Luigi è un vigile del fuoco palermitano, padre di due bambini, istruttore sportivo, volontario presso il comitato Territoriale Olivella, da più di vent'anni attivo nelle mobilitazioni e lotte sociali della sua città e di tutta la Sicilia.
Da più di un mese, Luigi si trova in carcere in regime di alta sicurezza (prima a Palermo e poi trasferito al carcere speciale di Alessandria) con l'accusa di terrorismo (art.280 c.p.) per un'iniziativa di protesta avvenuta alla sede della Leonardo spa di Palermo in via Villagrazia alla fine del 2022. In quell'occasione, la redazione di antudo.info, progetto di cu Luigi fa parte, diffuse il video dell'azione di protesta, censurato da tutte le altre testate giornalistiche, proprio in un periodo in cui si moltiplicavano le mobilitazioni contro la guerra nelle principali città italiane contro la complicità italiana nei bombardamenti in Kurdistan da parte dell'esercito turco, grande acquirente del gruppo industriale internazionale a partecipazione statale Leonardo. Nel frattempo, mentre scriviamo, armi, elicotteri e droni prodotti da Leonardo vengono impiegati dall'esercito Israeliano sulla popolazione civile a Gaza.
Sulla guerra, lo stato italiano continua a lucrare: i considerevoli investimenti nel comparto bellico da parte del governo si associano a censura e a politiche di repressione del dissenso sempre più stringenti. Ne è prova il fatto che per una iniziativa simbolica contro la guerra, Luigi sia stato raggiunto a distanza di quasi due anni dai fatti, da una misura cautelare di carcerazione che tenta, senza processo né prove, di relegarlo nell'ambito del terrorismo e dell'eversione sociale.

Una misura eccessiva, che scaturisce da accuse pretestuose e che rischia di creare  - in un clima di crescente criminalizzazione anche della semplice presa di parola contro la guerra - un precedente pericoloso per le proteste di qualsiasi entità.

Luigi rischia per questo di perdere il lavoro, oltre a essere costretto lontano dai suoi affetti e dal suo contesto sociale. Una condizione che in attesa di chiusura di indagini, potrebbe durare ancora per mesi o anni prima di arrivare a giudizio. Nella sua lettera dal carcere, Luigi ci ricorda però che nonostante la grave limitazione della libertà a cui è sottoposto, "siamo dalla parte giusta della storia". Per questo la sua liberazione deve essere una priorità per chi ha cuore la libertà di dissenso, ma soprattutto per chi vuole schierarsi insieme a lui a fianco delle vittime di Gaza,  e contro tutte le guerre. Per questo lanciamo una raccolta fondi di solidarietà a Luigi e alla sua famiglia, che permetta di coprire le spese legali per la sua difesa e di ammortizzare le difficoltà legate alla sua detenzione in Piemonte.

Per sottoscrivere l'appello per la liberazione di Luigi: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSchxDaxpN1TdyLmxFtGRrsBpV0aVMYhwgSn7LbvT4WKJKuLmA/viewform?fbclid=PAAaZAEeJ5YzhD6dD3Z2UL3ffh6YQHIXZ-kJinJ6csLgAVD6FQnOO9aU1Q1Y8

Per saperne di piu' : antudo.info