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In contropiede:le donne rileggono la costituzione

Una campagna di
Snoq Factory

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In contropiede:le donne rileggono la costituzione

Campagna terminata
  • Raccolti € 420,00
  • Sostenitori 11
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Libri & editoria

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Il Progetto

in CONTROPIEDE

LE DONNE RILEGGONO LA COSTITUZIONE

È la Costituzione più bella del mondo? La Costituzione Italiana è stata scritta quasi 70 anni fa. Da allora il Paese è cambiato, soprattutto le donne sono molto cambiate come mostra il nostro video. 

Oggi, in mezzo a tante discussioni sulle riforme istituzionali, si avverte la mancanza del loro sguardo. Allora, in contropiede, perché non rileggere la Costituzione attraverso gli occhi delle donne?

Abbiamo scelto cinque articoli particolarmente significativi e abbiamo invitato a commentarli Luisa Muraro, Giulia Bongiorno, Michela Marzano, Lea Melandri e Marilisa D'Amico, proponendo un primo appuntamento pubblico per discuterne insieme.

Il primo appuntamento è venerdì 31 Ottobre 2014, dalle ore 10,30, al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Entrata libera. 

Con il vostro contributo potremo:

-       Realizzare le riprese video e produrre un DVD dell’incontro. Per far circolare le idee e raggiungere chi non potrà essere a Roma (il costo è di 4000 euro)

-       Rimborsare le spese di trasporto e alloggio delle cinque relatrici (1500 euro)

-       Sostenere le spese di gestione della giornata ( 1500 euro)              

Chi siamo

Se non ora quando Factory è un gruppo di talenti ed esperienze riunite in un laboratorio di libero pensiero e di azione politica, fedele all’idea che la libertà femminile è la libertà di tutti, e che la politica tutta è politica delle donne.

Le ragioni della nostra iniziativa

La Costituzione non è una legge, né un insieme di leggi, è piuttosto un’immagine, fondativa, del nostro vivere insieme. Nelle città, nelle case, nelle famiglie, nel lavoro, nella vita: in tutto quello che riguarda le nostre relazioni private e che s'intreccia con l'idea di cittadinanza.

Molte cose sono cambiate da quando la Costituzione è stata scritta, ma niente è cambiato tanto quanto la vita delle donne.
Benché redatto da una schiacciante maggioranza di uomini, questo contratto ci riguarda, segna dei perimetri di diritto che ci stanno a cuore.
Ma la Costituzione oggi, per come è, consegna al Paese un'idea di donna inattuale e debole.
Con questo non vogliamo sconfessare il lavoro delle 21 donne costituenti che hanno partecipato con passione alla sua stesura.
Dobbiamo ricordarci che quando è stata scritta, non c'era ancora la parità di diritti tra donne e uomini e le nostre madri costituenti hanno pensato soprattutto a tutelare e proteggere le donne: hanno fatto del loro meglio e a loro va la nostra piena riconoscenza.
Ma oggi, proprio perché la Costituzione deve rappresentare e raccontare di tutti e di tutte, l'immagine della cittadinanza femminile deve cambiare da una cittadinanza dimezzata a una cittadinanza piena.

E’ possibile, in contropiede, con tutte le discussioni attuali sulle riforme istituzionali, rileggere la Costituzione alla luce di questo nuovo sguardo?

Noi pensiamo sia necessario, perché è solo partendo dalle fondamenta che si ricostruisce davvero una casa nuova.

Scrivere nero su bianco che le nostre vite sono cambiate, che lavoriamo, paghiamo le tasse, mandiamo avanti il Paese, e che non è protezione quello di cui abbiamo bisogno. 

