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DHEISHEH RESISTE: sosteniamo le organizzazioni popolari del campo profughi di Dheisheh (Palestina)

Una campagna di
Ya Basta! Êdî Bese!

Contatti

Una campagna di
Ya Basta! Êdî Bese!

DHEISHEH RESISTE: sosteniamo le organizzazioni popolari del campo profughi di Dheisheh (Palestina)

Campagna terminata
  • Raccolti € 7.446,00
  • Sostenitori 115
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Comunità & sociale
  • Obiettivi
    1. Zero Povertà
    10. Ridurre le disuguaglianze
    16. Pace, giustizia e istituzioni forti

Una campagna di 
Ya Basta! Êdî Bese!

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Il Progetto

ITA // English Version

Dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 e l'inizio della durissima rappresaglia dell'esercito israeliano, appoggiata dalle principali forze occidentali, la Palestina è sprofondata in una crisi gravissima. Mentre nella Striscia di Gaza è in corso un genocidio e un’emergenza umanitaria senza precedenti, violenze indiscriminate stanno avendo luogo in tutti i territori palestinesi occupati. Ad oggi, i campi profughi palestinesi sono i bersagli più colpiti. La situazione del campo di Dheisheh, da sempre difficile, si sta facendo sempre più critica.

Cosa vogliamo fare

In sinergia con ACS Ong, il Comitato Popolare di gestione del campo e le organizzazioni di Dheisheh, abbiamo deciso di lanciare il progetto “Dheisheh Resiste”.

Mentre a Gaza gli aiuti umanitari vengono bloccati al confine o in molti casi saccheggiati per essere rivenduti al mercato nero, in Cisgiordania molte organizzazioni umanitarie internazionali hanno sospeso i loro programmi e vengono continuamente ostacolate dalle autorità israeliane che annullano visti di lavoro e impediscono l’ingresso degli operatori nei territori occupati.

La nostra priorità è quella di garantire alle fasce più vulnerabili della popolazione del campo l'accesso a cibo, prodotti igienici e farmaci, che sono diventati sempre più costosi e difficili da ottenere a causa delle restrizioni di movimento, delle incursioni dell’esercito e delle difficoltà economiche.


Come lo vogliamo fare

Stiamo lavorando direttamente con le organizzazioni attive nel campo di Dheisheh, coordinate dal Comitato Popolare del campo. Abbiamo individuato insieme i bisogni e fissato i primi obiettivi. Le esigenze tuttavia sono ben maggiori e sempre di più: con Il vostro contributo riusciremo ad ampliare ulteriormente la nostra platea di beneficiari.

  • Distribuzione pacchi alimentari: 150 famiglie del campo riceveranno periodicamente un pacco con generi di prima necessità.

  • Fondo emergenza: 100 persone del campo che devono affrontare urgenti spese in materia di assistenza legale, medica o scolastica, verranno supportate economicamente in base alle necessità.

  • Cash for work: 30 persone che hanno perso il lavoro a causa del blocco israeliano riceveranno un’equa retribuzione per svolgere attività a servizio della comunità del campo.

Ma chi sono i profughi palestinesi?

Con la proclamazione dello stato di Israele nel 1948 e la successiva offensiva militare, più di 750 mila palestinesi sono stati costretti a lasciare le proprie città e villaggi. Questo evento viene celebrato da Israele come “Guerra di indipendenza” mentre dai palestinesi viene ricordato come “Nakba” (catastrofe). Israele non ha mai permesso ai rifugiati di fare ritorno alle proprie terre, nonostante questo diritto sia stato sancito dall’ONU con la risoluzione 194 dell’11 dicembre 1948. Centinaia di migliaia di palestinesi continuano a vivere in condizioni precarie nei campi gestiti dall’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente), a mantenere il loro status di rifugiato ed il formale “diritto al ritorno”. Una situazione irrisolta che da 75 anni mette a dura prova i campi e i loro abitanti. Ad oggi la popolazione di rifugiati palestinesi è di circa 5,6 milioni. Più di 1,5 milioni vivono nei 58 campi profughi riconosciuti tra Giordania, Libano, Siria, Striscia di Gaza e Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. I campi sono stati istituiti inizialmente come tendopoli temporanee ma nel corso degli anni si sono trasformati in aree urbane che arrivano ad ospitare centinaia di migliaia di persone, con una popolazione che varia da 2.500 a 27.000 abitanti in ciascun campo. I campi devono affrontare sfide legate al sovraffollamento, alle infrastrutture carenti, agli alti livelli di disoccupazione, all'insicurezza alimentare e alla forte situazione di instabilità politica. Con i continui tagli dei servizi dell’UNRWA e le violenze quotidiane dell’esercito israeliano i campi palestinesi versano in una situazione di estrema vulnerabilità.

