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Dana Lauriola ha 38 anni e da giovedì 17 Settembre è detenuta nel carcere di Torino, dove sconterà una pena di due anni per aver preso parte ad un'azione dimostrativa pacifica sull’autostrada Torino-Bardonecchia, nel Marzo 2012.
La manifestazione cui Dana prese parte comportò un danno economico ad Autostrade Italiane di poche centinaia di euro, che Dana e le altre persone imputate hanno rimborsato.
Dana è una ragazza di Torino, una giovane donna che ama la sua terra e che ha sempre lottato per difenderla, senza stancarsi mai e senza perdere il sorriso.
Chiunque la conosca non può non sapere che il suo attivismo nel movimento No Tav è parte integrante della sua storia, una storia di passione, di amore, di forza, di cura, di comunità, di onestà intellettuale.
Chiunque la conosca non può non sapere che la lotta per lei è un elemento naturale, e che la sua lotta passa per la sua dolcezza e per il suo ascolto affettuoso verso chiunque abbia incrociato la sua via.
Operatrice sociale in una cooperativa torinese che si occupa di sostegno a persone senza dimora, ha fatto della cura nei riguardi delle altre persone il suo lavoro, il suo modo di essere, il suo stile di vita, rimanendo sempre una combattente, una donna fiera e allegra.
Ha dei bei capelli folti e rossi, è alta, ride molto facilmente, apprezza l’ironia, ha la pelle chiara, parla lentamente in un modo che mette pace, è sagace, ed è capace, senza sforzi, di incoraggiare anche le pietre.
Dana è stata punita perché porta sempre con sé la sua ribellione, l’orgoglio di appartenere ad un movimento, non se ne divide mai, non l’ha mai lasciato nel cassetto per comodità. E anche dopo la condanna Dana non ha avuto paura di continuare ad esprimere le sue idee e a manifestare il suo dissenso.
E questo l’ha portata a diventareuno scomodissimo emblema, un simbolo,
il simbolo di una comunità coraggiosa che non abbassa la testa.
Tra noi c’è chi la conosce da vent’anni, chi da cinque, chi da dieci, chi l’ha conosciuta sul lavoro, chi nel movimento No Tav, chi all’università, chi per amici e amiche comuni, chi ci ha studiato, chi ci lavora, chi ci ha preso il sole insieme sulla spiaggia, chi ci ha fatto campeggio insieme, chi ci ha passato nottate a giocare a Risiko!
Siamo diverse/i tra di noi, abbiamo età, generi, provenienze geografiche e background diversi, alcune/i di noi neanche si conoscevano tra loro prima di iniziare questa avventura.
Siamo semplicemente persone che le vogliono bene, che la stimano e che proprio non sono riuscite a guardare consumarsi un’ingiustizia di queste proporzioni con le mani in mano.
Quello che speriamo, è che il nome che abbiamo scelto per questa iniziativa sia di buon auspicio, che ci indichi la via per future libertà, per la libertà di tutti e tutte, perché Dana e l’avventura che abbiamo iniziato dedicata a lei, possa dare il via anche a sostenere altri casi come il suo, possa contribuire in qualche modo a far conoscere storie di ingiustizie simili e ci aiuti ad aprire gli occhi.
Dana è una ragazza indipendente, ha sempre orgogliosamente lavorato e, seppur modestamente, ha sempre vissuto coi frutti del sudore della sua fronte.
La situazione della detenzione comporta un disagio economico a cui non si pensa se si ha la fortuna di non avere mai vissuto questa esperienza, direttamente o indirettamente.
Noi questa fortuna non ce l’abbiamo più.
Dana ha una casa in affitto dove viveva in Val di Susa, un percorso di studi universitari che aveva da poco ripreso per conseguire la laurea specialistica e gatti che ama e di cui si prendeva cura.
Per non parlare delle spese processuali e accessorie che gravano sulle spalle di Dana e dei tanti suoi coimputati e coimputate.
La vita in carcere in sè, inoltre, non è totalmente gratuita, come si potrebbe pensare: ogni persona detenuta, infatti, deve provvedere con le proprie forze economiche (per chi ne ha) a procurarsi alcuni beni di prima necessità non forniti dall’istituto carcerario (es. assorbenti, prodotti vari per l’igiene personale, stoviglie, radio…).
Va da sé che i detenuti e le detenute che non hanno qualcuno al di fuori delle mura carcerarie che possa occuparsi del loro sostentamento, avranno difficoltà a procurarsi alcuni beni di primaria importanza.
Dana ha sempre contato solo su sé stessa, eadesso tocca a noi sostenerla.
Abbiamo la certezza che lei farebbe la stessa cosa per chiunque di noi e anche di voi, anche chi non conosce! Prendere parte a questa iniziativa per noi ha anche il significato di ripagare la generosità che lei ha donato ogni giorno della sua vita, che ha dimostrato con tutte le persone che l’hanno incrociata, e che ha trasportato nel suo impegno politico e sociale, dandosi senza risparmiarsi per combattere tante forme di ingiustizia.
Dana è in carcere per aver partecipato, otto anni fa, ad una manifestazione pacifica, sta scontando una pena spropositata e incomprensibile, e ha bisogno del nostro sostegno, anche materiale, per andare avanti!
Spese studi universitari
Spese processuali e accessorie
Affitto di casa
Vita in carcere
Sostentamento gatti
Grafica di Zerocalcare a sostegno di Dana accompagnata da queste parole:
"[...] E' francamente difficile prevedere che la vendetta passi per due anni di galera senza misure alternative, ai danni di una persona generosa con una vita spesa a difendere il prossimo e la terra che abita.
Non vi abbiamo potuto impedire di venirvela a pigliare, ma se pensate che mo ve la lasciamo per due anni in silenzio oltre che infami siete pure scemi. Daje forte Dana"
Tante sono state le voci autorevoli che si sono levate per protestare contro questa detenzione insensata, per citarne alcune:
Amnesty International, il cui portavoce italiano, Ricardo Noury, ha detto:
“Esprimere il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione non violenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali”
Greenpeace Italia, che ha dichiarato:
“L’idea che una persona, come in questo caso, venga condannata perché non si è “pentita” delle sue opinioni (espresse peraltro in maniera nonviolenta) è abominevole. Che questo presunto crimine sia poi “aggravato” dal luogo di residenza del “condannato” (quella Val di Susa dove centinaia di altre persone protestano per una scelta che ritengono esser stata presa sulla propria pelle) lo è forse anche di più”.
Erri De Luca, da sempre vicino al movimento No Tav, che anche in questa occasione non ha mancato di manifestare il suo pensiero, a sostegno, stavolta, di Dana, la nostra Dana. Ha scritto:
“Considero l’operato della nostra Dana legittimo (…) So per certo che ogni ingiustizia pronunciata e eseguita contro di lei la rafforza.”
Il comitato nazionale delle Fondazioni lirico sinfoniche, in un post del 23 Settembre sulla sua pagina Facebook ufficiale, scrive:
“Nel caso di Dana fatichiamo a concepire una pena tanto sproporzionata rispetto al reato”
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.
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