Una campagna di
FABIO PALLIContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
Controlla la tua casella email: ti abbiamo inviato un messaggio con la tua nuova password.
Potrai modificarla una volta effettuato il login.
Il tuo contributo servirà a sostenere un progetto ambizioso. Scegli la ricompensa o la somma con cui vuoi sostenerlo e seleziona il metodo di pagamento che preferisci tra quelli disponibili. Ti ricordiamo che il progettista è il responsabile della campagna e dell'adempimento delle promesse fatte ai sostenitori; sarà sua premura informarti circa come verranno gestiti i fondi raccolti, anche se l'obiettivo non sarà stato completamente raggiunto. Le ricompense promesse sono comunque garantite dall’autore.
Nel cuore del porto di Genova, dove ogni giorno si muovono merci da ogni angolo del globo, si nasconde una storia di coraggio e ribellione. ARTICOLO 11 ci trascina qui, tra le banchine, dove i portuali si oppongono con determinazione al transito delle navi cariche di armi.
È la realtà che i portuali genovesi affrontano ogni giorno. Sanno che le armi che caricano e scaricano nei nostri terminal portano distruzione in terre lontane.
Con azioni decise alcuni sfidano questo sistema che alimenta la violenza globale. È il 2019 quando parte la battaglia del CALP – il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali - contro le navi della compagnia Bahri impegnate in una gigantesca operazione di trasferimento di tecnologia militare verso Riyad.
Fermare l’ingranaggio non è semplice. Per passare nei nostri porti queste navi violano una legge della Repubblica e un Trattato internazionale. Ma un conto sono le leggi e un altro gli affari. Quanto vale il commercio di armi per il nostro Paese? E per l’Europa? Attraverso interviste con esperti di geopolitica e analisti viene tracciato un quadro chiaro dell'impatto di questo commercio e degli interessi nazionali e internazionali dei broker della morte.
Le immagini delle proteste si intrecciano con interviste ai membri del Calp di Genova, del GAP di Livorno, di USB a Trieste, e di Weapon Watch . Le loro testimonianze svelano le motivazioni profonde di questa lotta e le sfide affrontate, come le accuse di associazione a delinquere poi archiviate. Un fatto che testimonia il clima di repressione che cala quando si parla di armi e armamenti. Trattati come terroristi, svegliati all’alba dalle perquisizioni, i portuali non cedono. La loro resistenza ispira altri lavoratori, come quelli del Pireo di Atene, creando una rete internazionale di solidarietà. Anche Chef Rubio si unisce alla causa.
La narrazione culmina con un messaggio di speranza: i portuali di Genova continuano la loro battaglia, sognando un futuro in cui i porti non saranno più varchi di morte e distruzione.
Commenti (0)