Perchè il campo profughi di Dheisheh è così speciale?

Il campo di Dheisheh è stato fondato nel 1949 su un terreno di 0,31 km2 alle porte di Betlemme. Costruito inizialmente come base di appoggio per 3.000 profughi interni provenienti da 79 villaggi palestinesi (oggi territorio israeliano), il numero di residenti a Dheisheh ha raggiunto circa 15.000 persone. Il campo è attraversato da una rete di strade e strettissimi vicoli. I marciapiedi non esistono e le case si affacciano direttamente sulla strada. Oggi più della metà della popolazione del campo ha meno di 18 anni. I bambini sono privi di spazi aperti per giocare e socializzare in sicurezza.

Nonostante le difficoltà strutturali, il campo di Dheisheh si è sempre caratterizzato con una società civile molto attiva e per la sua diversità politica e culturale. Dalla fine degli anni '70 numerose organizzazioni comunitarie e comitati giovanili si sono organizzati al suo interno, nonostante la feroce repressione delle forze militari di occupazione. All'interno del campo operano circa 30 organizzazioni giovanili e comunitarie. Le più importanti sono la Fondazione Ibdaa, il Centro al-Finiq, il Centro Laylac per l'azione giovanile e lo sviluppo comunitario, i Comitati delle donne e il Comitato locale per la riabilitazione delle persone disabili.

Dal fiume al mare, tutta la Palestina è in fiamme

Dal 7 ottobre 2023 dal 21 gennaio 2024, 369 palestinesi sono stati uccisi tra Cisgiordania e Gerusalemme. L’esercito israeliano ha ferito oltre 4.212 civili, compresi 637 bambini. A Dheisheh, l’IDF è responsabile di diverse uccisioni, spesso di giovanissimi. Tra loro c’è anche Omar Ali Al-Laham, ucciso a 25 anni durante un’ irruzione nel campo. Dopo averlo colpito, i militari israeliano hanno impedito l’accesso delle ambulanze della Mezzaluna Rossa.

All’interno di città e campi profughi palestinesi, l’esercito israeliano commette quotidianamente violente incursioni, spesso fatali, con l’obiettivo di terrorizzare i residenti. Il campo di Dheisheh è uno dei luoghi più colpiti della Cisgiordania. I militari israeliani compiono numerosi arresti arbitrari a danno di civili e attivisti. Nelle carceri israeliane si trovano al momento più di 7000 prigionieri politici, detenuti in condizioni durissime e spesso sottoposti a tortura. La notte del 17 gennaio 2024 l’esercito israeliano ha arrestato il direttore sessantenne del Centro Culturale Ibdaa, Khaled Seifi, che da anni si occupa del sostegno delle famiglie del campo profughi.

Oltre alla violenza dell’esercito, i palestinesi devono affrontare la minaccia dei coloni e l’espansione degli insediamenti. Dal 7 ottobre 2023 al 19 gennaio 2024, tra Gerusalemme e la Cisgiordania sono state sfollate più di 2000 persone dalle proprie case come forma di punizione collettiva e per consentire l’ampliamento delle colonie illegali, i cui residenti si rendono responsabili di violente azioni, spesso con la complicità dell’esercito, a danno dei palestinesi. In tre mesi, i bulldozer hanno demolito oltre un centinaio di abitazioni e complessi residenziali.

