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Il tema delle morti della strada è quanto mai attuale nella nostra società e riempie pagine di giornali, palinsesti televisivi e scalette dei talk show.
Ma il fatto di essere così mediatico può essere che gli faccia perdere peso, diventando un qualcosa che è talmente frequente che non è più ascoltato veramente.
Serve forse un altro modo per sensibilizzare soprattutto i giovani all’attenzione sulla strada, più che un insieme di numeri, immagini cruente e sangue, servono le testimonianze, le emozioni vive che altri come loro hanno vissuto in qualità di parenti, amici, fidanzati, compagni di banco, o vittime degli incidenti.
Ripercorrendo quanto già fatto da Angela Gio Ferrari, che ha incontrato migliaia di giovani in conferenze itineranti in giro per tutta Italia, si cercherà, utilizzando lo straordinario mezzo del teatro come mediatore tra attore e spettatore di approfondire, amplificare il messaggio, affinché sia diretto e immediato e passi attraverso una forma d’arte emotivamente coinvolgente, culturalmente formativa e di elevata qualità artistica.
Con questo spettacolo si vuol rispondere all’esigenza di comunicazione più diffusa che si è presentata dopo i cicli di presentazione del libro. Un’esigenza viva di stabilire un nesso più profondo tra ciò che viene agito e raccontato in scena e ciò che viene esperito dagli spettatori, cercando di sensibilizzare soprattutto i giovani, ma anche gli adulti, genitori, insegnanti, educatori, che si impegnano nella formazione di tali giovani.
La gravità del tema - così come nel libro - emergerà per se stessa, mentre il recitato e l'intero allestimento eviteranno, per una scelta profondamente consapevole, il registro cruento o violento, (di cui si abusa già a sufficienza su tutti i mass media) raggiungendo lo spettatore grazie alla potentissima via dell’ evocazione.
Si tratta di uno spettacolo impegnativo ma non triste, serio ma non pesante, in bilico tra comicità e tragedia come spesso sentiamo in bilico le nostre vite, un' ora che parla di incidenti, ma - come i graffiti dei muri dell’ospedale immortalati dagli autori - che parla anche di vita, di speranza, e non solo di morte.
Metteremo in scena storie verosimili che possono capitare a chiunque, in qualsiasi momento.
E il teatro, in tal senso, si fa mezzo eccellente per raccontare il piccolo che racchiude il grande, il particolare che ha in sé l' universale.
Lo si farà attraverso le fotografie, forti e potenti, tratte dal libro; lo si farà attraverso canzoni che di storie come queste parlano; con la musica dal vivo di un pianoforte, musica che è motivo di elevazione spirituale, mezzo che, per antonomasia, tocca il cuore della gente, potente, penetrante; lo si farà attraverso l’interpretazione di un’attrice - cantante, narrattrice curiosa, un’Alice in un paese delle non meraviglie, che ci accompagnerà in un viaggio realistico sul dolore delle vittime di incidenti stradali e sul dramma dei loro parenti, aggirandosi per i corridoi delle scale di servizio di un qualsiasi ospedale e rubando da quei pezzi di intonaco, pezzi di vita che potrebbero essere di tutti e di ciascuno, narrandoli al pubblico, affinché l’esperienza di altri si faccia monito per i presenti, affinché il dolore di nessuno sia sprecato.
Uno spettacolo che vuol tradurre la violenza in domanda e la domanda in coscienza morale, con il convincimento che non siano solo le vittime ad aver bisogno di essere ricordate, ma siamo noi che abbiamo bisogno di ricordare le vittime per imparare da loro.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Buona salute: garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.
Istruzione di qualità: garantire a tutti un'istruzione inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento permanente eque e di qualità.
Utilizzo responsabile delle risorse: garantire modelli di consumo e produzione sostenibili.
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