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Mi chiamo Maurizio Capone, ho 38 anni e da quasi 20 anni lotto con una condizione di
salute sempre più invalidante, con dolori cronici sempre più insopportabili (ma con
manifestazioni fin da adolescente e da bambino).
Parto dal cuore (in grassetto) della richiesta disperata di auto. Poi, per chi volesse leggere la mia storia, mi dilungo nella descrizione.
Come detto, soffrivo già di problemi semicronici e di una salute cagionevole. Senza essere pro o contro il vaccino anticovid, racconto un dato di fatto. I vaccini anticovid (da insegnante, avevo ben poca scelta) mi hanno dato una mazzata letale: gli ultimi tre anni hanno costituito un continuo declino, con reazioni del corpo progressivamente più dolorose e assurde, clinicamente inspiegabili. Poi, da un anno e mezzo (ho già perso 6 mesi di stipendio) trascorro mediamente 25 gg al mese a letto a soffrire, piangere e urlare dal dolore come un dannato dantesco, cadendo spesso per casa, nonostante l'ausilio di un bastone.
In questa sofferenza cronica invivibile e inenarrabile prosegue ogni mese l'intensità e cronicità del dolore aumentano di continuo. Mi pare sempre di aver raggiunto il picco massimo, invece esiste sempre un superamento del limite, quasi si scendesse sempre più nei cerchi più infimi dell'inferno di Dante. Avendo superato da tanto la disperazione fisica, mentale, economica e sociale (sostanzialmente sono quasi tutto il mese un vegetale che soffre, spesso impossibilitato a comunicare, quindi a frequentare le persone), vi chiedo di divulgare ovunque questo mio grido di aiuto disperato sui vostri profili social, nelle vostre storie, ai vostri contatti.
Inoltre, per chi ne avesse voglia e possibilità, c'è anche la richiesta di un aiuto economico. Sono arrivato sin troppo tardi ad accettare la proposta che una cara amica mi fece due anni e mezzo fa di aprire una campagna di raccolta fondi. Avrei sofferto molto meno. Ormai ho superato l'imbarazzo. Seppur pieno di difetti, sono sempre stato una persona etica, onesta e generosa verso il prossimo. Non devo vergognarmi di essere diventato povero per colpe non mie.
Vergogna della malattia non ne ho mai avuta perché è ora di smetterla di far credere in questa società che una malattia, un handicap, etc., siano uno stigma sociale perché deviano dal quel falso e millantato modello di perfezione fisica e di ostentata e vacua ricchezza economica.
Infatti, vi allegherò alcuni video (i più visibili; nelle fasi più tragiche a chi mi sta vicino viene da soccorrermi senza pensare di registrare, cosa che ormai ho chiesto io di fare) e foto. Mostrate tutto senza problemi.
Rispetto a come tutti mi conoscete in pubblico quando convivo col dolore senza che questo mi vinca,devo mostrare l'orribile metamorfosi di sofferenza in cui mi riducono i dolori di questa malattia maledetta, quotidianamente e più volte al giorno, per circa 25 giorni su 30 al mese, come un martello pneumatico che non mi dà requie. Voglio anche denunciare e dare voce ad altri malati, che non ne hanno il coraggio o le forze, circa le mancanze della sanità italiana e allo stato di abbandono in cui i malati cronici vengono lasciati da determinati medici. Allo stesso tempo, sento il dovere di denunciare come in Italia, Stato su molti aspetti ancora rozzo, incivile, oscurantista e ipocrita, non sia consentito il diritto all'eutanasia a quei malati che non sopportano più una condizione di sofferenza cronica invivibile. Il risultato sono una miriade di disperati suicidi e tentati suicidi di persone che amavano la vita ma, secondo la loro etica, ritengono ormai disumana la loro condizione di cronica sofferenza fisica, chiedendo semplicemente un “dolce sonno” per mettere fine alle loro sofferenze.
Vi ringrazio di cuore, ormai anche la mia famiglia è stremata: senza un allargamento degli aiuti, mi rimarrebbe non la voglia, ma solo la necessità logica di suicidarmi per mancanza di speranza (ho finito tutte le risorse economiche possibili per curarmi invano) e per l'insopportabilità del dolore. Ho già resistito oltre ogni immaginazione umana.
Grazie alla mia forza di volontà e all’aiuto della mia famiglia, sarei un Dottore di Ricerca in “Studi filologici, letterari e linguistici” (avrei
tentato la carriera universitaria), sarei un insegnante di ruolo di Lettere (Italiano,
Latino) e GeoStoria, ma soprattutto sarei una persona stracolma di interessi,
passioni, di voglia di vivere e di conoscere belle persone. Oltre ad amare lo studio, la lettura, a sostanzialmente quasi tutto ciò che è cultura, sono anche innamorato pazzo del ballo latino e del calcio e non poter praticare più né il primo né il secondo mi manca come l’aria.
“Sarei”, appunto: il modo condizionale costituisce la discriminante.
