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IL DESERTO INTORNO – L’esilio dimenticato del popolo Saharawi
Descrizione:
Il deserto intorno è un libro fotografico dedicato ai profughi Saharawi, uno sguardo aperto sulla vita nei campi avvolta nel silenzio spesso assordante della comunità internazionale, silenzio che crea come un deserto intorno alla loro lotta e alla loro esistenza.
In pochi conoscono questa causa, anche se migliaia sono state le foto scattate, le storie raccontate, gli articoli scritti e i libri pubblicati in circa quarant’anni di resistenza. Così come migliaia sono stati i sogni spezzati, i diritti calpestati, le promesse non mantenute.
Le foto sono state realizzate nei campi profughi di El Ayoun, Smara, Ausserd, Dakla, Rabouni e descrivono la fatica, l’orgoglio, la speranza, la lotta e le tradizioni di migliaia di donne, giovani e anziani che vivono da rifugiati nel deserto dell’Hammada.
Dal 1975 centinaia di migliaia di Saharawi trovarono rifugio attorno a Tindouf, città a sud-ovest dell’Algeria, per sfuggire all’occupazione marocchina. Questa zona del deserto del Sahara, conosciuta anche come "il giardino del diavolo", è uno dei luoghi più ostili della terra, una distesa di pietre e sabbia, priva di acqua e di vegetazione.
Qui vivono ancora oggi, in haimas e case costruite in mattoni di sabbia, circa 200.000 Saharawi segnati da un clima avverso, con temperature che in estate superano i 50 °C e in inverno, la notte, scendono sotto lo zero. Una vita resa possibile dagli aiuti umanitari internazionali, nell’attesa di poter ritornare nella propria terra, nella speranza di riconquistare la propria libertà e far sì che questa causa non diventi una delle tante vicende perse nei gorghi del mondo.
Progetto: AFAPREDESA
Oltre a raccontare la vita nei campi profughi nel sud ovest dell’Algeria, questo libro vuole riportare l’attenzione sulla drammatica situazione dei Saharawi, attraverso le testimonianze di Elghalia Djimi, vice presidente dell’Associazione Saharawi per le vittime delle violazioni dei diritti umani commesse dallo stato del Marocco (ASVDH), e di Abdeslam Omar, presidente dell’Associazione delle famiglie dei prigionieri e desaparecidos Saharawi (AFAPREDESA).
Parte dei ricavati di questa pubblicazione saranno destinati a sostenere le attività dell’Associazione AFAPREDESA, nata nel 1989 come risposta civile e non violenta alle continue violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo marocchino nei confronti dei Saharawi.
La fotografia, così, diventa non solo un mezzo per informare e sensibilizzare, ma anche uno strumento per coinvolgere attivamente in iniziative concrete e solidali.
Il libro, nato dalla collaborazione con Arci e Arcs (Ong dell’Arci), sarà pubblicato ad Giugno 2015.
Autori:
Foto di: Giulio Di Meo
Introduzione di: Giulio Di Meo e Valentina Roversi
Testi di: Marisa Rodano, Stefano Vaccari, Elghalia Djimi, Abdeslam Omar, Fatima Mafoud.
Chi sono:
Mi chiamo Giulio Di Meo, sono un fotografo italiano impegnato da più di dieci anni nell’ambito del reportage e della didattica. Organizzo incontri e workshop di fotografia sociale e di street, in Italia e all’estero, e laboratori per bambini, adolescenti, immigrati e disabili per promuovere la fotografia come strumento di espressione e di integrazione. Credo nella fotografia come strumento per informare e denunciare, come mezzo di cambiamento personale, sociale e politico. Non lavoro per agenzie, né per riviste e cerco sempre di portare avanti i miei progetti in modo indipendente. Collaboro con diverse associazioni e ONG, in particolar modo con l’Arci, con la quale dal 2007 ho organizzato workshop di fotografia sociale in diverse realtà del Sud del mondo (Brasile, Camerun, Cuba, Saharawi).
Perché il crowdfunding:
Il crowdfunding è una preziosissima risorsa per realizzare progetti in modo indipendente, partecipato e senza dover scendere a compromessi. È l’unico modo per liberarsi da tutti gli impedimenti e gli ostacoli che si possono incontrare: dalle catene imposte dalle grandi realtà editoriali ai costi della grande distribuzione, dai fidi ai prestiti bancari.
Grazie al crowdfunding, nel 2013 abbiamo pubblicato il libro fotografico Pig Iron, sulle gravi ingiustizie sociali e ambientali commesse dalla multinazionale Vale in Brasile, e nel 2014 Sem Terra, un libro dedicato ai 30 anni della nascita del Movimento dei Sem Terra brasiliani, il cui ricavato sarà interamente destinato a finanziare la ristrutturazione della scuola politica del Movimento.
Per questo, ancora una volta, abbiamo scelto il crowdfunding, una casa comune per liberarsi da un sistema che riduce tutto a merce e profitto.
Per questo, ancora una volta, abbiamo bisogno del vostro supporto e ci affidiamo alla vostra sensibilità per poter dare voce ad un popolo come quello dei Saharawi, dimenticato dal resto del mondo, ma che ogni giorno lotta con determinazione per la libertà e la dignità.
Info Tecniche:
Formato: 29,7 x 21 cm (59,4 x 21 aperto)
Pagine: 224
Fotografie: 97
Carta: Patinata Opaca 170g
Copertina e Sovracoperta: Cartonata Stampata su Carta Patinata Opaca 150g
Per saperne di più, visitate il sito www.giuliodimeo.it o scriveteci alla casella email info@ giuliodimeo.it
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