Una campagna di
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“Don’t judge me if you don’t know the truth” è un cortometraggio di fiction. Racconta la passività e la debolezza di fronte a una vita che sembra chiudere ogni via d’uscita; il rapporto ossessivo con la propria sofferenza che viene eletta a valore e che diventa un gioiello prezioso da dover mostrare.
«L’hanno vista l’ultima volta su una scogliera».
Due giorni dopo la sparizione di una giovane attrice di ventitre anni di nome Agata un giornalista intraprende un'intervista con Diana, stretta conoscente della ragazza nonchè aspirante regista. Le due erano impegnate nella produzione di un film sul passato sofferente dell’attrice.
Girato tra gli affascinanti scorci liguri e Milano il cortometraggio è incentrato sul concetto di sofferenza e sul labile confine che separa la realtà dalla finzione.
"…Non so dirmi quand’è che soffro ma la mia lacrima è lì per rincuorarmi. Ed è in quella dolce e intensa goccia che spalanco le braccia e sprofondo nel vuoto, al sicuro. Tutti guardano il mio pallido viso; è scrutando la morte che i molti imparano cosa sia la vita. Guardatemi quindi, seguitemi, amatemi …"
Filippo Poggio nasce a Genova.
È iscritto presso la NABA (Nuova Accademia di Belle Arti, Milano), dove si appresta a laurearsi.
Durante gli studi triennali in arti multimediali sviluppa un sempre maggiore interesse per la filosofia
e lo studio semiotico del linguaggio audiovisivo.
Il vostro contributo sarà fondamentale nel consentirci di ricoprire i cost di produzione e post-produzione; il noleggio di attrezzatura appropriata, la retribuzione di attori e professionisti sul set e le spese di vitto e alloggio per la troupe durante le giornate di trasferta.
Sono stati fatti molti sacrifici per mettere da parte la fetta principale del budget, ma ci siamo resi conto che è necessario un ulteriore investimento, fuori dalla nostra portata, per il quale chiediamo il vostro aiuto.
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