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LA STORIA
A Roma, durante una manifestazione contro l’apertura di un centro d’accoglienza, si scatena un’apocalisse zombie: solo l’interno del centro sembra essere sicuro e gli ospiti faranno di tutto per restare in vita.
Enrico, un ragazzo di estrema destra, si mette al riparo all'interno del centro, mentendo sulla sua identità.
L'unico luogo sicuro è quel centro d'accoglienza che lui non voleva, mentre fuori i morti camminano sulla terra.
THE STORY
Rome, protesters are contesting the opening of a new center for immigrants, suddenly, a zombie epidemic explodes: the only secure place seems to be the center itself, and the people hosted inside will do anything they can to stay alive.
Enrico, an extreme rightwing activist, finds shelter inside the center, lying on his identity.
The only safe place is the same he didn’t want to be opened, while outside the dead walk among the living.
IL PROGETTO
Go Home è un horror allegorico, uno zombie movie.
Lungi però dall’essere un horror “fine a se stesso”, vuole riprendere la tradizione del genere, partendo dalla “lettura” di colui che l’ha creato: George A.Romero.
Il regista, grazie ai suoi film, intendeva svelare le contraddizioni all’interno della società americana. E come Romero, con Dawn of the dead, rivolgeva un’esplicita accusa al consumismo e alla massificazione programmata della società moderna, Go Home si propone di utilizzare gli zombie come metafora di una società sempre più chiusa, spaventata, aggressiva nei confronti dei migranti, dei profughi, del “diverso da sé” in generale.
THE PROJECT
Go Home is an allegoric horror story, as to say, a zombie movie.
Far from being a “horror” for horror’s sake, it wants to salvage the tradition of the genre, starting from the analysis of whom invented the genre itself: George A. Romero.
Just like Romero, in “Dawn of the Dead”, was operating an explicit accuse to consumerism and the programmed standardization of modern society, Go Home wants to use the zombies as metaphor of a society that is constantly more closed, scared, aggressive towards immigrants, refugees and the “ones different from one’s self” in general.
A COSA SERVONO I FONDI
Grazie alla partecipazione di numerosi professionisti e tanti “micro-produttori”, siamo in grado di effettuare le riprese del film che avverranno ad Agosto.
Ciò nonostante avremmo bisogno di ulteriori fondi per:
Aggiungere una settimana di riprese.
Molti degli attori di “Go home – a casa loro” sono attori non professionisti. Vorremmo avere più tempo per poter lavorare con loro per una migliore riuscita del film.
Aumentare il numero degli effetti speciali.
Pur avendo la partecipazione dei professionisti di Baburka Production, gli effetti speciali hanno un costo legato ai materiali e alle tecniche utilizzate per realizzarli. Più fondi raccoglieremo, più effetti speciali potremo realizzare.
Avendo già i fondi necessari per realizzare il film, abbiamo deciso di utilizzare una raccolta fondi “flessibile”, che ci permetta di “migliorare” le due voci sopraelencate anche senza il raggiungimento del Goal.
WHAT ARE THE FUNDS FOR
Thanks to many professionals and several micro-financers, we are capable to shoot the movie during this August 2017.
This said, we’ll still need funds to:
Add a week of shootings
Many of the actors that will star in Go Home are nonprofessional actors. We’ll like to have more time to work with them and assure superior performances for the movie.
Add the number of Special Effects
Even with the help of the professional SFX studio Baburka Production, the effects have a cost that depends from materials and techniques used to create them. The more funds we manage to gather, more special effects we’ll be able to create. Having already the necessary funds to shoot, we have decided to use a “flexible” fundraising, which can allow us to improve these two aspects even if we don’t reach the “Final Goal”.
CHI SIAMO
Moltissimi artisti, associazioni e case di produzione hanno sposato il progetto del film Go Home, a casa loro.
Zerocalcare ha disegnato la locandina del film, Il Muro del Canto, i Train to Roots, Daniele Coccia e Piotta parteciperanno con la loro musica.
Baburka Production si occuperà delle scenografie, dei costumi e degli effetti speciali.
Yomigro assiste in tutte le fasi al laboratorio con i migranti presso lo Strike spa.
Il centro sociale Intifada e lo Strike spa metteranno a disposizione i propri spazi come location.
Cocoon Production, in compartecipazione con Arci, oltre a partecipare al film, documenta tutte le fasi antecedenti alle riprese durante il laboratorio “Il ponte sullo schermo” assieme a Sara Ahmed.
La Larp Italia e Live game Roma aiuteranno nella raccolta fondi, organizzando degli eventi di GRV (gioco di ruolo dal vivo) prendendo spunto dalla sceneggiatura del film.