La chiusura dei check point, oltre a limitare la libertà di movimento, impedisce agli abitanti di lavorare. I dipendenti pubblici dell'Autorità palestinese non ricevono più alcuno stipendio e Il tasso di disoccupazione del campo di Dheisheh ha raggiunto l'80%. È sempre più difficile avere accesso alle cure per i malati e soddisfare i bisogni di base, anche per la sospensione dei programmi umanitari internazionali da cui il campo è sempre stato fortemente dipendente.

I nostri obiettivi, insieme a voi

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Saremo presenti in molti spazi sociali per raccontare della straordinaria resistenza del campo di Dheisheh e raccogliere fondi per supportare i progetti di emergenza delle organizzazioni popolari. Segui i canali di Ya Basta! Êdî Bese! e trova l’evento più vicino. Vuoi organizzare una presentazione? Scrivici a dheishehproject@gmail.com

English Version

"DHEISHEH RESISTS: Let's support the popular organizations of the Dheisheh refugee camp (Palestine)"

Following the October 7, 2023, Hamas attacks and the Israeli army's brutal retaliation which was backed by powerful Western powers, Palestine fell into a serious crisis.In the Gaza Strip, a genocide and an unprecedented humanitarian emergency are underway, while indiscriminate violence occurring in all occupied Palestinian territories. By now, Palestinian refugee camps are the hardest-hit targets. The situation in the Dheisheh camp, always challenging, is becoming increasingly critical.

Our Plans for Action

Together with ACS Ong, the camp's Popular Committee, and Dheisheh groups, we have made the decision to begin the "Dheisheh Resists" project. The first issue at the moment is making sure that people have access to food, hygiene supplies, and medications, all of which are getting harder and more expensive to get because of limitations on mobility, financial hardships, and Israeli army incursions.While strongly advocating an unconditional ceasefire and access to humanitarian supplies in Gaza, we still stand by Palestinian organizations operating inside Dheisheh Camp, which support the most vulnerable citizens by providing basic needs, tending to the sick and injured resulting from military incursions, and supporting families of political prisoners.

How We're Going to Get There

Though we are aware that the camp's true needs are far more, we have set some early goals. Your donation will enable us to grow and reach out the Dheisheh population even more extensively. This is a people-for-people initiative that supports Palestinian self-determination and fights oppression and occupation.

  •     Thirty people who lost their employment as a result of the Israeli siege will be employed under the "Cash for Work" project to perform community service throughout the camp.
  •     Economic Assistance: Using recurring cash transfers, 100 people in need of legal, medical, or educational support will get financial support.
  •     Food Parcel Distribution: Supplying 150 families in need with necessities on a regular basis.

Who Are the Palestinian Refugees?

Around 750,000 Palestinians were compelled to flee their towns and villages as a result of the 1948 creation of the state of Israel and the ensuing military campaign. While this event is remembered by Israelis as the "War of Independence," Palestinians refer to it as the "Nakba" (catastrophe). Israel has never permitted refugees to return to their homelands, even though this right was affirmed by UN resolution 194 on December 11, 1948. With their official "right of return" and refugee status intact, hundreds of thousands of Palestinians remain in hazardous conditions in camps run by UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East). This unresolved situation has tested the camps and their residents for 75 years. Approximately 5.6 million Palestinians are refugees as of right now, of whom over 1.5 million live in 58 official camps spread throughout Syria, Jordan, the Gaza Strip, the West Bank, including East Jerusalem, and Lebanon. The camps, initially established as temporary tent cities, have transformed over the years into urban areas accommodating hundreds of thousands of people, facing challenges such as overcrowding, inadequate infrastructure, high unemployment rates, food insecurity, and political instability. With ongoing UNRWA service cuts and daily Israeli military violence, Palestinian camps are in an extremely vulnerable situation.

The Dheisheh Refugee Camp: What Makes It Unique?

