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Forse siamo morte - Cortometraggio

Una campagna di
Giulia Rossi

Contatti

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Giulia Rossi

Forse siamo morte - Cortometraggio

Forse siamo morte - Cortometraggio

Campagna terminata
  • Raccolti € 1.775,00
  • Sostenitori 53
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Film & corti
  • Obiettivi
    4. Istruzione di qualità
    5. Uguaglianza di genere
    10. Ridurre le disuguaglianze

Una campagna di 
Giulia Rossi

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Il Progetto

Forse siamo morte, cortometraggio

Un cortometraggio di Giulia Rossi
Un progetto che racconta la condizione femminile da un punto di vista spesso sottovalutato, da condividere con chi ha voglia di aprire un dialogo ed essere parte di una lotta che viene anche dal cinema.

Logline

Proprio mentre stanno subendo una violenza, cinque donne si inabissano dentro sé stesse
in uno stato di paralisi e intrattengono tra loro un dialogo interiore.

Il progetto

Forse siamo morte racconta la condizione femminile in una specifia situazione all’interno di un discorso molto più ampio, quello della violenza. A essere esplorato è il concetto di paralisi da stupro, che è un meccanismo di difesa involontario di cui le donne possono fare esperienza nel momento in cui subiscono una violenza sessuale. È stato scientificamente dimostrato che, davanti a una situazione di pericolo come quella di un’aggressione fisica, può subentrare un automatismo comportamentale di difesa nell’essere umano e negli animali. La conseguenza di questo è che, per un lunghissimo periodo che ancora oggi continua, moltissime donne hanno visto cadere a vuoto i tentativi di denuncia di subita aggressione, per via della poca conoscenza di questo particolare fenomeno. Non avendo in alcun modo reagito, le donne sono state ritenute consenzienti, complici del loro carnefice.

A dimostrazione di ciò sono reperibili decine di trascrizioni di verbali della polizia, da cui è possibile dedurre come gli interrogatori siano stati condotti con l’unico scopo di dimostrare che la donna avesse lasciato accadere la violenza, non avendo in alcun modo opposto resistenza. Non si tiene conto, insomma, della natura involontaria della paralisi da stupro, cui le donne sono spinte oltre che da un meccanismo cerebrale, anche dalla valutazione stessa della situazione in cui si trovano: “se resto ferma forse rimango viva.”
Forse siamo morte indaga proprio questo avvenimento rimanendo su un livello emotivo e spirituale. Le donne sono immerse in un limbo onirico, scaraventate di un ambiente interiore in cui c’è la speranza di poter rimanere al sicuro fino a che la violenza, che invece sta avvenendo al di fuori, non finisca.

In questi luoghi le donne restano immobili, anzi immobilizzate. Mantengono una fissità colma di sentimenti che vanno oltre il dolore, oltre la disperazione, oltre il pianto. In uno stato di apparente morte. Mentre sperimentano quest’immobilità, rivivono sprazzi visivi della loro vita sulla terra prima della violenza e si aprono a un flusso di coscienza.

Il progetto Forse siamo morte nasce con l’intento di aprire un dialogo attraverso il cinema e attraverso l’attività artistica di molte donne. Vuole parlare di uno degli argomenti meno dibattuti nell’ambito della violenza, avvalendosi della potenza del mezzo cinematografico con le sue caratteristiche visive e sonore, e dell’uso della parola. Crediamo che una delle componenti fondamentali nella lotta femminista sia infatti l’informazione, veicolata attraverso immagini e parole che, se da un lato non mostrano la violenza vera e propria, dall’altro la raccontano entrando nelle maglie più intime di alcuni sentimenti a cui essa costringe. I sentimenti che le donne vivono a seguito di una violenza non dovrebbe essere mai oggetto di dibattito o opinioni. Questa prima forma di rispetto verso le donne vittime di violenza si può acquisire soltanto aprendo gli occhi alla verità della sofferenza indotta dai numerosissimi episodi, di varia natura, che le donne di tutto il mondo sono costrette a subire, ascoltare o anche solo, nella migliore delle ipotesi, mettere sempre in conto.

