Una campagna di
Accoglienza Padri SeparatiContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
Controlla la tua casella email: ti abbiamo inviato un messaggio con la tua nuova password.
Potrai modificarla una volta effettuato il login.
Nessun pagamento anticipato online! Il budget è diviso in quote: puoi scegliere quante quote prenotare oppure la ricompensa (se prevista). Alla scadenza della campagna, se sono state prenotate tutte le quote, vieni contattato dall’autore del progetto per saldare le quote prenotate e ottenere la tua ricompensa.
La Cooperativa Mano Tesa è una cooperativa sociale ONLUS che si occupa di sostenere le persone in stato di fragilità sociale presenti sul territorio. In particolare si occupa degli anziani autosufficienti o semi- autosufficienti, di housing sociale temporaneo, di agricoltura sociale, accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale e di minori.
La cooperativa opera al fine di garantire i diritti fondamentali dell’essere umano e la dignità delle persone. Si propone di favorire l’autonomia, la crescita e l’integrazione sociale; promuovere il benessere e consentire il miglioramento della qualità della vita.
La cura e la presa in carico dei soggetti più deboli si concretizza attraverso la promozione e realizzazione di reti solidali tra persone, enti e strutture per realizzare l’idea di qualità partecipata in termini di: definizione di contenuti, metodi operativi, progettazione e gestione di servizi, attivazione di processi territoriali, acquisizione di senso e competenza lavorativa. Per questo offriamo servizi diversificati ed efficaci rispondenti alle diverse forme di povertà manifestate con l’intento di mettere in relazione la persona e il territorio di appartenenza.
Le risorse dell’agricoltura, a diverso titolo, possono contribuire a sostenere i sistemi di welfare mediante il loro impiego a fini sociali nell’organizzazione di servizi rivolti a target assai diversi di popolazione, rurale ed urbana. Il termine “agricoltura sociale” non ha alcun riferimento giuridico nel nostro Paese in questo momento, sebbene sia stata avviata la discussione su specifiche proposte di legge nazionale. Indica quelle esperienze che coniugano agricoltura -le risorse vegetali ed animali, ma anche i gruppi, le famiglie e le comunità di persona che conducono tali attività- e valore sociale, con riferimento alle pratiche terapeutico-riabilitative e all’inserimento (socio-terapeutico, educativo, lavorativo) dei soggetti più vulnerabili della società e/o a rischio di marginalità
Può riguardare persone con disabilità fisica, psichica, mentale oppure adulti, bambini ed anziani, in momenti di difficoltà temporanea o continuata. Tra le funzioni dell’agricoltura sociale sono presenti quelle pratiche di educazione/formazione o di prevenzione del disagio sociale, o turistico ricreative, con una evidente connotazione sociale, che entrano nel campo di azione degli Assessorati del sociale e dell’educazione/formazione delle istituzioni, locali, regionali e nazionali. E’ il caso del turismo sociale, praticato con gruppi di anziani oppure è il caso di progetti volti all’inserimento di minori con difficoltà di apprendimento o in stato di fragilità temporanea o continuata. Il termine si presta ad essere adottato anche nel caso dell’erogazione di specifici servizi alla popolazione: dagli agro asili all’organizzazione di residenze di soccorso per anziani abili, alla domiciliazione dei pasti ad opera di aziende agricole.
Proprio per la sua grande versatilità d’impiego, negli ultimi anni il tema dell’agricoltura sociale sta conquistando attenzione da parte di una crescente platea di operatori, agricoli e sociali, ed istituzioni pubbliche. Anche la ricerca scientifica inizia a produrre evidenze sull’efficacia d’impiego di pratiche di agricoltura sociale. Tali evidenze, accanto alla diffusione di buone pratiche, accresce evidenza e popolarità del tema. A ben vedere, si tratta di una pratica non uova. Più di recente, la ricerca di soluzioni di servizio, personalizzate e più efficaci, ha portato ad esplorare le potenzialità e la carica innovativa dell’uso delle risorse agricole.
