oppure

Registrati con il tuo indirizzo email

Oppure, solo se sei una persona fisica (NO azienda/associazione), puoi scegliere anche di registrarti con i social:

Inserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.

Ricordi la tua password?

Controlla la tua casella email: ti abbiamo inviato un messaggio con la tua nuova password.
Potrai modificarla una volta effettuato il login.

DEGHEYO: Comunità che si Abbracciano

Una campagna di
NiccolòAcram Cappelletto

Contatti

Una campagna di
NiccolòAcram Cappelletto

DEGHEYO: Comunità che si Abbracciano

DEGHEYO: Comunità che si Abbracciano

Campagna terminata
  • Raccolti € 60,00
  • Sostenitori 3
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Arte & cultura
  • Obiettivi
    10. Ridurre le disuguaglianze
    11. Città e comunità sostenibili

Una campagna di 
NiccolòAcram Cappelletto

Contatti

Il Progetto

[English Below]

Degheyo: Comunità che si Abbracciano

Come si salva una città destinata a svuotarsi? Dove trovare il proprio senso di appartenenza in un luogo precario fisicamente e simbolicamente? Degheyo è la yassificazione della parola veneziana deghèjo sm (gerg.) che sta letteralmente per strage, massacro, furia, traducibile in un linguaggio gen z con slay, e viene usato spesso nell’espressione “far un deghejo” per ‘fare il diavolo a quattro, mettere sottosopra’ (Bellò, 1991). La domanda allora diventa: dove si trova il degheyo a Venezia, luogo sul confine tra città e parco di divertimenti, tra ambiente urbanistico-naturale unico nel suo genere e vittima di un sistema capitalistico che la porterà alla sua estinzione? Turismo, mercificazione, sviluppo insostenibile allontanano i residenti che costituiscono la memoria storica di un passato prossimo di Venezia, lontana dall’immagine di “patrimonio dell’umanità” UNESCO e capitale mondiale di visitatori.

Con un centro storico in caldo calo demografico che ha raggiunto i 50 mila abitanti contro gli 80 mila degli anni Novanta, il progetto Degheyo propone uno studio sulla sagra come luogo di comunità, di scambio intergenerazionale e di salvataggio memoriale. Attraverso la documentazione della presenza queer alle sagre, Venezia si presenta nuda e fiera dei suoi residenti, che siano studenti, famiglie, individui, e tutti coloro appartenenti alla comunità veneziana. Mostrare una città aperta dimostra che Venezia è viva, abile ad accogliere ed abbracciare le diversità di ogni genere. Nella potenzialità dell’incontro, la testimonianza delle persone che vivono la sagra dimostrano la loro appartenenza alla comunità. La limitata presenza di ambienti apertamente queer sulla Venezia isolana (qui ricordiamo PuntoCroce e C.so Morion), spinge le sagre come luogo di festa, incontro, ed abbracci, in un ossimoro che nel resto d’Italia suonerebbe spesso come un assurdo incidente. 

Per noi far un degheyo è la possibilità di raccontare Venezia dagli occhi e dalle parole di coloro che già non fanno parte della narrazione ufficiale della città ma che ne sono i reali protagonisti.

Il progetto di interviste e documentazione è un’idea di NiccolòAcram Cappelletto e Samuel Cimma. Il reportage è a cura del fotografo Omar Iannuzzi. Collaborano l'antropologa Fabiana Ferreira Lopes e il graphic designer Daniel Fioraso.

Come investiremo i soldi di questa campagna?

400 euro ci servono per:

  • Finanziamento l’aspetto logistico del progetto per i curatori e l’artista (strumentazione, viaggi)
  • Produzione fanzine e cartoline a seguito del progetto

In caso ci siano più donazioni disponibili:

  • Organizzazione di una mostra
  • Fee per i collaboratori
  • Creazione di un archivio digitale open access

English Version

Degheyo: Communities Embracing

How to save a city destined to empty? Where to find one’s sense of belonging in a place physically and symbolically precarious? Degheyo is the yassification of the Venetian word deghèjo (jargon), which literally means slaughter, massacre, fury, translatable into a gen z language with slay, and which is often used in the phrase “far un deghejo” to “raise hell, make a shambles” (Bellò, 1991). The question then becomes: where is the degheyo in Venice, a place in between a city and an amusement park, between a unique urbanistic-natural environment and a victim of a capitalistic system that will lead to its extinction? Tourism, commodification, and unsustainable development push away residents that constitute the historical memory of the Venetian recent past, far away from the image of a UNESCO World Heritage Site and a global capital of visitors.

             With a historic center in steady population decline reaching 50k residents against the 80k from the 1990s, the project Degheyo proposes a study on the “sagra” (local festival) as a place for community, intergenerational exchange, and memorial rescue. Through the documentation of the queer presence at the festivals, Venice presents itself as naked and proud of its residents, whether they are students, families, individuals, and those belonging to the Venetian community. Showing an open city demonstrates that Venice is alive and able to welcome and embrace diversities of any kind. In the potentiality of the encounter, the witness of people that live through the festivals showcases their belonging to the community. The limited presence of openly queer environments on the Venetian lagoon (here we remember PuntoCroce and C.so Morion) pushes the sagre as a place for celebration, meeting, and hugs, in an oxymoron that would often sound like an absurd incident in the rest of Italy.

To us, far un degheyo is the possibility of narrating Venice from the eyes and words of those who are not yet part of the city’s official story despite being its real protagonists.

The interview and documentation project is an idea by NiccolòAcram Cappelletto and Samuel Cimma. The reportage is curated by photographer Omar Iannuzzi. Anthropologist Fabiana Ferreira Lopes and Graphic Designer Daniel Fioraso are collaborators.

How will we use the funds for this campaign?

400 euros are needed for:

  • Funding logistical aspects of the project for the curators and artist (instrumentation, trips)
  • Production of a fanzine and postcards after the project

In case more funds will be available:

  • Curation of an exhibition on the project
  • Fees for the photographer and collaborators
  • Creation of an open-access digital archive

Commenti (0)

Per commentare devi fare

    Questo progetto ha segnalato obiettivi di sviluppo sostenibile

    Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.

    10. Ridurre le disuguaglianze

    Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;

    11. Città e comunità sostenibili

    Città e comunità sostenibili:creare città sostenibili e insediamenti umani che siano inclusivi, sicuri e solidi.