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L’integrazione in un paese straniero richiede un processo lento e faticoso, l’esilio è come un ponte sospeso tra passato e futuro. L’impulso alla sopravvivenza, il desiderio di andare avanti ad ogni costo e ricominciare cozzano spesso contro il richiamo d’un passato che non muore. Tutto quello che si è lasciato dietro di sé, famiglie e amicizie, urla e desidera essere ascoltato. La scrittura, come qualunque altra forma creativa, permette di dipanare i fili d’una memoria che s’intreccia inestricabilmente col presente. Le fave di Babilonia nasce da questo doppio bisogno: andare avanti ed allo stesso tempo dare una voce ai propri cari. Sono brevi schizzi, che, come abbozzi d’una scultura, tratteggiano un ricordo che testimonia non solo il destino ancora vivo e sanguinante di chi l’ha vissuto in prima persona, ma la difficile vita d’un popolo, quello iracheno, piegato ed umiliato dalla dittatura, dalle guerre intestine e dall’occupazione. Chi scrive è un’intellettuale, un’artista, una donna ch’è stata a contatto con le menti più brillanti del proprio paese e non solo. Nel quotidiano, sempre sul filo del rasoio, la gioia semplice per un piatto di fave o per un tè iracheno assume allora un valore eroico, di resistenza alla crudeltà e alla barbarie. L’esilio diventa più sopportabile, la memoria ha un potere salvifico. I ricordi sono incisi non solo nell’anima, ma anche nel corpo, nella carne. La sofferenza finisce per travolgere l’intero essere. Una malattia devastante colpisce l’autrice e la lotta ricomincia, un nuovo fronte si apre e lei viene chiamata alla resistenza. Ne viene fuori il ritratto d’una figura coraggiosa, una donna indomita, che non s’arrende di fronte a nulla e a nessuno. Nemmeno il Na’ib Saddam Hussein, il Dittatore riesce a tapparle la bocca e lei gli rivela apertamente, in faccia, il proprio pensiero.
Elena Matacena
Itikal Altaii è nata a Babilonia, l’attuale Hillal. Si è diplomata in Scultura all’Accademia delle Belle Arti di Bagdad. Negli anni ‘70 le viene affidata la conduzione del programma televisivo Il cinema e la gente, a cui vengono invitati personaggi dello spettacolo, non solo del mondo arabo, ma noti anche a livello internazionale, come Roberto Rossellini, Ettore Scola e Vanessa Redgrave. L’arguzia, la vasta cultura e il fascino della conduttrice regalano sin da subito alla trasmissione un alto indice di ascolto e, allo stesso tempo, l’attenzione del partito “Ba‘th”, che cerca senza successo di assoldarla nelle proprie file. Lo stesso Ṣaddām Ḥusseīn, abituato ad avere tutte le donne che vuole, ne è conquistato. Per Itikal l’aria diventa irrespirabile, ogni giorno che passa rischia l’arresto, il suo nome è già sulla lista nera. Sale sul primo aereo che la porta in Ungheria, a Budapest. Qui studia l’ungherese e nel 1986 si diploma all’Accademia di Cinematografia Ungherese in Critica Cinematografica. Ma, col passar degli anni, nasce un bisogno di fare chiarezza dentro e fuori di sé, che la spinge a scrivere. La situazione in Iraq cambia, nel 2004 torna nel suo paese, dove viene accolta con calore. Malgrado le profonde ferite della storia, non è stata dimenticata.
Il progetto di crowdfunding nasce dalla collaborazione tra Ponte di Archimede Produzioni e la Biblioteca Arkès di Napoli. Grazie al contributo dei sostenitori su produzionidalbasso sarà possibile stampare la prima edizione italiana del libro di Itikal Altaii.
Per contribuire al progetto è possibile effettuare una donazione libera o scegliere tra le ricompense dove è sempre inclusa almeno una copia del libro. Tra le altre ricompense il segnalibro, una shopping bag in cotone realizzata in edizione limitata in occasione della pubblicazione della prima edizione de Le fave di Babilonia, la video-intervista all'autrice realizzata da Ponte di Archimede Produzioni.
Nel corso della campagna verranno illustrati ulteriori dettagli sulle ricompense.
Con il raggiungimento di obiettivi intermedi le ricompense verranno incrementate per tutti i sostenitori.
Prossimo obiettivo intermedio: 50%
L’Associazione Biblioteca Arkès gestisce a Napoli una biblioteca, che conta più di 7000 volumi, specializzata in scienze letterarie, arte, cinema e teatro. Da anni è impegnata nell’organizzazione di iniziative culturali e ha realizzato produzioni video presentate a manifestazioni internazionali come l’Art Film Festival di Napoli, la Cineteca di Bologna. il FIFA di Montrèal e l’Art Film Festival di Montreuil. Nel 2019 ha inaugurato l’Arca di Pan, un nuovo spazio aperto a tutte le arti con sede a Panicale, in provincia di Perugia.
Un vecchio frantoio, in disuso da più di cinquant’anni, adibito per accogliere l’interdisciplinarità dei linguaggi contemporanei.
Ponte di Archimede Produzioni srls viene fondata a Napoli nel 2015.
È specializzata in documentari e produzioni per l’arte contemporanea.
Ponte di Archimede nasce dalle ceneri di Giordano Bruno, società che si è occupata prevalentemente di produzioni teatrali con importanti collaborazioni quali Fondazione Pontedera Teatro, Fabbrica Europa, ERT, Estate Fiesolana e molte altre.
Attualmente sono in sviluppo la scrittura di due lungometraggi: il primo dal titolo Infiniti, nato dall’incontro con il fotografo Fabio Donato e il secondo dal titolo 42, incentrato sul tema della sincronicità.
Il libro, composto da 260 pagine, verrà stampato in formato 14x21cm dalla casa editrice Tullio Pironti Editore.
Valentina Di Bennardo Freelance. Laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Palermo. Si occupa prevalentemente di temi culturali, artistici, politici e religiosi del Nord Africa e Vicino Oriente. Ha lavorato a lungo in Tunisia e Siria, portando avanti ricerche sul rapporto tra monachesimo cristiano e Islam. Ha tradotto e revisionato testi sull’architettura sacra e sull’archeologia in Medio Oriente. Collabora con enti pubblici e privati, nonché con siti web di giornalismo. È perito presso il Tribunale di Palermo e docente online di lingua araba per italiani.
Elena Matacena Scrittrice e drammaturga, ha fondato a Napoli la Biblioteca Arkès. Dal 1976 al 1980 ha lavorato presso l’Istituto di Storia del Cinema Ungherese (Magyar Film Tudományi Intézet). Ha tradotto dall’ungherese il romanzo di Kardos György I sette giorni di Abraham Bogatir (edizioni e/o) e saggi sul cinema ungherese per i Quaderni est-ovest del „Nuovo cinema di Pesaro”. Ha inoltre curato la traduzione dall’ungherese di “L’anima delle cose” di Fahídi Éva (ed. Della Porta)
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Parità di genere: raggiungere la parità di genere attraverso l'emancipazione delle donne e delle ragazze.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.
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