La Zona, società fondata dalla regista Luna Gualano e dallo sceneggiatore/compositore del film Emiliano Rubbi, si occuperà di tutta la post- produzione e del coordinamento dell’intero progetto.
Inoltre, un folto numero di professionisti del settore parteciperà e darà il suo sostegno in tutte le fasi della lavorazione del film.
Oltre ai nomi già citati, la lista dei partecipanti è lunghissima ed in crescita costante.
Il film vuole ribaltare la prospettiva, farci mettere nei “loro” panni.
Go home sarà realizzato in “multilingua”.
Ci saranno scene in italiano, inglese, francese, arabo ma anche lingue africane (il tutto sarà sottotitolato).
L’intento è quello di rispettare il multilinguismo del continente africano, dando quindi anche una percezione verosimile e reale di ciò che succede, delle dinamiche e dei rapporti umani che possono venirsi a creare in un centro d’accoglienza.
Al film parteciperanno diversi attori africani (professionisti e non) attualmente richiedenti asilo, ospiti in diverse strutture della capitale che attualmente partecipano ad un laboratorio di videomaking e recitazione “Il Ponte sullo schermo”, tenuto dalla stessa regista Luna Gualano.
“Il Ponte sullo schermo” nasce dall'idea di “Go Home - A casa loro”, ma continuerà ad esistere anche dopo la realizzazione del film.
L'idea della sua creazione e della partecipazione al film nasce da diversi fattori.
Sicuramente il più rilevante è la consapevolezza di non poter descrivere e mostrare un vissuto così drammatico e complesso senza l’apporto di chi è stato costretto a viverlo sulle proprie spalle.
La consapevolezza dello “straniero” e “dell'altro da sé” come valore aggiunto, come risorsa e non come disvalore.
Perché crediamo che la paura, il razzismo, l’intolleranza, si possano combattere solo riuscendo ad osservare il mondo con gli occhi dell’altro.
In un mondo dove tutto è regolato dalla logica del profitto, siamo convinti che sia possibile creare un film destinato alla distribuzione “tradizionale” che parta comunque da un'intenzione e da una volontà radicata nel sociale.
Siamo convinti che le due realtà non debbano escludersi a vicenda ma che, anzi, debbano imparare a convivere, nell'ottica di una crescita del settore che sia insieme solidale e sostenibile.
WE ARE…
A great number of artists, associations and production companies that have decided to fully support the movie project “Go Home”.
Zerocalcare has drawn the movie’s poster, the Muro del Canto, the Train to Roots, Daniele Coccia and Piotta will take care of the movie’s score.
Baburka Production will take care of the set design, costumes and Special Effects.
Yomigro assists in all the phases of the laboratory with the migrants at the Strike spa.
The associations Intifada and Strike spa will give their locations for the shootings.
Cocoon Production, in cooperation with Arci, other than participating in the production, will document all the precedent phases during the lab “he bridge on the screen” together with Sara Ahmed.
Larp Italia will help raise the funds, organizing events of GRV (live role-playing games) using the movie’s screenplay for inspiration.
La Zona, the company founded by director Luna Gualano and by the screenplay writer and music composer for the movie, Emiliano Rubbi, will take care of the entire post-production and the coordination of the entire project.
Furthermore, a thick number of professionals of the movie industry will join the project and give their support during all its phases.
Apart from the names we’ve already made, the list of the team is really huge and in constant growth.
The movie wants to cross the prospective and put us in “their shoes”.
Go Home will be shot in different languages.
There will be scenes in Italian, English, French, Arab but also African languages (the entire movie will be subtitled).
The intent is to respect the multi-linguistic reality of the African continent, giving this way a realistic perception of what is happening, of the dynamics and of the human relations that can be created inside a center for immigrants.
Several African actors that will take part in the movie (professionals and not) are actually asking now for the refugee status, while hosted in different center around Rome. These centers are now taking part in a video-making and acting workshops called “A bridge on the Screen”, managed by director Luna Gualano herself. “The bridge on the Screen” starts form the project Go Home, but it will continue to exist even after the movie’s completion.
The idea of its creation and of the participation at the movie came from various inspirations.
The most relevant was surely the awareness that it would have been impossible to describe and illustrate such a dramatic and complex reality without the help of whom had been forced to live it on his or her skin.
Then also the awareness of the “stranger”, of the “different”, as a value, as resource and not as loss or possible harm.
Because we believe that fear, racism, intolerance, can be fought only by managing to see the world from somebody else’s prospective.
And finally, in a world in which everything is just ruled by profit, we are convinced that it’s possible to create a movie destined to the mainstream distribution, but that has its roots, in intention and will, embedded deep in social awareness; and also that these two realities don’t have to exclude one another, but can instead learn to co-habit, as we look forward into a more ethical and sustainable growth.
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