The Dheisheh camp was founded in 1949 on 0.31 km2 of land on the outskirts of Bethlehem. Initially built as a support base for 3,000 internally displaced refugees from 79 Palestinian villages (now within Israeli territory), the population of Dheisheh has since grown to approximately 15,000 people. The camp is interspersed with a web of roads and tiny lanes. There are no sidewalks and homes face the street directly. The majority of those living in the camp these days are under the age of eighteen. There aren't enough public areas for kids to play and interact in safety. Despite difficulties, the Dheisheh camp has always been characterized by a highly active civil society and its political and cultural diversity.  Many youth groups and community organizations have formed within it since the late 1970s, in spite of strong military occupation. The Ibdaa Foundation, the al-Finiq Center, the Laylac Center for Youth Action and Community Development, Women's Committees, and the Local Committee for the Rehabilitation of Disabled Persons are just a few of the around thirty youth and community groups that are active within the camp.

From the River to the Sea, Palestine is on fire

From October 7, 2023, to January 21, 2024, 369 Palestinians have been killed in the West Bank and Jerusalem. The Israeli army has injured over 4,212 civilians, including 637 children. The Israel Defense Forces (IDF) is accountable for multiple deaths at Dheisheh, most of them involving youths. Omar Ali Al-Laham, a 25-year-old who was slain during a raid on the camp, is one of them. The Israeli troops shot him and then blocked Red Crescent ambulances from reaching the scene. The Israeli army often launches deadly violent raids into Palestinian communities and refugee camps with the intention of frightening locals.

Dheisheh camp is one of the most heavily targeted areas in the West Bank. Israeli military officers frequently make arbitrary arrests of citizens and activists. Currently, over 7,000 political prisoners are being held in Israeli prisons, where they face severe conditions and are frequently tortured. On the night of January 17, 2024, the Israeli army arrested in Dheisheh Camp Khaled Seifi, the 60-year-old director of the Ibdaa Cultural Center, who has been assisting camp refugee families for years.

In addition to military brutality, Palestinians face the threat of settlements and their expansion. Over 2,000 people were forced from their houses in Jerusalem and the West Bank between October 7, 2023, and January 19, 2024, as a kind of collective punishment and to allow for the expansion of illegal settlements.Residents of these colonies commit violent acts against Palestinians, frequently with the support of the military. In three months, bulldozers have razed over a hundred homes and apartment complexes.

The closure of checkpoints restricts citizens from working while also limiting their freedom of movement. Public employees of the Palestinian Authority are no longer paid, and the unemployment rate in the Dheisheh camp has reached 80%. Access to treatment for the sick and satisfying basic requirements has become increasingly difficult as a result of the suspension of foreign humanitarian programmes on which the camp has historically relied heavily.

Our Goals, Together

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Email: info@yabastaedibese.it

We will be present in a variety of locations to highlight the incredible resistance of the Dheisheh camp and gather donations to help emergency projects run by camp organizations. Follow Ya Basta! Êdî Bese! channels to locate events near you. Interested in organizing a presentation? Contact us at dheishehproject@gmail.com.

Commenti (17)

Per commentare devi fare
  • LV
    Luigi Da Assemblea Permanente per la Palestina Libera (IUAV, Venezia)
    • avatar
      Mat Donazione Festa 25 aprile 2024 a Bolzano da parte di Spazio Autogestito 77, Bozen Solidale, Radio Tandem, FFF, NO EXCUSES BZ
      • MG
        M 🇵🇸❤️
        • LT
          Letizia Resistiamo!
          • avatar
            a flow daje
            • ma
              maria teresa spero di esservi d'aiuto almeno tramite una donazione. cercate di resistere! questa abominevole situazione non può durare per sempre!l
              • FP
                Francesca Ho saputo dell’iniziativa ascoltando il podcast Racconti da Gaza che consiglio a tutti.
                • FA
                  Francesco Complimenti per l'iniziativa! Speriamo in un buon esito!
                  • avatar
                    Alessandro Daje tutta! Grazie per quello che fate
                    • GF
                      Gisella In ritardo ma Auguri Michela

                      Questo progetto ha segnalato obiettivi di sviluppo sostenibile

                      Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.

                      1. Zero Povertà

                      Sconfiggere la povertà: porre fine alla povertà in tutte le sue forme, ovunque.

                      10. Ridurre le disuguaglianze

                      Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;

                      16. Pace, giustizia e istituzioni forti

                      Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.