In Italia, l’agricoltura sociale è fenomeno che sta uscendo dall’ombra per assumere una crescente popolarità. Sono esperienze che si legano al terzo settore per facilitare le attività terapeutiche (cooperative sociali di tipo A) o di inclusione socio-lavorativa (cooperative sociali di tipo B) mediante l’uso dell’agricoltura. Allo stesso tempo sono diffuse esperienze in strutture ospedaliere (pazienti geriatrici e psichiatrici) e strutture di pena. Non mancano esperienze radicate in aziende e cooperative agricole, sviluppate in convenzione con i servizi di zona.
Queste ultime, sempre più di frequente, sono legate a fenomeni territorialmente organizzati di consumo critico (come nel caso dei gruppi d’acquisto solidale e dei distretti di economia solidale che tendono a privilegiare prodotti locali ad elevato contenuto di sostenibilità ambientale e sociale). In questo caso, le esperienze di agricoltura sociale, l’impegno degli agricoltori, come delle persone incluse, sono valorizzate direttamente dai mercati, attraverso criteri riconducibili al tema della responsabilità sociale d’impresa. In termini numerici è difficile operare una valutazione esatta.
Il tema dell’inclusione sociale e lavorativa di soggetti a più bassa contrattualità rappresenta un tema non semplice sul quale si connota la qualità della vita democratica e la coesione sociale di un territorio. A questo riguardo, per lungo tempo, le risorse dell’agricoltura sono state viste con poca attenzione da parte di sistemi pubblici come i centri per l’impiego, che hanno concentrato la loro attenzione sull’inserimento obbligatorio di soggetti svantaggiati da parte di imprese ed Enti con un numero di dipendenti superiore alle 15 unità. Al contrario, gran parte delle esperienze di agricoltura sociale mostrano elevati livelli di efficacia nelle azioni di riabilitazione e cura di soggetti con diversi gradi e tipologie di difficoltà e, non ultimo, nella capacità di offrire opportunità di lavoro, a tempo determinato ed indeterminato. Chiaramente è necessario tenere conto delle debite distinzioni tra soggetti che sono in affidamento dei servizi socio-assistenziali per attività di riabilitazione e cura, e, d’altra parte, soggetti che sono, per motivi diversi, in una fase di ricerca di opportunità di inserimento lavorativo. D’altra parte, deve essere assicurata la necessaria distinzione tra quelle fasi – riabilitative e di cura- che necessitano di una più elevata componente professionale in campo socio-assistenziale e, al contrario, quelle fasi che riguardano più strettamente percorsi di formazione e di inclusione lavorativa.
• nelle prime, gli operatori sociali, in autonomia o in accordo con strutture aziendali, tendono a far leva sull’impiego delle risorse agro-zootecniche per promuovere lo sviluppo delle capacità delle persone e per promuovere stati di miglior benessere (Cooperative sociali di tipo A e B, strutture pubbliche – Ospedali, Istituti di Pena);
• nel secondo caso, il contatto con i processi produttivi agro-zootecnici porta ad una piena nclusione sociale attraverso la creazione di adeguate competenze e di corrispondenti opportunità di reddito. Sebbene alcuni percorsi possono trovare compimento in una sola delle due fasi di lavoro sopra indicate – soggetti con patologie gravi che hanno scarse possibilità di inclusione lavorativa ovvero, soggetti che possono eccedere direttamente al mondo del lavoro-, nondimeno, esistono spesso delle continuità logiche (specie nel caso delle patologie psichiatriche tossicodipendenze, nel sistema carcerario) tra le prime fasi di riabilitazione e le successive fasi di inclusione nel mondo del lavoro. Una continuità che può essere meglio favorita ove è presente una rete di riabilitazione e di inclusione lavorativa capace di fare perno sulle risorse agro-zootecniche.
Le chiavi per il successo di una rete di tale natura risiede, probabilmente, nella capacità di dosare con equilibrio le componenti professionali socio-assistenziali e quelle professionali agro-zootecniche, tanto nelle fasi di riabilitazione – a prevalente componente socio assistenziale- quanto in quella dell’inclusione lavorativa – a prevalente componente professionale agricola-.Gli aspetti da evitare nella costruzione di una rete siffatta sono quelli, rischiosi, dell’improvvisazione, della sostituzione delle competenze –agricole e socio-
assistenziali- della scarsa trasparenza e chiarezza dei ruoli e dei rapporti avviati, dell’assestamento dei necessari meccanismi di “tutor” e mediazione necessari nelle fasi di passaggio e di transizione tra strutture a diverso contenuto socio-assistenziale e professionale.