Come intendiamo realizzarla

Abbiamo scelto cinque articoli che ci paiono particolarmente significativi e abbiamo invitato cinque donne autorevoli per discuterli e commentarli insieme a noi, senza retorica, ma anche consapevoli della preziosità della Carta.
Saranno con noi per il primo appuntamento: 

Luisa Muraro per l'Art. 3
Giulia Bongiorno per l'Art.22
Michela Marzano per l'Art.29
Lea Melandri per l'Art.37
Marilisa D'Amico per l'Art.51

Se la donna va "protetta" non è cittadina a pieno titolo.
Su questo ci hanno fatto riflettere gli articoli 29 e 37 sui quali il peso della tradizione familistica del nostro paese è molto forte.
Il concetto di famiglia come “società naturale” induce, tra le altre cose, a pensare che quel piccolo cerchio sia il perimetro della cittadinanza femminile o di una cospicua parte della sua espressione.
E analoghe osservazioni comportano i passi dell’articolo 37, là dove si dice: “le condizioni di lavoro devono consentire alla lavoratrice l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione”.

L'Art. 3 recita:"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.". La differenza sessuale è fondativa del genere umano, non può "scomparire" nell'idea di uguaglianza e ha una natura e una specificità radicalmente diverse rispetto alle differenze di opinione politica o di razza (sic!).

L'Art.22. parla del diritto al nome: nessuno può essere privato del diritto al nome per motivi politici. Ma, ci chiediamo, la cancellazione del cognome della madre non è forse politica?

L'Art. 51 afferma che "La Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità fra uomo e donna": sebbene le intenzioni di questa integrazione all'articolo - sancita dalla sentenza n.49 del 2003 della Corte costituzionale - fossero le migliori,  la necessità di una "promozione" delle "pari opportunità" fa riflettere su quanto la nostra democrazia sia incompleta, e su come anche espressioni più recenti e corrette come "democrazia paritaria" possano costituire una trappola linguistica.

Ci sta molto a cuore possedere il senso della Costituzione nel suo insieme, attraversarla, capirla e trasformarla là dove è il caso.
E' dal Settembre del 2013 che, da un'idea di Mariella Gramaglia, il nostro gruppo Se non ora quando - Factory ha cominciato un percorso in questa direzione.
A un anno di distanza, abbiamo deciso di proporre un primo appuntamento pubblico per il 31 Ottobre 2014, alle 10,30 al Palazzo delle Esposizioni di Roma, aperto a tutte e tutti con entrata libera (fino ad esaurimento posti).
Tutto quello che si poteva fare in maniera volontaria è stato fatto. Restano alcune spese per l'organizzazione dell'iniziativa e per le riprese video della giornata: i costi dell'ospitalità delle relatrici che non vivono o lavorano a Roma, i costi tecnici della sala del Palazzo delle Esposizioni, le spese vive per la realizzazione e diffusione di un DVD.
Produrre questo DVD è per noi molto importante: è lo strumento principale attraverso cui vorremmo far circolare idee e stimolare il dibattito, con cui vorremmo raggiungere soprattutto chi è lontano e non potrà essere con noi a Roma.

Tutt* coloro che ci daranno una mano, anche piccola, saranno ovviamente ringraziat* nei titoli del DVD. 

Per contribuire a questa iniziativa è possibile anche la donazione diretta tramite bonifico bancario sul conto corrente di Banca Etica IBAN IT13N0501803200000000136512 intestato a 'Filomena rete delle donne'.

Commenti (2)

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  • SA
    Susanna Art. 3 non sono d'accordo con la posizione di SNOQ sull'importanza di modificare questo articolo, sottolineando le differenze di genere. Credo che l'articolo vada molto bene così com'è, perchè trovo giusto che i cittadini siano uguali senza distinzione di sesso. Fare distinzioni in base al sesso vuol dire che, solo sulla base del sesso, si attribuiscano aprioristicamente delle qualità, positive o negative, a degli individui. Questo è il fondamento del razzismo e sminuisce il ruolo dell'intelletto e del pensiero, che non può essere semplificato in termini di grembiulini rosa o azzurri, ma che è diverso da individuo a individuo. Il pensiero per fortuna, va oltre l'apparato genitale. Io la costituzione non la toccherei proprio.
    • avatar
      snoq Un'ottima iniziativa, fuori dal coro dei tanti "riformatori".

      Community