In questi ultimi mesi, il rischio di esclusione nei circuiti dell’accoglienza pubblica si è aggravato a causa prima delle conseguenze dovute all’applicazione dei due cosiddetti decreti sicurezza (che hanno privato i richiedenti asilo e i titolari di protezione umanitaria dell’accoglienza nello Sprar, poi Siproimi, ora Sai) e poi a causa della emergenza sanitaria Covid 19.
La pandemia ha infatti palesato le debolezze del sistema pubblico di accoglienza laddove molte persone, a causa della mancanza dei requisiti imposti, non hanno avuto accesso a luoghi sicuri e accoglienti. Mettendo a rischio la salute propria e pubblica.
Questo nel momento in cui alcuni conflitti sono andati ad acuirsi, in particolar modo in Afghanistan e Ucraina.

L’Arci ha quindi costruito una rete di interventi che integrassero attività circolistiche con alcune attività progettuali al fine di promuovere una forma di accoglienza che prevedesse sia il coinvolgimento dei cosiddetti ‘circoli rifugio’, sia il coinvolgimento di famiglie, siano esse composte da persone singole, gruppo di amici, coppie o nuclei, collegati agli stessi circoli presenti sul territorio.

Giovedì 24 Novembre, arriveranno ad Avellino 5 afghani, in fuga dai talebani, che hanno preso il potere dopo 20 anni di guerra sanguinosa e il ritiro delle forze NATO, che saranno accolti dalla nostra rete. La loro accoglienza si basa sul mutualismo e sulla capacità del nostro territorio di mostrarsi solidale.

Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutte e tutti per far sì che queste famiglie abbiano tutto l'occorrente per ripartire, per integrarsi e costruirsi una nuova vita. Per questo lanciamo una raccolta fondi che servirà ad acquistare abiti, medicinali, cibo e tutto ciò di cui avranno bisogno. Non lasciamo nessuno indietro.