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“La danza è un atto reale perché esiste fuori noi, il corpo serve solo a renderla visibile agli occhi.”
un progetto ambizioso, che vuole andare ovunque, nelle piazze nei festival, nei circoli, nelle scuole... perchè parliamo dell'amore a tutte e età.
In scena danzatori e non danzatori dai 14 ai 70 anni...
E se non fossero tragicamente morti I giovani ROMEO E GIULIETTA?
Se avessero trovato le parole per raccontarsi alle rispettive famiglie e per dichiarare la loro autonomia sentimentale? E se le famiglie poi avessero accettato con rassegnazione un amore così caparbio e li avessero, senza troppa convinzione, lasciati liberi di assopirsi sotto la loro storia consumata, quotidiana, drammaticamente ordinaria?
Sarebbero diventati il Signor e la Signora Montecchi, coppia che avrebbe dovuto fare i conti con il viversi la vita, con il crescere, l’invecchiare insieme, con gli occhi stanchi, la spazzatura, i figli.
Ciò che resta dell’amore, ciò che si trasforma, quello che si consuma, quello che si realizza, si vaporizza, origina una trasduzione di sentimenti, una trasformazione materica di sguardi, e solleva in superficie ciò che nel cuore ha una massa e ciò che, invece, non ce l’ha.
Si vuole affondare in una riflessione sull’amore maturo, consumato, trasparente, per poi emergere in sospensione sulla vita condivisa, reale, realistica. Si vuole, alla fine, dare un’occasione al sentimento che poi in qualche modo sopravvive, salva, risplende a suo modo sulle ragioni che contano.
DNA, diretta da Elisa Pagani, è attiva dal 2013 ed ha collaborato con importanti realtà della danza in Italia, tra cui Scenario Pubblico – Compagnia Zappalà Danza (Catania), Napoli Teatro Festival, la Fondazione Nazionale della Danza – Aterballetto(Fonderia 39 Reggio Emilia) ed il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci (Prato), che ha ospitato Playlist for the end of the world, azione coreografica site specific per 50 danzatori. La compagnia è residente stabile presso Almadanza, Accademia di Arti Coreografiche a Bologna.
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