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"Ci sveglieranno all'alba" è un progetto della compagnia Sa.Ma.
Sa.Ma. è nata nel settembre 2018, è composta da Agata Marchi(attrice, drammaturga) e Reina Saracino(attrice,regista) che hanno condiviso negli anni un percorso laboratoriale, artistico e poetico.
"Ci sveglieranno all'alba" è uno spettacolo che parla del diritto all'abitare.
A partire da esperienze reali vissute dalle interpreti in situazioni di autonomia e occupazione , vicinanza a storie di sfratto e di esclusione sociale,è nata l'esigenza di esplorare questo tema a livello artistico e antropologico.
Abbiamo raccolto interviste e testimonianze di chi in prima persona ha vissuto questa realtà , tenendo viva la collaborazione con collettivi anarchici e autonomi , abbiamo attraversato i luoghi delle occupazioni e approfondito lo studio dei movimenti del passato più recente per arrivare ad un parallelo da un lato tra la condizione degli occupanti e la condizione di Antigone , in quanto portatori di un bisogno naturale che si contrappone a una legge che nega il suddetto bisogno, dall'altro abbiamo trovato un legame profondo con la condizione di Vladimiro ed Estragone in "Aspettando Godot" di Beckett e ancora con "Gli Uccelli" di Aristofane.
Questi classici sono stati suggestione e approdo di un lavoro che già da tempo' stava germogliando dentro di noi.
L'eterno scontro antropologico cultura/ natura, uomo/animale (topo/tana, uccello/nido) o quello sofocleo dell'Antigone ovvero legge contro morale : Antigone dichiarerà di aver preferito essere fedele "alle leggi non scritte, ma infallibili degli dei"piuttosto che a quelle stabilite dagli uomini.
Legge: Se tutti, come ha fatto Antigone, agissero mettendo per primi i propri sentimenti e desideri potrebbero violare a proprio piacimento la libertà altrui che é tutelata unicamente dalle leggi.
Morale : Non posso non oppormi a una legge che sento ingiusta e a qualunque costo mi devo ribellare.
[Antigone: "(...)Io non potevo per paura di un uomo arrogante attirarmi il castigo degli dei. Sapevo bene che la morte mi attende. Affrontare questa fine é quindi per me un dolore da nulla; dolore avrei sofferto invece, se avessi lasciato insepolto il corpo di un figlio di mia madre; ma di questa mia sorte dolore non ho. E se ti sembra che mi comporto come una pazza, forse é pazzo chi di pazzia mi accusa." (Sofocle, Antigone, (trad. F.Ferrari), Milano, BUR, 1994, pag.63.)]
Da queste riflessioni è nata la necessità di raccontare questo modo di esistere nel mondo.
La necessità di raccontare questo bilico, questo equilibrio precario,di dare voce a questo sottosuolo .
I personaggi sulla scena sono uno, nessuno, centomila , sono il grido disperato e il pianto soffocato.
Potrebbero essere chiunque , domani mattina, all'alba.
Sa.Ma.
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