Note di regia

In luoghi decadenti, polverosi, sotterrati sotto il vissuto di una vita intera, cinque donne in pose statuarie di stagliano immobili sotto una luce teatrale che le avvolge. La loro inquietante fissità le rende più vive che il movimento stesso. Nei loro occhi fissi si può leggere il tremore che deriva da qualcosa che sta accadendo, probabilmente fuori, in un luogo che noi non possiamo vedere.  
A renderlo sempre più chiaro sono i loro monologhi interiori. Questi raccontano la meravigliosa l’esperienza di essere donne, costellata di punti bui, che come dei nei necessari entrano a sporcare i ricordi di un’infanzia tenera o di una vita serena. Tutte le raccomandazioni delle mamme, delle nonne, dei papà, a favore di un meccanismo sociale che ci rende colpevoli a prescindere, perché “non siamo state attente”, perché “ci siamo messe in situazioni di pericolo”, perché “non abbiamo reagito nel modo giusto.” I monologhi delle donne finiscono man man per parlarsi tra loro, e diventano un dialogo comune non solo a loro cinque ma a tutte le donne, a tutti gli esseri umani.

Il corpo delle donne viene scomposto, inquadrato anche in dettagli molto ravvicinati, a creare un mosaico che restituisce una sensazione di rottura. La necessità è poi quella di ricomporre il tutto ma a un livello superiore, in cui le cinque donne sono ognuna parte dell’altra.Attraverso il montaggio saranno accostate alle immagini delle donne altre immagini di varia natura, tutte in movimento: un mare in tempesta, vento che scuote le foglie, sedie a dondolo e orologi, vinili che scorrono sotto la puntina del giradischi, trottole e carillon che continuano a girare in un movimento autonomo e perpetuo. Il movimento della natura, degli oggetti e del mondo al di fuori, dipinge la lotta silenziosa e immobile che, anche in quel momento, le donne stanno portando avanti. Solo che quella lotta è invisibile, silenziosa, intima, e soltanto il mare, il vento e gli oggetti antichi possono accorgersene, perché l’uomo non lo fa. Queste immagini sono il livello ancora successivo, servono alla ricomposizione, affinché le donne non siano solo parte l’una dell’altra ma siano tutte parte di un tutto.

Perché sostenere il progetto

Forse siamo morte è un progetto che può vivere solo della collaborazione e del lavoro comune di più persone possibile. Realizzare questo cortometraggio significa dare la possibilità a chi lo ha sostenuto di sentirsi parte di un’azione comune combattiva. Per chi crede nel mezzo cinematografico e nella sua potenza è l’occasione di creare qualcosa che parli a più voci. Con la voce di chiunque abbia voglia di contribuire a un discorso che riguarda ognuno di noi. Sostenere Forse siamo morte può diventare un atto di condivisione forte. Che altre persone con il loro contributo entrino a far parte del nostro progetto è l’unico modo affinché il suo obiettivo sia pienamente realizzato.

Commenti (30)

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    Emiliano Forza forza forza ❤️
    • DR
      Danilo Ci credo un sacco!
      • avatar
        Assunta Perché credo in te, credo nel progetto e spero di vederlo realizzato quanto prima.
        • avatar
          Giulia Grazie, grazie, grazie ❤️❤️❤️
          4 mesi fa
      • MP
        Maria Concetta 🤍
        • avatar
          Giulia ❤️❤️🌹
          4 mesi, 1 settimane fa
      • avatar
        Maura Buon Natale, piccola! Realizzali tutti i tuoi sogni ❤️
        • avatar
          Giulia ❤️❤️❤️ grazie
          4 mesi, 1 settimane fa
      • AA
        Adriana In bocca al lupo da Gianni e Adriana
        • avatar
          Giulia Grazie grazie grazie ❤️❤️❤️
          4 mesi, 2 settimane fa
      • EG
        Ester Un'idea davvero brillante. Questo è un progetto che spero guadagnerà i frutti che merita, forza!! In bocca al lupo Giulia
        • avatar
          Giulia Grazie Ester! Per le tue parole e il tuo contributo ❤️
          4 mesi, 2 settimane fa
      • avatar
        Francesco vai GIULIA spacca!!!!!
        • avatar
          Giulia ❤️❤️ spacchiamo tuttoooo
          4 mesi, 3 settimane fa
      • avatar
        Ciccio Eccertamente!
        • avatar
          Giulia Grazie Fra ❤️❤️
          4 mesi, 3 settimane fa
      • avatar
        Francesco Cristiano Per il coraggio e l'ambizione, te lo meriti. Cina
        • avatar
          Giulia Grazie!!! 🫶🏼🫶🏼
          4 mesi, 3 settimane fa

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