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Un documentario su Fatos Lubonja: intellettuale, scrittore e giornalista, prigioniero politico dal 1973 al 1991 nei gulag di Enver Hohxa e successivamente voce critica e indipendente del mondo culturale e politico albanese.

Già Segretario Generale dell’Helsinki Committee albanese, Fatos Lubonja è però soprattutto un finissimo scrittore, autore di diversi libri e vincitore del Premio Alberto Moravia nel 2002 e del Premio Herder nel 2003.

Nel film, lo scrittore attraversa le infinite stanze della monumentale residenza del dittatore albanese, a Tirana. Le riprese alla villa di Enver si alternano a quelle delle rovine del gulag di Spac, dove lo scrittore è stato rinchiuso per undici anni della propria vita, e a quelle di un’intervista nella sua casa italiana di Calci (Pisa).

Nel corso di una passeggiata nei boschi tra Calci e Vicopisano, passando per la Certosa, lo scrittore ripercorre le stagioni della sua vita: da giovane oppositore della dittatura comunista a voce dissidente dell’Albania della transizione di Sali Berisha e dell'attuale Albania neoliberista di Edi Rama.

La colonna sonora del film, interpretato da Giorgio Colangeli, è affidata al rock in lingua arbreshe della Peppa Marriti Band, originaria di Santa Sofia d'Epiro (Cosenza).

Qui di seguito, il link YouTube al Promo del film: https://youtu.be/VMZpmnAzfWU.

Vi chiediamo di contribuire alla produzione del film, per permetterci di completarne le riprese e provvedere alla successiva fase di montaggio e di edizione. Coloro che ci sosterranno con le loro offerte saranno accreditati quali contributori nei Titoli del film.

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Noi crediamo che la vita di Fatos Lubonja sia una di quelle vicende umane e storiche che vanno raccontate, per diventare patrimonio comune di ogni albanese che abbia a cuore la storia del proprio paese, la libertà e la democrazia e di ogni cittadino europeo che sa come quello stesso patrimonio di libertà e democrazia non sia qualcosa di scontato e dato per sempre, ma qualcosa che si ha continuamente la necessità di difendere in quanto fragile.

Stefano Grossi  Angelo Santovito

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