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Da diversi mesi, su impulso diBerta Vive Comitato Milano, nudoecrudo teatro sta lavorando a uno spettacolo teatrale che nasce dalla potentissima figura di Berta Càceres, attivista ambientalista e femminista, uccisa in Honduras per la sua opposizione ai progetti estrattivisti in territorio indigeno.
Nudoecrudo Teatro unisce la sua voce a quella della moltitudine che chiede verità e giustizia per Berta e per il pianeta. Intona un canto delicato per ricordare con determinazione che la terra su cui viviamo è nostra madre, l’unica che abbiamo.
Lo spettacolo “BERTA.Canto alla terra” debutterà nella primavera 2019, dopo un percorso di costruzione e produzione dal basso al quale chiama tutte e tutti a partecipare.
Lo spettacolo ci trascina dentro la vita della ‘luchadora’ Berta Càceres, illuminandone lo straordinario coraggio, la lucida capacità di analisi, il costante impegno in difesa degli oppressi, l’estrema determinazione, ma anche l’umiltà, la voglia di vivere, la gioia di amare .
Negli anni della nostra attività abbiamo lavorato, perlopiù, 'fuori dai teatri', in luoghi come borghi, cascine, ville di delizia, centri sociali, cantine, giardini, corti e cortili, strade e piazze. Per questo nuovo lavoro che vuole essere un canto di amore alla terra, è sorto in noi naturale il desiderio di realizzare uno spettacolo "en plein air" e radicato nella terra.
Uno spettacolo che dalla terra germogli e alla terra ritorni. Uno spettacolo di teatro in natura e nel paesaggio.
Honduras 3 marzo 2016. All’alba, Berta Càceres, leader indigena, Premio Goldman per l’Ambiente, è assassinata nella sua abitazione di La Esperanza. Per anni ha ricevuto costanti persecuzioni e minacce per la sua instancabile attività di contrasto ai progetti di sfruttamento ed estrazione nei territori ancestrali indigeni. Per questo la Commissione Interamericana dei Diritti Umani ha ordinato misure di tutela per la sua vita.
La notte in cui viene uccisa, però, non c’è nessuno a proteggerla.
Le compagne e i compagni di Berta chiamano il giorno della sua morte “la Siembra”, la Semina.
Il giorno in cui Berta torna all’amata terra, per fecondarla con il suo sacrificio, moltiplicata in milioni di semi perché attecchiscano e germoglino nelle coscienze delle donne e degli uomini.
Un progetto di spettacolo di nudoecrudo teatro
Testa, corpo e voce Alessandra Pasi
Parole Franz Casanova
Canto Silvia Salamini
Fisarmonica Guido Baldoni
Scene Marco Preatoni
Suono Luca De Marinis, Mauro Maccarini
Video Tommaso Pasi
Uno spettacolo nato dal basso, grazie al sostegno di Berta Vive Comitato Milano
Poco prima del tramonto, in una cornice naturale, arricchita di essenziali elementi scenografici, un’attrice guida una carovana di musicisti, figuranti e spettatori in un viaggio teatrale sacrale. L’attrice interpreta una donna, madre e levatrice, in marcia verso un’imminente nascita. L’accompagna una figlia che non possiamo né vedere, né sentire ma della quale impareremo a conoscere il coraggio, la generosità, la forza. Le due si sono levate molto prima del sole. Dovranno camminare a lungo, attraversare paesaggi naturali eternamente minacciati dalla cupidigia e dalla cecità dell’uomo. Dovranno viaggiare a ritroso nei ricordi e dentro al cuore di tenebra della notte, della morte per assistere il parto di una nuova speranza.
La musica della fisarmonica ed il canto fanno da contrappunto a questa narrazione lirica mentre la voce della radio, importantissimo strumento di informazione e comunicazione delle comunità indigene e contadine, scandisce il tempo storico degli avvenimenti. Con flashback e anticipazioni si fa veicolo di una storia che, ben presto, si proietta oltre i confini del povero e violento paese centramericano, coinvolgendo attori ed interessi internazionali e chiamando in causa tutti noi.
Poco a poco, la figura di Berta si delinea non solo come quella di un’attivista ambientalista, una militante femminista, una martire indigena e popolare, ma come una “defensora de la Madre Tierra”, custode di rituali e forme di religiosità ancestrali che ricongiungono lo spirito alla materia, l’umanità alla natura, la vita alla morte.
Più che un monologo, ‘BERTA. Canto alla terra’ è l’immaginario e impossibile dialogo di una madre con la figlia. La confidenza, da madre a figlia, della dolorosa gioia della maternità, della dura lotta per proteggere le proprie creature e per imparare a lasciarle andare. Ma anche la curiosità, l’ammirazione, l’amore materno per l’esistenza esemplare della figlia, consacrata alla lotta contro lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sulla donna, sulla natura, e sacrificata sull’altare del profitto.
Un rito collettivo
Uno spettacolo di performing land art
Prendendo ispirazione dal lunario contadino, dalle immagini e dalle azioni rituali legati al lavoro della terra, da quel prendere e dare ciclico che vedeva tutti i membri della comunità impegnati ognuno col proprio ruolo, e che spesso era ritmato ed alleggerito dal canto corale, intendiamo procedere nella nostra ricerca con un rito collettivo nel paesaggio. Vorremmo costruire un'azione scenica collettiva che possa costituire una sorta di prologo o epilogo allo spettacolo vero e proprio.
Potremmo definirla un'operazione di 'performing land art' che avvicini luoghi, piante, animali, spettatori, attori e performer utilizzando scenario naturale e qualche scenografia, il linguaggio di corpi e strumenti musicali, i suoni dell’ambiente e le voci.
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