli studi di Milano. Si occupa principalmente di giornalismo culturale ed è autrice di podcast e contenuti di divulgazione. Ha collaborato e collabora con diverse testate, tra cui The Vision, cheFare, Pagella Politica, Osservatorio Diritti. Insieme a Laura Loguercio è stata finalista al bando “Meglio di un romanzo” promosso dal Festivaletteratura di Mantova con il progetto di giornalismo narrativo “Zakaria”, presentato al Festival nel settembre 2019.
  • Laura Loguercio: giornalista freelance, lavora per il sito di fact-checking Pagella Politica e collabora come corrispondente Usa per LifeGate.it. Vincitrice di borsa di studio Fulbright, frequenta il master in Journalism – News & Documentary presso New York University (New York City). Si occupa di politica, ambiente e problemi sociali.

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