Ho una storia clinica tragica, quasi ventennale. Ho sostanzialmente
studiato, lavorato e perso tutti i miei possibili risparmi (e prima quelli dei miei genitori) per cercare
invano di trovare una terapia, di guarire o perlomeno migliorare. Pur con estrema fatica, per dieci anni ho provato a vivere in modo autonomo fuori casa dai 23 anni, con coinquilini, compagne o da solo, a seconda delle fasi. Da agosto 2019 sono dovuto tornare a vivere dai miei genitori, perché mi rendevo sempre più conto che mi sarebbe stato impossibile vivere in autonomia fisica, senza l’aiuto concreto dei miei genitori nel compiere banali azioni domestiche; e perché non ce l’avrei più fatta economicamente. Alla fine, non ce l'ho fatta comunque: sono arrivato dal 2022 ad avere circa 1000€ di spese mensili per la salute (con lo stipendio indecente di un insegnante italiano, senza eredità o rendite, e le spese in Italia. Anzi di Milano), con la frustrazione di ottenere solo palliativi dal dolore.
Oltre a ciò, ho subito alcune umiliazioni indegne e sono stato vittima di alcuni errori madornali, che hanno solo aggravato i dolori da parte di alcuni medici. Questi ultimi, tuttavia, presuntuosamente, si sono ugualmente arricchiti con laute e indegne parcelle, nonostante l’evidenza straziante dei dolori che mi annientavano e che venivano acuiti dai loro errori, abbandonandomi poi a me stesso quando “notavano” di non saper trovare il bandolo della matassa (ma tenendosi il portafogli stracolmo).
Vi chiedo aiuto. Il mio è un grido di dolore che posso solo scrivere, perché mi fa male
qualsiasi movimento del viso (parlare, mangiare, sorridere, ridere). La malattia mi ha ormai
tolto il proverbiale sorriso, la mia ilarità, bontà, l'entusiasmo e la mia ebbrezza di vivere
che le persone che mi conoscono ‘’in società'' mi affibbiano bonariamente.
Soffro di algie oro-facciali atipiche, neuropatie, fibromialgia (e altro: tiroidite autoimmune,
dermatite atopica dalla nascita, da qualche anno terribile reflusso causato da eccesso di
farmaci rifilatimi a raffica da 15-20 anni) e ho un sistema endocrino-immunitario molto fragili. Tutto
questo mi ha reso la vita molto complicata, soprattutto dai 16 anni in poi, sebbene la diagnosi della fibromialgia, avvenuta solo a 30 anni, mi abbia chiarito tutto un insieme di fatiche e altre
sofferenze fisiche con cui ho convissuto male fin da bambino e adolescente (allergie, asma, soprattutto
mancanza di forze immotivata, nausee e cefalee da viaggio dovute ai nervi, etc.).
Puntualmente, almeno quando cominciavo a stare un filo meglio, tornavo a essere il solito
combattivo, anarchico, anticonvenzionale ed entusiasta. Ma solo io posso conoscere il prezzo psicofisico devastante e ormai invivibile di questa resistenza.
Una storia angosciante e colma di dolori e frustrazioni, a causa di miriadi di tentativi, terapie (anche metodiche alternative: conosco un po' di yoga, meditazione, corretta respirazione, esercizi vari, etc.)
impegno e grinta tutti andati a vuoto, che nemmeno potete immaginare. Ma anche nei
periodi peggiori avevo fasi acutissime di 7, anche 10 giorni consecutivi di dolore cronico (significa inabilità totale), poi con estrema forza di volontà, ripartivo a fare la mia vita, comunque con fastidi e dolori.
Sono mesi che vivo in una condizione realmente da suicidio, in uno stato invalidante semi-perenne che continua a peggiorare per intensità dei dolori e cronicità. Significa non essere autonomi, non riuscire a stare in piedi, non riuscire a svolgere le minime azioni quotidiane a causa di dolori e stanchezza estremi. Ovviamente, non posso insegnare, studiare, ballare, avere relazioni sociali, alcune attività che caratterizzano
buona parte del bello delle mie giornate. Da anni non posso più nemmeno immaginare di innamorarmi o vivere una relazione sentimentale.
Vorrei tanto che un medico mi spiegasse se c'è un nesso con il vaccino anti Covid o no e
se sono curabile o no. I vaccini contro il covid mi hanno dato una mazzata letale, gli ultimi tre anni sono stati un continuo declino, con reazioni del corpo sempre più dolorose e assurde.
Sono sfinito, ho dato tutto, non posso mantenere relazioni stabili affettive e con amici, semplicemente perché non posso mai programmare nulla. Non rispettare gli impegni mi dà sempre più rabbia. La vita della mia famiglia si sta rovinando perché non posso avere più resistenza in questa situazione.
Negli anni ho progressivamente perso quasi tutto il godimento del meglio della vita,
nonostante, finché umanamente possibile, me lo sia conquistato eroicamente (non esagero), ma senza potermelo godere con serenità. Da una parte mi è stata parzialmente sottratta la fase più bella della vita, la
giovinezza, dall'altra mi sento addosso oltre cento anni.
Se volete e se potete, vi chiedo di aiutarmi a rimettermi in piedi, a trovare una cura, a sostenerne le spese, aiutando così la mia famiglia e chi mi vuole bene.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Sconfiggere la povertà: porre fine alla povertà in tutte le sue forme, ovunque.
Buona salute: garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
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