E’ necessario, poi, assicurare una formalizzazione e diffusione delle pratiche di agricoltura sociale, fornendo indicazioni, buone pratiche e linee guida di condotta, tali da facilitare l’avvio di nuove iniziative ed assicurare standard di comportamento adeguati ed elevati.
IL RESIDENCE “I 5 SENSI”
Il residence
Il Residence “I 5 sensi”, situato a Rivalta Bormida (AL) in via Abergo 117, offre servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi e di inclusione sociale e lavorativa per soggetti deboli o aree svantaggiate. Il nostro residence trova le sue radici più profonde nelle forme di solidarietà e nei valori della reciprocità, gratuità e mutuo aiuto che contraddistinguono le aree rurali. In modo particolare, l'intreccio che si determina tra dimensione produttiva, relazionale con le piante, con gli animali, con la natura e quella familiare e comunitaria, ha permesso all'agricoltura di assolvere sempre più ad una funzione sociale.
I soggetti a cui si rivolge sono soprattutto quelle persone che, provate da diverse forme di disagio, possono nelle attività agricole avere una possibilità per dare un senso alla propria vita. Intendiamo essere una rete di persone, associazioni, imprese agricole impegnate nella promozione della salute, per l'inclusione sociale e lo sviluppo sostenibile.
Risorse del residence I 5 Sensi:
3 ettari di area coltivabile
una struttura con una capacità ricettiva di 12 persone
un equipe formato da educatori professionali, infermieri ed agricoltori titolati
Il percorso formativo
Vuole generare occasioni d’inclusione sociale a partire dalla realizzazione di attività che consentano di ampliare la sfera delle opportunità di lavoro per persone che nella loro fragilità, a causa di condizioni di salute e/o di marginalità sociale, non sono in grado pienamente di confrontarsi con una società dei consumi in cui è talora riconosciuta l’eccellenza come unico principio d’esistenza, relegando la diversità al margine della vita quotidiana.
Il percorso si rivolge a candidati che devono essere residenti o domiciliati sul territorio regionale ed avere almeno 18 anni compiuti al momento dell’avvio delle attività operative. Il percorso formativo è dedicato a persone seguite dai servizi sociali o sanitari e rientranti nei nuovi fenomeni di povertà.
Partecipare al percorso formativo significa acquisire competenze e abilità spendibili all’interno dei processi produttivi realizzati nelle aziende agricole che hanno dimostrato attenzione e sensibilità sociali, e che rientreranno all’interno del progetto AGRICOLTURA SOCIALE del territorio
Al termine del percorso formativo i partecipanti saranno in grado di:
utilizzare i principali strumenti ed attrezzature impiegate nella produzione agricola
utilizzare strumenti e tecniche di trattamento e lavorazione del terreno
utilizzare strumenti e tecniche di coltivazione e raccolta dei prodotti agricoli.
Per la realizzazione del progetto si è preso a riferimento l’ OPERATORE AGRICOLO, che interviene, a livello esecutivo, nel processo lavorativo con autonomia e responsabilità limitate a ciò che prevedono le procedure e le metodiche della sua operatività. La qualificazione dell’applicazione/utilizzo di metodologie di base, di strumenti e di informazioni gli consentono di collaborare nella gestione dell’azienda e di svolgere, a seconda dell’indirizzo, attività relative all’allevamento di animali domestici, alle coltivazioni arboree, alle coltivazioni erbacee, all’orto/floricoltura, alla silvicoltura e salvaguardia dell’ambiente, con competenze nello svolgimento delle operazioni fondamentali attinenti alla produzione zootecnica e vegetale nonché nell’esecuzione di operazioni nella trasformazione di prodotti primari dell’azienda e nella tutela e protezione dell’ambiente naturale.
Alessandro Greco
E.mail coop.sociale.mano.tesa@gmail.com
Cell. 3664477552
Coordinatore
Rigamonti Luigi
E.mail coop.mano.tesa@gmail.com
Cell. 3883715103
Commenti (0)