Probabilmente quando siamo bambini, tutti sognamo un futuro a colori, ricco di soddisfazioni, di buoni sentimenti, di amicizie, di amore... di salute. In molti casi però le cose non funzionano così.

Ho 33 anni e il panico, DAP,  ha compromesso molto della mia vita. Da quando ho 17 anni è stato lui a tirare le redini della mia esistenza. In alcuni periodi, quelli più complicati, uscivo di casa sì e no un paio di volte al mese. Per anni è stato così... oggi forse va un pò meglio, ma mi ritrovo in ritardo su ogni fronte della mia vita. Università e lavoro compresi. I sogni probabilmente mi hanno tenuta ancorata alla voglia di farcela, anche nei momenti in cui uscire da una stanza mi sembrava un'impresa impossibile. Mi rendo conto di quante malattie più serie ci siano del panico, di quante ce ne siano di più gravi e definitive, mi rendo anche conto però che mai avrei pensato che l'ansia sarebbe potuta diventare talmente forte da essere determinante nelle scelte di ogni giorno. Ora va un pò meglio, ma ho molto da recuperare... partendo dalle basi, cercando di far quadrare i conti, finendo l'università... cercando di uscire di casa senza sentirmi male ogni volta. Psicoterapia, tasse, esami... a volte il percorso sembra davvero fuori dalla mia portata. Eppure è stata proprio la speranza che un giorno ce l'avrei fatta, a spingermi in avanti. Mi guardo allo specchio e non so nemmeno io che vedo, a volte mi sembra di essere ancora una bambina, a volte una persona molto anziana ma per nulla saggia...

La verità è che vorrei solo la possibilità, anche economica, di mettere a posto qualche tassello della mia vita finalmente. Poi resterà il tempo per i sogni. Nel frattempo vorrei riprendermi la mia realtà.